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Due anni della nuova vita: «Venite tutti a brindare con me»

Camelia era stata sbalzata via dalla sella della sua moto nel 2022. Oggi a due anni dallo schianto, invita tutti a casa sua: «Grazie a chi mi è stato accanto, anche solo con una preghiera»
Camelia Iulia Munteanu
Camelia Iulia Munteanu

GROSSETO. Una storia piena di difficoltà, ma anche di amore e voglia di aiutare il prossimo. Una storia che fa venire i brividi per la forza dimostrata da Camelia Iulia Munteanu, che ha avuto un incidente nel 2022. Lei è viva per miracolo e, nonostante le difficoltà, non si è mai fermata. Oggi, venerdì 2 agosto, Camelia festeggia il suo secondo compleanno della nuova vita e vuole condividere questo momento con tutti. Per questo ha deciso di creare un evento e invitare questa sera a casa sua chiunque voglia partecipare.

La vita della donna non è mai stata semplice. Ha dovuto combattere per diventare libera e in Italia ha trovato la sua strada. «Sono arrivata in Italia nel 2003 e grazie ad una famiglia di Padova mi sono emancipata, loro mi hanno dato la forza e la possibilità di crearmi una nuova vita – dice – Dopo l’incidente ho avuto un’altra occasione e ho iniziato a vedere le piccole cose della vita e a scoprire un mondo diverso».

Oggi Camelia sta affrontando il suo percorso di guarigione e nel frattempo trova anche le energie per essere d’esempio agli altri. Mentre faceva fisioterapia, infatti, era lei a dimostrare che con impegno, dedizione e forza è possibile ottenere i risultati. Ma questa forza lei la prendeva proprio dalla voglia di aiutare gli altri, dimostrando che poteva farcela per tutti loro.

La vita di Camelia prima dell’incidente

Camelia, prima dell’incidente, era una pizzaiola di alto livello: ha anche insegnato a Dubai e in Norvegia come si fa la pizza. «Sono stata anche una giudice di competizione fra pizzaioli a livello internazionale – dice – Poi un giorno ho fatto un corso di cucina, dove ho imparato ad usare alcune tecniche sulla pizza. Da lì mi sono appassionata sempre di più al mondo dei fornelli».

«Mi sono sempre più specializzata fino ad arrivare a essere capo chef, nella mia ultima stagione, quella prima dell’incidente, gestivo la cucina a 360 gradi – continua – Facevo gli ordini, preparavo la linea, facevo il servizio e gestivo i ragazzi con cui lavoravo. Ero al mio apice ed ero incredula anche io: non ho mai pensato che sarei riuscita in una cosa del genere».

La passione di Camelia si vedeva in ogni suo piatto, che era curato in ogni singolo dettaglio. «La cosa più importante per me era la soddisfazione del cliente – dice – e quando arrivava un riscontro positivo ero felicissima. Le persone mi dicevano che sentivano me nei piatti e per questo si emozionavano, oggi faccio lo stesso, solo con la mia storia».

L’incidente e la nuova vita

Camelia, nell’incidente, ha riportato tantissime fratture. «Ero letteralmente distrutta – dice – Non c’era più un pezzo che fosse al suo posto». Anche i medici credevano che non ce l’avrebbe fatta e la sua vita era appeso a un filo di un millimetro. Lo stesso millimetro che l’ha lasciata vivere, perché quel centesimo di centimetro era la distanza che c’era fra il suo femore spezzato e l’arteria femorale.

«Qualcuno da lassù mi ha guardata e mi ha aiutata, io credo che sia grazie anche a tutti coloro che mi hanno pensata ed hanno pregato per me – dice Camelia – Nessuno può togliermelo dalla testa».

Il percorso di recupero della ragazza non è stato semplice e le ha portato tanto dolore, ma questo non l’ha fermata. «Era difficile e tutt’oggi lo è. Non potevo andare in bagno da sola, mi muoveva le gambe e le braccia il fisioterapista, avevo la carrozzina e tanto altro ancora. Lì però ho iniziato a vedere le cose con un’ottica diversa – dice Camelia – Penso che siamo tutti un tutt’uno e che dovremmo aiutare il prossimo, per questo invito tutti a questo mio secondo compleanno».

«Ho cominciato a vedere il mondo come un’insieme di cui dobbiamo prenderci cura. Per esempio se vedo qualcosa in terra lo butto nel cestino, perché magari chi ci passa dopo di me potrebbe scivolarci e farsi male – continua – Sento di più anche le sensazioni, quando mi sono fatta la prima doccia dopo l’incidente sentivo sulla mia pelle ogni singola goccia d’acqua. Ho una visione diversa della vita, molto più attenta e mi godo tutte le piccole cose».

L’aperitivo da Camelia

Tutti sono invitati al secondo compleanno della donna, perché crede fermamente che se lei oggi è qui è grazie a chiunque abbia avuto un pensiero per lei e per chi ha pregato per lei. Camelia mostra una una forza stravolgente, che veramente in pochi avrebbero, per questo e un esempio per tutti noi.

«Il mio fisioterapista diceva che ero un modello da seguire, questo mi spingeva a dare il meglio di me – dice la donna – Io mostravo loro la forza e loro mi motivavano a fare sempre di più. Mi piace anche la mia nuova vita è diversa, ma molto più attenta. Invito tutti al mio secondo compleanno, perché non voglio dimenticare nessuno, né chi mi ha accompagnato in questo percorso né chi ha pregato per me».

«Se oggi sono qui è grazie ai medici di Siena, ai miei amici, al mio compagno e anche a tutti voi. Ero data per spacciata, il mio corpo era come se fosse esploso e io sono qua comunque – continua – Questo è quello che voglio festeggiare con tutti. Spero che vengano in tanti, la porta di casa mia è aperta a tutti, anche a chi mi vuole conoscere o solo ci vuole scambiare due parole».

 

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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