Addio a Sergio, il grazie del fratello Stefano: «Emozione ed affetto» | MaremmaOggi Skip to content

Addio a Sergio, il grazie del fratello Stefano: «Emozione ed affetto»

Stefano Bronchini dopo il funerale del fratello Sergio ringrazia tutti coloro che gli sono stati vicino: «Giornata intensa, difficile, indimenticabile. L’emozione ed il vostro affetto sono stati ingombranti»
Un momento dei funerali di Sergio Bronchini, alla caserma dei vigili del fuoco
Un momento dei funerali di Sergio Bronchini, alla caserma dei vigili del fuoco

GROSSETO. Al termine della cerimonia alla caserma dei vigili del fuoco, con le ceneri di Sergio Bronchini che ora sono al cimitero della Misericordia, il fratello Stefano Bronchini ha scritto una lunga e commovente lettera agli amici di Sergio.

Un genitore che perde un figlio è innaturale

«Cari amici di Sergio. In questi giorni ho visto ed ascoltato più volte il discorso sulla morte che Steve Jobs ha pronunciato all’università di Stanford davanti a centinaia di giovani. Parla della morte come la cosa più naturale al mondo, riuscendo quasi a renderla simpatica; la morte è naturale ancora più della nascita. Nascere non è scontato, morire sì».

«La morte fa parte della vita, della nostra natura. È normale, piangere un amico, è normale piangere un genitore, è normale piangere un marito od una moglie, è normale anche piangere un fratello. Chi è fratello o sorella prima o poi piangerà quello che morirà per primo. Non è normale, però, che tutto questo avvenga così presto. La morte dovrebbe avere i “suoi tempi”».

«Ma nella morte c’è una cosa innaturale, la più innaturale di tutte: quella di un genitore che piange per aver perduto un figlio. Pensate, non esiste una parola che identifica questa condizione: esiste il vedovo, la vedova, l’orfano, ma non esiste la parola che descrive un genitore che rimane senza un figlio. Talmente innaturale che non ha parola».

Una giornata intensa, difficile, indimenticabile

«Ieri è stata una giornata intensa, difficile, indimenticabile. L’emozione ed il vostro affetto sono stati “ingombranti”. Hanno occupato ogni centimetro rimasto scoperto tra voi e l’amico di Sergio che avevate a fianco. Il comandante di Sergio ha riassunto nelle sue parole tutti i nostri pensieri sembrava fosse entrato nelle nostre teste per tirarci fuori ad ognuno di noi una parola per riassumerla nel suo intervento senza dimenticare nemmeno una virgola….» I

«l punto più bello quando dice a Giulia che “i vigili del fuoco sono così, e in qualsiasi parte del mondo tu, Giulia, dovessi dire sono la figlia di un vigile del fuoco, troverai un babbo che ti prenderà per mano per farti sentire a casa”. E poi ancora “Sergio non era un vigile del fuoco, Sergio è un vigile del fuoco” e così tutti noi lo dovremo ricordare. Sergio è un vigile del fuoco, Sergio è nostro amico, Sergio è mio fratello».

Un grazie a tutti voi

«Amici, vi ringrazio tutti davvero, anche a nome di Sabri e Giulia per come ci avete seguiti in questi mesi, per come ci avete supportati e dato la forza per lottare contro un nemico così subdolo, infame e spietato. Non finirò mai di ringraziare tutti voi. ringrazio il comandante Raschillà, che nel frattempo è diventato “Il nostro comandante” per come ha organizzato nel minimo dettaglio la cerimonia di addio a Sergio e per le sue parole splendide con cui ha descritto noi e Sergio nel suo intervento».

Un abbraccio a Giulia, ha il sorriso di Sergio

«Un abbraccio alla mia cara nipote Giulia nella quale, tutti noi rivedremo per sempre il suo sorriso. Ancora un grazie immenso ai “soliti noti” che non sto qui a nominare per essere riusciti a far passare un evidentissimo “stolkeraggio” in grandissima forma di amore. E per ultimo, ma primo per importanza, ringrazio Sabrina, diventata in questi tristi mesi il faro guida, la “manichetta” con cui avrebbe voluto spengere l’incendio più grande; il punto di riferimento per Sergio e per tutti noi».

«Sergio si è aggrappato a lei in ogni istante, da quando, il 29 dicembre, le analisi fatte, dichiaravano un brutto presagio. Ieri, ho saputo, che molte persone l’hanno voluta conoscere di persona per sapere quale volto si nascondesse dietro tanta forza e dedizione. Sabri….. Grazie».

«Infine vi chiedo un’ultima cosa, per me e per lui. Questa sera, prima di addormentarci, dedichiamo a Sergio questa preghiera, va bene anche per chi non è credente: “Non maledico Dio (destino) per avercelo tolto, ma lo benedico perché ce lo ha fatto conoscere“. Grazie di cuore a tutti voi, siete stati meravigliosi».

Stefano Bronchini

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