GROSSETO. Il professor Giovanni Maria Flick, già ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte Costituzionale, da sempre sostiene l’importanza e il valore della cultura in ambito penitenziario e mercoledì 21 agosto ha incontrato gli studenti “ristretti” del corso Biblioteche innovative in carcere nella casa circondariale di Grosseto, insieme alla presidente del Cesp (Centro studi per la scuola pubblica) Anna Grazia Stammati, per entrare nel merito del progetto.
Biblioteche innovative in carcere, è un progetto a cura di Luisa Marquardt (Università Roma Tre) e di Anna Grazia Stammati (presidente Cesp), nato otto anni fa a Rebibbia (Roma) che si basa sul presupposto dello sviluppo della biblioteca in carcere quale luogo privilegiato di relazione per un apprendimento interattivo, in cui le conoscenze diventano abilità spendibili all’esterno e che, grazie all’impegno della “Rete delle scuole ristrette”, costituita circa dodici anni fa dal Cesp, si sta diffondendo in più penitenziari (per rimanere in Toscana il progetto è stato approvato anche nella casa circondariale di Livorno e nella casa di reclusione di Gorgona).
Flick ha donato mille volumi a Rebibbia
Il presidente emerito Giovanni Maria Flick, che condivide i principi di base del Cesp e della Rete, per i quali istruzione e cultura dovrebbero costituire gli elementi centrali dell’esecuzione penale, ha donato circa mille volumi della sua biblioteca privata ai detenuti di Rebibbia di Roma e il Fondo, costituito principalmente da monografie, più alcune annate di prestigiose riviste, come «Foro Italiano», è stato inventariato e classificato proprio dai corsisti “ristretti” di Rebibbia che stanno redigendo anche una guida ragionata del Fondo che sarà presentata entro fine anno.
Il progetto è attivo a Grosseto da febbraio
Poiché il progetto è attivo dal febbraio scorso anche nel carcere di Grosseto, primo istituto, dopo Rebibbia a credere nel ruolo che la biblioteca può svolgere in ambito penitenziario fornendo risorse per i programmi educativi e riabilitativi del carcere, il professor Giovanni Maria Flick, che ha già visitato la casa circondariale di Grosseto, durante il suo mandato in qualità di ministro della Giustizia, si è confrontato con i vertici dell’istituto proprio sull’importanza che la biblioteca e la lettura rivestono in un percorso trattamentale consapevole e realmente riabilitativo.
Dopo i saluti istituzionali il presidente Flick si è intrattenuto per circa un’ora con i corsisti discutendo sul valore dei percorsi trattamentali, sul senso e sulla capacità di recupero e riabilitazione attraverso i percorsi di istruzione e i progetti culturali in carcere e ha approfondito con gli studenti ristretti, il significato di alcuni articoli della Costituzione che dovrebbero costituire il perno per la costruzione di un sistema penitenziario rispettoso di quattro principi fondamentali in essa contenuti:
- le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità;
- le pene devono tendere alla rieducazione del condannato;
- la Repubblica garantisce i diritti inviolabili dell’uomo;
- tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
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