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Prenota un tavolo per 10 solo per rubare l’asporto

Modi gentili, sorriso e capelli biondi: questa è la donna che se n’è andata con le pietanze dicendo: «Ho dimenticato il borsello in auto». Quando è stata richiamata al telefono, ha rassicurato il titolare: «Tornerò a pagare». Ma non si è più fatta viva
Leonardo Peccianti
Leonardo Peccianti

GROSSETO. Aveva chiamato per ordinare un asporto per i suoi genitori anziani e per prenotare un tavolo per 10 persone. Tutto per festeggiare il suo compleanno. Poi si è presentata: bionda, modi gentili. Ma quando è arrivato il momento di pagare, si è dileguata con il cibo da sporto. Senza saldare il conto. Con la scusa di aver lasciato il borsello in auto, si è allontanata dal ristorante con il cibo.

Aveva modi gentili, circa 50 anni, sorrideva e non si è mai tradita raccontando la sua storia: non c’era nulla, insomma, che potesse far capire che in realtà si trattava di una truffa.

Una disavventura, per Leonardo Peccianti titolare della Locanda de’ Medici, che lascia l’amaro in bocca. «Non è tanto per la rabbia e neanche per i soldi, è una questione di fiducia: ha fatto di tutto per fregarmi – dice il ristoratore – Appena entrata ha chiesto addirittura se poteva vedere il tavolo e se poteva portare la torta. Niente faceva capire che aveva intenzione di rubare quei piatti. Il problema è che può farlo con tutti gli altri miei colleghi».

L’allarme di Peccianti: «Ristoratori state attenti»

I truffatori mirano sempre a conquistare la fiducia del malcapitato, con gentilezza, sorrisi e bei modi. Tutto questo, però, serve solo per derubare. Anche in un momento particolare per i ristoratori, come questo, segnato dal drastico calo del turismo a Grosseto.

La donna, prima ha chiamato al telefono dicendo che voleva festeggiare il suo compleanno lì, alla Locanda de’ Medici, e che le serviva un asporto per due persone. Quei piatti erano per i suoi genitori, i quali per via dell’età, non potevano andare al ristorante con lei.

Un piano, quello messo in atto dalla donna, studiato nei minimi dettagli. «Non c’era niente che facesse pensare a una scusa per rubare l’asporto. Anzi, mi aveva dato anche il suo numero di telefono vero. Ha avuto anche molte premure: ha chiamato per dirmi che avrebbe tardato a ritirare l’asporto per i genitori – dice Peccianti – e appena entrata nel ristorante, ha chiesto se poteva vedere il tavolo prenotato e se poteva portare la torta. Una volta messi d’accordo per la festa di compleanno, le ho fatto lo scontrino per l’asporto».

«Alla cassa mi ha detto che aveva lasciato il borsello in auto e io, dal momento che aveva prenotato, le volevo anche dire che poteva saldare tutto dopo la cena. Poi mi ha ha detto che sarebbe andata subito a prendere il borsello e mi ha chiesto se poteva portare intanto l’asporto in auto – continua – Ho acconsentito, assolutamente sbagliando, ma nei miei panni credo che in molti ci sarebbero cascati: non c’era niente che facesse pesare a una truffa».

La donna ha risposto anche al telefono dopo la truffa

Dopo che se n’è andata senza pagare l’asporto, Leonardo Peccianti l’ha chiamata al numero di telefono con cui aveva prenotato. «Quando ha risposto al cellulare mi ha anche detto che sarebbe arrivata dopo qualche minuto per pagare, ma non si è più presentata – dice il ristoratore- Fortunatamente sono riuscito a dare quel tavolo prenotato ad altri clienti. La cosa che lascia l’amaro in bocca è che mi sento preso in giro per la premeditazione che ha avuto per rubare l’asporto».

Il ristoratore ha denunciato la donna. «Questa mattina l’ho denunciata, per evitare che possa accadere ad altri colleghi ristoratori o albergatori. Quindi fate attenzione – dice – Perché è semplice cascare nel tranello».

Dopo la denuncia di Leonardo la donna è stata identificata

 

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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