GROSSETO. Roberto Valente, membro della direzione del Pd (casualmente, dice lui) e cittadino che usufruisce dei servizi, ci invia questa riflessione.
Parla del costo dei servizi pubblici, dell’acqua in particolare. Proponendo ai Comuni dì riacquistare le azioni di Acea, socia al 49% di Acquedotto del Fiora, per arrivare, nel tempo, ad un abbassamento delle tariffe.
Troppi enti gestiscono i servizi
Si è aperto un ampio dibattito sui servizi che la regione dovrà garantire ai cittadini per la migliore organizzazione insieme alla massima economicità.
Un obiettivo sicuramente non facile ma indispensabile in questo momento di grave crisi economica a tutela dei cittadini.
Non passa giorno che sui media si leggono articoli che criticano i servizi per la loro non perfetta efficienza, ma soprattutto per i loro costi.
lo credo che in questo momento ci siano troppi enti che gestiscono i nostri servizi e che nel pensare comune della gente spesso vengono percepiti come baracconi utili solo a garantire qualche poltrona in più di quelle che ci sono e non dispensabili invece a dare servizi essenziali funzionanti e tariffe basse.
Costo eccessivo dell’acqua
Alcuni giorni addietro, su i giornali locali, erano stati indicati i costi di uno di questi beni essenziali: l’acqua e purtroppo eravamo in buona posizione nelle classifiche per il costo eccessivo.
Credo che sia arrivato il momento di aprire un dibattito per verificare come venire incontro ai cittadini e perdere così un primato troppo oneroso.
Nessuno vuole mettere in discussione l’Acquedotto Del Fiora che oggi insieme ad Acea, gestisce questo bene primario.
Dobbiamo riconoscere ad Acea che quando è entrata dentro l’acquedotto Del Fiora lo stesso non brillava nell’organizzazione del servizio.
Oggi però è stato organizzato e dobbiamo dire che funziona abbastanza bene.
AdF può muoversi da solo. I Comuni ricomprino le azioni Acea
Oggi lo stesso può tranquillamente muoversi da solo e quindi con un’operazione politica ed economica credo che sia arrivato il momento di rientrare in possesso delle azioni della società Acea e destinare tutto l’utile, che ogni anno viene ricavato dalla fornitura dell’acqua, all’acquisto delle azioni per poter poi procedere, con la sola gestione dei comuni e all’abbassamento delle tariffe.
Non credo che quest’operazione possa essere di breve respiro perché sappiamo che rientrare in possesso delle azioni richiederà qualche anno ma oggi è il momento che le forze politiche, debbano incominciare a ragionarci.
Ogni anno vengono fatti utili per circa 12 milioni di euro e il 49% di questi utili vanno alla società Acea e quindi l’acqua bene primario serve a fare legittimi utili, ma socialmente sbagliati, con l’aggravante che la società è del comune di Roma e quindi gli stessi vengono utilizzati in altra regione.
I cittadini oggi sanno che le loro tariffe producono certi utili e si rendono conto che gli viene richiesto di più di quello che serve per gestire ed investire e legittimamente si pongono una domanda: perché non si può fare diversamente?
Iniziamo un percorso per il riacquisto delle azioni
Allora, perché non iniziare a discutere su un percorso che allo scadere del contratto, invece di aprire un dibattito sul rinnovo del consiglio d’amministrazione e su coloro i quali debbano entrarci a far parte, possa iniziare a discutere di come utilizzare il dividendo che viene erogato e per la parte spettante a tutti i comuni della provincia di Grosseto lo stesso farlo confluire al 50% su un fondo vincolato al servizio esclusivo del riacquisto delle azioni e l’altro 50% per abbassare le tariffe?
Sarebbe un’operazione sbagliata o in linea con un referendum approvato dai cittadini che chiedevano l’acqua pubblica?
Naturalmente così l’operazione non potrà essere velocissima; lo potrebbe diventare se i comuni accedessero a un mutuo.
Una riflessione che spero possa servire ad aprire un necessario dibattito.
Roberto Valente
Un cittadino che usufruisce dei servizi
Casualmente membro della direzione provinciale del Pd
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