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La straordinaria costruzione del Surprise di Ambrogio Fogar

Quest’anno si festeggiano i 50 anni del giro del Mondo in solitario. Il racconto di chi quella barca l’ha costruita e ha vissuto tutte le fasi prima della grande impresa
Il Surprise di Ambrogio Fogar

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. A Castiglione della Pescaia tutti conoscono Ambrogio Fogar e il suo giro del Mondo in solitario, controvento, in barca a vela. Il navigatore milanese partì dal borgo marinaro quasi in sordina, il primo novembre del 1973 con il Suprise, la barca costruita interamente al Cantiere Navale 71 di Niccolò Puccinelli, e dopo un anno, l’8 dicembre del 1974, approdò di nuovo nel porto canale, ma questa volta accolto da miglia di persone festanti. Diventando un’icona a livello planetario e un mito per generazioni di castiglionesi.

L’amministrazione comunale ha previsto molte manifestazioni, come la mostra con tanti oggetti, foto e articoli di giornale dedicate a Fogar e alle sue avventure nella sala consiliare, e soprattutto incontri come l’ultimo al Cantiere 71 lounge bar, alla darsena, insieme a chi la barca di Fogar, grazie all’imprenditore visionario Niccolò Puccinelli la costruì davvero.

I protagonisti dell’impresa

Franco Saletti e Patrizia Guidi hanno organizzato l’incontro con Maurilio Fusi il ragioniere del Cantiere Navale, Antonio Petragli, Ilario Malentacchi, Claudio Orsini e il giornalista del Tirreno Claudio Bottinelli, che quell’avventura l’hanno vissuta giorno per giorno, insieme ad altri compagni che oggi non ci sono più.

La sindaca Elena Nappi ha portato i saluti, ricordando la figura storica di Fogar, rimasta impressa nelle mente di generazioni di castiglionesi, e annunciando che l’8 dicembre prossimo ci sarà qualche sorpresa come la nuova installazione della targa restaurata che racconta come il navigatore solitario compì l’impresa.

La barca di Puccinelli per fare il giro del mondo

A rompere il ghiaccio Maurilio Fusi: «La barca era stata pensata per la famiglia Puccinelli – ricorda Fusi – poi però le cose cambiarono. Un giorno arrivò questo signore in giacca e cravatta e la 24ore, era Fogar. A Puccinelli domandò se poteva comprare la barca e quando Niccolò gli chiese se aveva esperienza velica, Ambrogio rispose: “Non molta. Anzi per nulla, però ho tempo”. 

Fogar amava il Surprise e Castiglione e ne parlava con tutti quando gli facevano i complimenti per la costruzione. Anche in Nuova Zelanda. Fu proprio Niccolò Puccinelli che aveva tutte le idee, a volere quella barca che stava su da sé, grazie al disegno di Thompson, ma soprattutto alla volontà di Puccinelli. La colla per esempio, costava un occhio della testa, così come tutti i materiali».

La tecnica di costruzione arrivata da Oltreoceano

Antonio Petragli ha aggiunto: «Il Surprise fu costruito fra il 1967 e il 1968. Puccinelli era tornato dagli Stati Uniti e ci fece vedere una tecnica di costruzione innovativa, mai vista in Europa. A partite dagli strati lamellari che la fecero diventare una roccia. Tante le modifiche interne, come le stipetterie laterali per non far cascare nulla. E levando il motore centrale per metterci i viveri, e soprattutto l’acqua, arrivò un camion enorme prima del giro del Mondo. La costruzione grazie soprattutto a Pasquale Di Biase, che era il cervello, Lugi Lorenzoni e Angelo Lari, che oggi non ci sono più. Quando il Surprise tornò a Castiglione lo portammo poi a Milano nella Galleria del Corso dove Ambrogio vendeva il suo libro, e poi a Roma in piazza San Pietro con Papa Montini che gli diede la sua benedizione. Prima però eravamo stati a Monza come ospiti del Comune, Fogar aveva lì la sua agenzia di assicurazioni. Fummo premiati al teatro cittadino con una medaglia commemorativa».

L’elettricista che aiutava Fogar a distanza

Ilario Malentacchi ha raccontato altri aneddoti: «Io ero l’elettricista – dice Malentacchi – e fui chiamato dal Puccinelli per sistemare la barca ma io non avevo esperienza. A Fogar nessuno dava valore, perché lui voleva solo partire il più presto possibile. I collegamenti li teneva il dottor Barzellotti e noi davamo le indicazioni ad Ambrogio per le riparazioni, come quando si ruppe l’alternatore e gli spiegammo come fare e lui dalle coste del Cile arrivò in Nuova Zelanda. O come quando, finite due batterie non si ricordò che ne aveva una terza e non l’usò. Una volta mi trovavo egli Stati Uniti e mi chiesero se compravo una vela a Boston: al momento del pagamento feci vedere un biglietto da visita con scritto sopra Castiglione della Pescaia, e mi chiesero perché c’era il nome di quel paese e io risposi che conoscevo Ambrogio Fogar. Successe che mi invitarono ad una cena organizzata al momento con decine di persone. Castiglione è conosciuto anche per Ambrogio».

L’avventura di Fogar conquista il mondo intero

Il giornalista Claudio Bottinelli, all’epoca caporedattore del Tirreno di Grosseto, ha invece sottolineato come fu raccontata la circumnavigazione del globo: «L’intuizione fu di Nedo Danubi che io non conoscevo, che mi volle per far conoscere periodicamente quello che stava facendo Fogar, aprendo all’azienda autonoma di soggiorno un vero ufficio stampa grazie anche a Lara Mei. Ricordo che tutto il paese di Castiglione ci sosteneva. Al suo ritorno in piazza Garibaldi ci furono sessantaquattro inviati speciali da tutto il Mondo, anche dal Giappone una cosa unica, forse mai vista da noi. Gli inglesi però s’infuriarono, visto che quando il giro del Mondo (ma con i venti a favore) l’aveva fatto un loro velista non ci fu tanto risalto come invece avvenne a Castiglione. Fogar lo ricordo come un eterno Peter Pan, era un sognatore e voleva realizzare i suoi sogni. Era l’unico che poteva realizzare questa impresa. Quando ci fu poi il tragico naufragio, mi è rimasto in mente il racconto di Fogar e di come sopravvissero, del “gioco” che si erano inventati lui e Mancini. All’ora di pranzo e di cena raccontavano quello che gli avrebbe preparato l’hotel Miramare e Enrica Guidi. Era stata una cosa che aveva dato forza a Fogar e Mancini che stavano morendo di fame. Senza dimenticare che nella vita del Surprise, con la sua notorietà che aveva acquisito a livello Mondiale, fu invitato ufficialmente in Egitto per l’apertura del canale di Suez, e Fogar sfilò dopo la barca di pellegrini che andavano alla Mecca. Quel giorno c’erano oltre 500 inviati da tutto il Mondo».

La barca dal costo ancora sconosciuto

Claudio Orsini, tappezziere, ha invece spiegato la costruzione dei cuscini: «I materiali usati a quei tempi – ha detto Orsini – erano fatti di una tela spessa, per le cuccette della barca, con la gomma espansa. Fogar non aveva particolari esigenze. Mi lasciò dopo il primo viaggio i materassini del Surprise e io l’ho custoditi gelosamente».

Il costo del Surprise a distanza di cinquant’anni rimane un mistero: «È impossibile quantificare il costo finale – ha aggiunto Fusi ad una domanda – Puccinelli quando veniva in cantiere portava sempre delle innovazioni, ed erano costose, non risparmiava su nulla. Non saprei davvero dire».

Un momento della conferenza su Ambrogio Fogar

Di certo al cambio di oggi, forse, la cifra sarebbe stata come minimo abbondantemente a sei zeri.   

I dati tecnici del Surprise varato nel 1968

Progetto di Guy Thompson per la classe 22 piedi e per disputare il Rorc, Royal ocean racing club, per il trofeo “One top one”. Lunghezza fuori tutto 11.76 metri, lunghezza al galleggiamento 7.85 metri, baglio massimo 3.14 metri, pescaggio 1.89 metri. Costruita nel Cantiere navale 71 di Niccolò Puccinelli e dai suoi quattro “apostoli” come li chiamava Puccinelli: Pasquale Di Biase, maestro d’ascia, Antonio Petragli, Luigi Lorenzoni e Angelo Lari, e da Ilario Malentacchi, che si occupava degli impianti elettrici e Manzoni per la strumentazione elettronica.

Il Surprise, nome voluto dallo stesso Puccinelli, è stato costruito con lo scafo in mogano, outile africano e teak, con una tecnica innovativa per l’epoca, chiamata “strip plankinh”. Strisce da 28 mm di spessore e larghezza pari a una volta e mezzo lo spessore, arrotondate da un lato e concave dall’altro. Incollate con resine al resorcinolo e inchiodate con chiodi barbettati in Everdur. La chiglia era in lamellare di iroko. Inserite anche le ordinate in frassino, ma non erano necessario visto che lo scafo era autoportante, ma erano state aggiunte per eccesso di sicurezza e per un abbuono nel certificato di stazza Rorc per le regate oceaniche.

L’albero era sopportato da una paratia armata con una intelaiatura di legno e acciaio, per distribuire gli sforzi sia dell’albero che del sartiame. La deriva era in piombo con il peso pari al 42% del dislocamento, munita di trimmer per permettere una migliore navigazione di bolina (contro vento) e governare la barca anche in caso di avarie al timone. Il timone era inclinato verso poppa con skeg e aveva anche un “timone a vento” Hasler, e uno Aires, con attacchi unici per essere intercambiabili. Il piano velico a sloop, con armo in testa d’albero per poter sfruttare il Genoa, la vela di prua, al 160%. Come radio di bordo in banda “radioamatori” con nominativo “1 2 Nsf” con concessione speciale del Ministero poste e telegrafi. I collegamenti avvenivano tramite ponti radio, curati da Radio Roma e altri radioamatori a Milano e a Castiglione dal dottor Giuseppe Lapo Barzellotti, nome in codice I5 Glb, coordinati dalla Lega Navale.

Le regate di prova per il giro del mondo

Il Surprise ha partecipato a diverse regate. Nel 1972 alla Ostar, la transoceanica in solitario, con partenza da Plymuth e con alcuni lavori di ammodernamento: sostituito l’albero con uno dal diametro maggiore a due crocette, un doppio strallo e doppie sartie basse con cavi maggiorati a 49 fili invece dei 19 oltre a altre migliorie. Durante la regata Fogar ruppe il timone e navigò per 1500 miglia solo con le vele e il trimmer.  

Nel 1973 il Surprise corse la “Cape Town – Rio de Janeiro” e con Fogar partecipò lo stesso Niccolò Puccinelli: fu il banco di prova che portò Ambrogio a pensare a fare il giro del Mondo.

Il Surprise fu ancora migliorato: fu smontato il motore e al suo posto fu prevista una “cambusa” soprattutto per imbarcare l’acqua potabile e i generi di conforto e viveri. Il motore, più piccolo, fu posizionato a prua, lasciando la trasmissione idraulica esistente, che doveva servire per le manovre e la produzione dell’energia elettrica. Inoltre vengono aggiunti due stralli interni per le trinchette gemelle e una nuova radio.

Le date storiche delle regate del Surprise fino al suo affondamento 

Dopo il ritorno a Castiglione la barca fu esposta nella Galleria del Corso a Milano e poi alla Fiera. Un’altra data storica è il 5 giugno del 1975: Il Surprise e Fogar furono invitati per la riapertura del canale di Suez, dopo il blocco della guerra dei 6 giorni tra Israele e gli stati confinanti Egitto, Siria e Giordania dal 5 al 10 giugno del 1967, e gli anni di chiusura di uno snodo fondamentale per il commercio: la barca fu riconosciuta come un simbolo di pace.

Nel 1978 il Surprise partì per circumnavigazione del polo sud e insieme a Fogar partecipò anche il giornalista Mauro Mancini: la mattina del 19 gennaio del 1978, a 4 giorni di vela da Rio de la Plata, forse un branco di orche o di balene si scontrò con la barca che affondò nel giro di pochi minuti. Fogar e Mancini riuscirono a salire sulla zattera di salvataggio solo con pochissime cose e per lunghi interminabili 74 giorni vagarono alla deriva. Fu un mercantile greco, il Santo Stefano a recuperare i due naufraghi, ma Mauro Mancini spirò a bordo per la forte polmonite e il dimagrimento, entrambi avevano perso più di 40 chili.

 

Autore

  • Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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