CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Quell’area, un orto a ridosso della chiesona di San Giovanni Battista dentro le mura nel borgo medioevale a Castiglione della Pescaia, per decenni di fatto era stata abbandonata.
Conosciuto come l’orto dei preti, qualche anno fa il luogo era stato in parte ripulito dagli arcieri per usarlo durante l’esibizione della sfilata medioevale.
Il muro a ridosso di una proprietà, era anche in parte crollato e servivano dunque opere importanti per sistemarlo.
E durante la sistemazione, sono venute alla luce anche monete antiche.
Il lavoro voluto da Don Paolo Gentili insieme al Comune
Il vulcanico Don Paolo Gentili però (negli ultimi grazie alla sua volontà sono state realizzate per esempio le rievocazioni storiche della via Crucis), ha iniziato a pensare di ripristinare l’area, anche per renderla fruibile e comunque ripulirla.
Insieme all’amministrazione comunale, è stato incaricato lo studio Rafanelli e circa tre mesi fa sono iniziati i lavori e tramite un bando con la Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze, sono stati trovati anche i fondi, con l’aggiunta di quelli comunali.
In più, e cosa di non poco conto, è stato sistemato e “piastrellato” tutto il sagrato di fronte alla chiesa, con il recupero di alcune pietre che sono poi servite a sistemare il vialetto d’ingresso dell’orto.
Opere che di fatto che hanno cambiato il volto ad una zona iconica di Castiglione.
Subito è stato dunque chiaro che quell’area, la sindaca Elena Nappi ha già dichiarato che vuole “ribattezzarlo” giardino di San Giovanni Battista, era un posto incredibile.
Dopo il cancello d’ingresso un terrapieno verso il lato nord a ridosso della chiesa, ideale per piante e fiori, poi dopo un qualche metro si apre una vera piccola piazza. Il muro crollato era sul lato est, completamente risistemato, mentre sul lato nord si è formata una nicchia, la Torre dei morti, che serviva di vedetta e che attraverso una porticina, ora murata, portava al piccolo cimitero sottostante; poco più avanti sempre sul muro di cinta, c’è una larga apertura con una vista mozzafiato da cartolina sul golfo castiglionese che guarda Capezzolo.
E poi è stato recuperato un “cippo”, una sorta di paracarro, che probabilmente era alla porta d’ingresso della chiesa e realizzata una panchina con un cordolo trovato sempre nel sagrato.
Sul lato che guarda il mare è sorto il palco naturale, dove appunto ospitare le persone, come nell’ultima presentazione del libro su Cosimo I del Governatore della Toscana Eugenio Giani: «Una notizia magnifica il ritrovamento di una moneta di Cosimo II – ha commentato Giani, quando la sindaca Nappi lo ha informato –. Proprio il Castello del X secolo eretto dai pisani come torre costiera di avvistamento, fu acquistato da Cosimo I per sua moglie Eleonora di Toledo, e ora viene fuori una moneta con il conio del nipote che ricordo era il figlio di Ferdinando I de’ Medici e di Cristina di Lorena, il quarto Granduca di Toscana dal 1609 al 1621, anno della sua morte».
Il ritrovamento delle monete
Come detto però, durante i lavori sono affiorate diverse monete e medaglie. Quasi in modo naturale, visto che è bastato il rastrellamento e sono emerse quasi subito. In particolare una moneta d’oro spagnola ben conservata che era dentro una teca del 1540, e tre monete d’argento una con le effigi dell’annunciazione dell’epoca dei Medici, appunto di Cosimo II. Ma anche monete varie degli inizi del 1900.
Le monete ora sono alla Soprintendenza archeologica di Grosseto, che ha dato ampia collaborazione, in attesa di un progetto di restauro per poi renderle fruibili a tutti.
Il progetto realizzato dallo studio Rafanelli
Ad organizzare e far partire i lavori c’ha pensato lo studio castiglionese Rafanelli, con l’architetta Marica che ha pensato al progetto e alla direzione dei lavori, con l’impresa Atlante, sezione restauri, del patron Gianni Lamioni che è stata incaricata materialmente dei lavori con la supervisione di Stefania Caloni.
«La progettazione è iniziata dopo che era crollato il muro di confine con una proprietà privata (lato sud) e con don Paolo che ci ha chiesto come potevamo sistemarlo – ha spiegato Marica Rafanelli – e da li ci siamo interessati se potevamo partecipare a dei bandi, come appunto quello della Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze. L’idea di base è sempre stata quella di recuperare tutto il materiale possibile, come nel caso delle pietre del sagrato, e realizzare qualcosa di semplice senza impattare la storia».
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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