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Granchio blu e gambero rosso, l’invasione nelle risaie maremmane

Il gambero rosso le abita da tempo, ma il granchio blu si sta adattando all’acqua dolce. Il pesce “buzzacchiotto” e il rischio dell’aumento delle zanzare
Un gambero rosso e un granchio blu nelle risaie di Principina (foto di Giovanni Ciattini)
Un gambero rosso e un granchio blu nelle risaie di Principina (foto di Giovanni Ciattini)

GROSSETO. Il gambero rosso della Louisiana è a suo agio nelle risaie di Principina ormai da tempo. Ma il granchio blu è una novità recente, perché sarebbe una specie di acqua salata.

A quanto pare si sta adattando anche all’acqua dolce che, nelle risaie di Principina, arriva direttamente dall’Ombrone, che scorre a due passi.

Con tutto quello che comporta per l’ecosistema, perché potrebbe andare a minare equilibri consolidati nel tempo e buone pratiche utilizzate dagli agricoltori.

«In effetti da qualche tempo – ci dice Mario Lolini, che è uno dei produttori di riso della zona, come lo sono Fini e Sfondrini, anche in società con lui nella Serrata Lunga, o la fattoria San Carlo, di Ariane Lotti – si vedono moltissimi granchi blu che, a quanto pare, risalgono verso le risaie attraverso i fossi e gli altri corsi d’acqua. Non creano problemi direttamente alle nostre coltivazioni, ma la speranza è che non si mangino le gambusie, i pesciolini che in Maremma chiamiamo “buzzacchiotti“. Per noi sono fondamentali».

Una gambusia, per i maremmani "buzzacchiotto"
Una gambusia, per i maremmani “buzzacchiotto”

Le gambusie, infatti, sono pesciolini che sono fondamentali, in quanto mangiano le larve delle zanzare e fanno una fitodepurazione naturale delle acque. 

«Fino a qualche tempo fa – spiega ancora Lolini – li immettevamo noi, ma ora non ce n’è bisogno, perché nell’Ombrone ce ne sono tantissimi. Sono pesciolini piccoli e molto veloci, la speranza è che il granchio blu non ci banchetti. Sarebbe un problema serio».

Il gambero rosso e il granchio blu

Le specie aliene – o non indigene – sia animali sia vegetali, come il gambero rosso e il granchio blu, sono quelle introdotte in luoghi al di fuori del proprio habitat naturale, dove possono divenire invasive per il fatto che, trovandosi all’esterno del loro ambiente d’origine, non hanno predatori né competitori.

Per questo tendono ad aumentare esageratamente di numero, finendo per minacciare le specie locali, con danni alla biodiversità, alle attività e alla salute umana.

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Il gambero “killer” rosso importato in Toscana, poi diffuso in tutta Italia

Originario del delta del Mississippi che in Louisiana sfocia nel Golfo del Messico, a circa 160 km da New Orleans, il gambero rosso è stato importato da poco in Europa ed è diventato in breve tempo invasivo.

Tende a prendere il sopravvento su altri animali, sia crostacei, sia pesci non predatori, diventando in pochissimo tempo, anche per l’assenza di specifici predatori naturali, l’anello più forte della catena ecologica, tant’è che viene chiamato “gambero killer”.

In Italia fu importato in Toscana dalla Louisiana da un’azienda di Massarosa, vicino al lago di Massaciuccoli, per un tentativo di commercializzazione.

Si è poi diffuso, complice anche l’irresponsabilità degli allevatori e la mancanza di politiche di gestione ordinata dell’immissione di nuove specie sul territorio nazionale, dopo esser sfuggito al controllo degli allevamenti di chi lo aveva importato, in quasi tutta l’Italia. Recentemente la specie è stata osservata in più occasioni persino in acque marine, mettendo in evidenza la sua elevata tollerabilità salina.

Nelle risaie di Principina c’è, in gran numero, da alcuni anni.

Il gambero rosso della Louisiana nelle risaie a Principina (foto Giovanni Ciattini)
Il gambero rosso della Louisiana nelle risaie a Principina (foto Giovanni Ciattini)

Il granchio blu, ora anche in acque dolci

A preoccupare più del gambero rosso è il granchio blu. L’estate scorsa se ne parlò moltissimo. In questa ultima estate è diventato una presenza (quasi) normale. Ma non è che gli esemplari siano diminuiti, anzi.

E ora è presente anche in acqua dolce come, appunto, nelle risaie di Principina. Con tutto quello che potrebbe comportare per l’ecosistema, perché nelle risaie i predatori di questa specie sono ancora meno.

Il granchio blu è considerato una della specie aliene più invasive nel Mediterraneo. Può vivere fino a 4 anni ed è onnivoro: si ciba di bivalvi (cozze, vongole, ostriche), gasteropodi, crostacei, anellidi, insetti, pesci, e anche di alghe.

I suoi predatori sono pesci, soprattutto verso gli individui giovani, uccelli, tartarughe marine e l’uomo

Predilige vivere negli estuari dei fiumi, in zone lagunari sabbiose e fangose. Non per nulla è presente numeroso nella laguna di Orbetello e nella Diaccia Botrona, a Castiglione della Pescaia.

Tollera infatti un ampio range di valori di temperatura e salinità: può vivere con temperature dai 5°C ai 35°C e valori di salinità tra 2 e 48 ‰ ma può tollerare anche acque ipersaline fino a valori del 117 ‰. I maschi si concentrano in ambienti con minor salinità mentre le femmine preferiscono aree più saline.

Quando la temperatura scende sotto i 10°C, i granchi tendono a infossarsi nel fondale fangoso per poi emergere con l’arrivo della stagione primaverile.

Ed è una specie estremamente fertile, la femmina può deporre da 700.000 fino a 8 milioni di uova. 

Il granchio blu fotografato nelle risaie di Principina (foto Giovanni Ciattini)
Il granchio blu fotografato nelle risaie di Principina (foto Giovanni Ciattini)

 

 

Autore

  • Guido Fiorini

    Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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