GROSSETO. C’erano anche tre operatori sanitari del 118 della Asl Toscana Sud Est sul C-130 dell’Aeronautica militare che mercoledì 7 agosto è atterrato al Cairo per portare in Italia 16 bambini palestinesi di Gaza con patologie croniche e con ferite provocate dai bombardamenti.
Sono il dottor Francesco Donati , medico del 118 e del pronto soccorso operante all’ospedale di Bibbiena, e due infermieri 118, Antoine Belperio di Arezzo e Michele Cerretani di Grosseto che hanno raccolto l’invito proveniente dalla Cross di Pistoia, la centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario che opera dalla città toscana e che è una delle due strutture presenti in Italia (l’altra è a Torino). Sul volo anche volontari di Anpas, Misericordia e Croce Rossa toscana.
Con loro c’era anche l’architetto Andrea Marchi, volontario della Cri e delegato regionale delle attività d’emergenza della protezione civile.
16 bambini malati e feriti in Italia
La missione Medevac promossa dalla Cross di Torino e Regione Toscana ha visto il coinvolgimento degli operatori sanitari delle tre Asl toscane e del Meyer per portare in Italia 16 bambini di Gaza, quattro dei quali sono stati trasferiti al Meyer mentre gli altri dodici sono andati a Torino, Milano, Bergamo, Bologna, Ancona, Trieste, Terni e Perugia.
Il ritorno in Italia, giovedì 8 agosto, con due aerei, quello dell’Aeronautica Militare e un Atr della guardia di finanza, atterrati all’aeroporto di Bologna.
Sull’Atr c’erano i tre operatori sanitari della Asl Toscana Sud Est oltre alla coordinatrice infermieristica 118 della Asl Toscana Nord Ovest, Monica La Vita, e una delle due mediatrici culturali, Fatima El Mohajir della Misericordia del Galluzzo.
I bambini, in tutto 16, erano ricoverati all’ospedale italiano del Cairo “Umberto I” e sono arrivati in Italia con le loro famiglie (36 persone).
L’emozione di Michele: «Hanno visto la guerra ma continuano a sorridere»
«È stata una bella esperienza che ci ha provato dal punto di vista emotivo – dice Michele Cerretani, infermiere 118 di Grosseto – La cosa che ci ha colpito, è che nonostante vengano da territori di guerra sulla bocca di questi bambini c’è sempre il sorriso, pronti ad entusiasmarsi per matite colorate e caramelle regalate dalle associazioni di volontariato. Ma mi ha colpito anche vedere le bambine guardare sui cellulari le immagini della loro città ridotta a macerie. Sono grato all’Asl Toscana Sud Est per avermi dato la possibilità di fare questa esperienza e di conoscere il personale delle altre Asl. È stata una esperienza nuova che ci ha fatto crescere sia sotto il profilo professionale che personale».
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