MANCIANO. Sono stati identificati dai carabinieri l’uomo e la donna che sabato 7 settembre hanno aggredito l’equipaggio del 118 alle cascatelle di Saturnia, durante i soccorsi a una donna che aveva avuto un malore.
Si tratterebbe di marito e moglie, entrambi infermieri. I militari della stazione sono riusciti a risalire alla loro identità: i due, avrebbero detto di voler chiedere scusa al collega contro il quale si era scagliato soprattutto l’uomo.
Insulti e spintoni durante il soccorso
Marito e moglie, entrambi infermieri romani, stavano passando la giornata alle cascatelle quando la loro attenzione è stata richiamata dalla richiesta di aiuto da parte di alcune persone. Una sessantenne si era sentita male.
I due sono intervenuti subito, mentre l’allarme è arrivato al 118. Quando però è arrivata l’ambulanza con un soccorritore e un infermiere, il collega intervenuto per primo ha cominciato a inveire contro di lui, impedendogli di utilizzare il monitor per controllare i parametri della donna. Dopo diverse urla e alcuni spintoni i due si sono dileguati, lasciando attoniti i soccorritori del 118.
Da quel poco che l’equipaggio del 118 è riuscito a capire, l’infermiere romano si sarebbe scagliato contro il collega perché qualche settimana prima la madre non sarebbe stata adeguatamente assistita durante un intervento di emergenza. Motivo, questo, che gli avrebbe fatto perdere le staffe quando si è trovato di fronte il collega che era intervenuto per soccorrere la sessantenne.
Domenica la coppia si è presentata all’ospedale di Orbetello dove era stata ricoverata la donna soccorsa a Saturnia, per riprendere un saturimetro che era rimasto sulla paziente. Poi, la chiamata dei carabinieri per l’identificazione.
L’infermiere aggredito non ha ancora sporto denuncia
Un episodio inqualificabile, quello che è avvenuto sabato 6 settembre alle cascatelle, sotto gli occhi attoniti dei tanti frequentatori. L’infermiere aggredito e insultato, non ha ancora sporto denuncia: ha tempo 90 giorni per procedere.
A Saturnia ci sono le telecamere che avrebbero ripreso tutta la scena. I due rischiano una denuncia per minacce e interruzione di pubblico servizio.
L’Ordine dei medici: «Troppe aggressioni, arresto in flagranza differita»
Il caso esploso sabato a Saturnia è uno di una lunga lista di aggressioni ai danni del personale sanitario. Di medici, infermieri, operatori. Casi per i quali la presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Grosseto, Paola Pasqualini, chiede interventi immediati allo Stato e alla Regione.
«L’indignazione, la solidarietà e la vicinanza ai colleghi aggrediti, per quanto doverose e ripetute ormai troppe volte, non bastano. Adesso – dice la dottoressa Pasqualini – occorre intervenire con misure concrete che possano consentire agli operatori sanitari di svolgere il loro lavoro quotidiano senza dover essere costretti a rischiare l’incolumità fisica se non addirittura la vita».
Uno scenario del quale purtroppo abbiamo riscontro anche nel nostro territorio. «Per questo condividiamo l’appello lanciato dal presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, che si è rivolto direttamente al Governo: serve un intervento diretto dello Stato e delle Regioni per introdurre misure e provvedimenti efficaci, anche utilizzando i fondi Pnrr – aggiunge – È inaccettabile che attualmente l’accesso in qualsiasi struttura sanitaria sia libero, senza che vengano adottate le opportune misure di sicurezza, ad esempio sistemi di controllo agli ingressi che impediscano l’introduzione di armi proprie o improprie, come avviene nelle sedi istituzionali o negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie».
Videosorveglianza e controlli agli ingressi
Pasqualini chiede anche l’installazione di apparati di videosorveglianza nelle strutture, sia come deterrente che per identificare con certezza gli aggressori e poter così applicare, entro 48 ore dal fatto, l’arresto in flagranza differita anche quando dovesse essere difficoltoso l’intervento immediato delle forze dell’ordine. «In questo caso dovrebbe essere il Parlamento ad estendere la misura anche nei confronti di chi commette violenza contro il personale sanitario – dice ancora – I medici e gli operatori non vanno lasciati soli». Tutti provvedimenti ormai indifferibili. «La continua escalation di episodi di violenza, che coinvolge soprattutto gli operatori nell’ambito dell’emergenza e del pronto soccorso – conclude la dottoressa Paola Pasqualini – sta portando alle dimissioni in massa di tanti validi professionisti esasperati, che vedono svilire il loro lavoro nonostante il massimo impegno quotidiano. E così, giorno dopo giorno, il Servizio sanitario nazionale si ritrova sempre meno adeguato alle necessità dei cittadini e alla salvaguardia del diritto alla salute».
Autore
-
nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli