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Dalle stalle alle stelle: quando Grosseto liberò le radio

Mauro Papa, direttore delle Clarisse, ci accompagna nei favolosi anni ’70: dal 20 al 29 settembre la Città visibile presenta la mostra “Settanta mi dà tanto. Gli anni ’70 a Grosseto”
Padre Ugolino con Fred Bongusto

GROSSETO. Un tuffo nei favolosi anni Settanta a Grosseto. Venerdì 20 settembre, alle Clarisse, è stata inaugurata la mostra “Settanta mi dà tanto”. Si torna indietro di cinquant’anni, attraverso le opere di architetti, fotografi, artisti, collezionisti, cittadini. 

Un racconto collettivo, che accompagna la settimana della Città visibile della Cultura, fino al clou della “Notte visibile” in programma sabato 28 settembre. 

Mauro Papa, direttore del Polo Le Clarisse, ci prenderà per mano per accompagnarci, sulle pagine del nostro sito, MaremmaOggi, in quegli anni strepitosi che hanno disegnato una città diversa.

Tre storie, che saranno poi approfondite durante tre incontri in programma alle Clarisse. La prima, quella di Maria Palombo, che tentò di abortire, nel 1973, e fu licenziata dal Comune e che potete leggere qui

La seconda, invece, ci ha portati dritti dritti dentro all’ex Cosimini, l’edificio più bello della città. Oggi invece, per l’ultima puntata dedicata ai nostri lettori, i protagonisti sono Padre Ugolino e le radio libere.

Dalle stalle alle stelle: quando Grosseto liberò le radio

di Mauro Papa

Mauro Papa

«Sandro Pertini, nel 1978, diventò il primo presidente socialista della storia repubblicana. La notizia venne diffusa con grande enfasi da tutti i mezzi di comunicazione, comprese le centinaia di radio “libere” che, solo da pochi anni, affollavano le frequenze italiane.

Molte di loro, quelle che si definivano “democratiche” e “popolari”, in quell’occasione ricordarono che proprio Pertini, durante la dittatura fascista nel 1929, installò in territorio francese un impianto clandestino radiotrasmittente: «Ogni voce di verità è oggi soffocata nella notte fonda senza stelle che sovrasta l’Italia – dichiarò – Ecco perché io penso di unirmi alla patria lontana attraverso le vie del cielo».

 L’esperienza clandestina di Pertini ispirò anche Danilo Dolci, educatore e poeta che prese parte alla fondazione di Nomadelfia a Grosseto. Dolci, nel 1970, fu il primo a incrinare il monopolio statale dell’etere dando vita, in un piccolo comune in provincia di Palermo, a “Radio libera Partinico”. Era la prima volta che si usava il termine “radio libera”, e la prima volta in cui «poveri cristi – disse Dolci – montavano una radio per sentirsi e per farsi sentire».

La radio del francescano dei divi

«L’esempio di Dolci, che impiegò la radio come strumento di comunicazione dal basso in contrapposizione all’uso della TV e della carta stampata controllata dai poteri pubblici, fu deflagrante.

Una marea di poveri cristi, ma anche di meno poveri e comunque bramosi di farsi sentire, cominciarono a montare piccole stazioni radio con trasmettitori FM e antenne. Bastavano pochi soldi, conoscenze tecniche elementari e tanta passione soprattutto per un tipo particolare di musica, definita “leggera”, che finì per motivare moltissimi ragazzi a diventare DJ radiofonici.

A Grosseto, in realtà, nei primi anni ’70 una radio esisteva già. E trasmetteva da un convento. Era lo studio radiofonico di Padre Ugolino, il “francescano dei divi”, che realizzava programmi per Telemontecarlo nel convento di San Francesco.

Il matrimonio di Celentano e la radio pop in convento

La storia di Padre Ugolino è una perla di moderna vivacità: nel gennaio del 1963, non ancora quarantenne e appassionato di musica pop, in un ristorante di Grosseto conobbe Adriano Celentano che fuggiva da Roma e da una burrascosa storia d’amore con la cantante Milena Cantù. La sintonia col molleggiato fu così forte che l’anno successivo Padre Ugolino venne scelto per celebrarne il matrimonio con Claudia Mori – alle 3 di notte per dribblare i giornalisti – nella chiesa di San Francesco a Grosseto. Celentano lo mise poi in contatto con molte altre personalità dello spettacolo come Orietta Berti, Al Bano e Romina, Claudio Villa, Fred Bongusto e Mino Reitano.

Padre Ugolino con Adriano Celentano nel convento di San Francesco (foto Bf)

Così Padre Ugolino colse l’occasione per diventare giornalista e fare apostolato tra i giovani in un modo nuovo: grazie ai nuovi contatti cominciò a scrivere per “Tv Sorrisi e Canzoni” e lo fece con un successo tale da essere convocato a Telemontecarlo per aprire una filiale della radio in terra di Maremma».

Telemontecarlo, già libera prima di diventare legale

«Telemontecarlo, infatti – racconta Mauro Papa – poteva rompere il monopolio statale perché era una radio straniera che si captava anche in Italia. Insomma, Padre Ugolino registrava a Grosseto ma la sua radio non rispondeva alle leggi italiane. Altro che povero cristo – come diceva Dolci – Padre Ugolino era un genio. Tutte le altre emittenti “libere”, invece, nei primi anni ’70 erano illegali. Ma ciò non impedì la creazione di nuove radio e televisioni. Nel 1975, a Grosseto, nacque la prima televisione locale, Telegrosseto, e la prima radio libera, Radio Grosseto International. Poi, nel 1976, la svolta».

Le radio libere alla conquista dell’etere

«Con la storica sentenza n.202 del 28 luglio la Corte costituzionale consentì ai privati l’installazione e l’esercizio di impianti di diffusione radiotelevisiva purché non eccedenti l’ambito locale, e la diga si ruppe: nel giro di tre anni a Grosseto nacquero Radio Maremma Libera (1976), Radio Brigante Tiburzi (1976), Radio Grifo (1977) e Radio Barbanella City (1978) – prosegue Papa – Radio Brigante Tiburzi era “emittente democratica”, quindi una radio di controcultura animata dai giovani contestatori di sinistra».

 

Il logo di Radio Tiburzi

«Ne disegnò il marchio l’antropologo comunista Roberto Ferretti, che raffigurava il brigante maremmano Tiburzi mentre ascoltava la radio in aperta campagna. E dalla campagna partivano anche le trasmissioni radiofoniche di altre emittenti libere: Radio Maremma Toscana trasmetteva da una stalla in Grancia e Radio Grifo da un granaio alla periferia sud della città. Insomma, la Maremma rurale conquistava l’etere e l’energia di una città nuova si liberava da conventi, granai e stalle per puntare, finalmente, alle stelle».

L’appuntamento alle Clarisse

Delle radio libere, della straordinaria esperienza di Radio Montecarlo, se ne parlerà mercoledì 25 settembre alle 18 alle Clarisse, nella sala conferenze. Il tema dell’incontro è: “Le prime televisioni locali e le radio a libere a Grosseto” con Giancarlo Capecchi, Paolo Pisani e Daniele Sgherri.

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