ORBETELLO. Un luogo che dovrebbe essere sinonimo di rispetto, memoria e raccoglimento, si trova invece in condizioni di abbandono e degrado. Stiamo parlando del cimitero comunale di Orbetello, dove i cittadini denunciano una situazione di incuria che ormai persiste da tempo.
Passeggiando tra le tombe, ciò che colpisce non è solo il silenzio che caratterizza questi luoghi, ma anche la trascuratezza visibile a occhio nudo: erbacce incolte invadono i vialetti, cumuli di foglie e rifiuti si accumulano senza essere rimossi, e molte tombe versano in uno stato di abbandono.
La manutenzione ordinaria sembra essere un lontano ricordo, e il degrado aumenta di giorno in giorno, suscitando rabbia e sconcerto tra i residenti.
«Un luogo sacro trasformato in uno scempio»
L’indignazione cresce tra i residenti, da mesi la situazione viene denunciata, ma niente, Nessun cambiamento. Tutto rimane come è.
«È uno scempio – commenta amaramente una cittadina – i nostri defunti meritano rispetto, ma sembra che chi di dovere abbia dimenticato completamente questo luogo. Chiediamo solo decoro e dignità per chi riposa qui e per chi viene a rendere omaggio».
Le accuse sono rivolte a chi dovrebbe prendersi cura di un sito di tale importanza e non lo fa, e naturalmente a chi, dovrebbe controllare e non controlla.
Il cimitero dove riposano i nostri cari e un luogo di importanza emotiva e simbolica per la comunità, le lamentele sono cresciute negli ultimi mesi, sfociando in una richiesta corale di interventi urgenti.
«Siamo stanchi di dover sopportare questa situazione. Almeno ci chiedano scusa per l’incuria dimostrata finora», aggiunge un altro residente, visibilmente indignato.
La richiesta è chiara: un intervento rapido per restituire decoro al cimitero e un impegno costante per garantirne la manutenzione.
Ora i cittadini lagunari sperano che le loro voci, unite nel disagio, possano finalmente portare a un cambiamento. In attesa di risposte concrete, il cimitero di Orbetello rimane un triste esempio di come l’incuria e la disattenzione possano offuscare il rispetto dovuto a chi non c’è più, e ferire profondamente chi rimane.
(le foto sono di Marco Capitani)
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