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Cercava il tesoro a Montecristo, ordinata l’estradizione

Davide Pecorelli, l’imprenditore naufragato poco lontano dall’isola dopo essere scomparso per mesi, è stato condannato in Albania a 4 anni di reclusione
Davide Pecorelli il giorno della sua laurea

GROSSETO. Estradizione. È questa la parola che da venerdì 24 maggio sembra diventare sempre più concreta, dopo che la Corte d’Appello di Perugia, ha dichiarato che Davide Pecorelli, l’imprenditore umbro scomparso per sei mesi e riapparso naufrago al largo dell’isola di Montecristo, dovrà scontare la pena (4 anni) in Albania

L’uomo, il 2 ottobre 2022 era stato raggiunto da un mandato di arresto internazionale emesso dal Tribunale di Puke.

Gli avvocati dell’imprenditore: «Si verifichino le condizioni carcerarie»

Davide Pecorelli era stato arrestato per truffa aggravata in concorso, profanazione di tombe in concorso, intralcio alla giustizia in concorso, distruzione della proprietà tramite incendio in concorso e attraversamento illecito della frontiera. Il tribunale di Scurati lo aveva condannato a 4 anni di reclusione con il rito abbreviato.

Gli avvocati dell’imprenditore, Andrea Castori e Massimo Brazzi hanno chiesto che il loro assistito potesse scontare la condanna con l’applicazione di pene alternative al carcere. «Sul reato di truffa aggravata – dicono gli avvocati – sussistono fondate perplessità sia in ordine alla corretta qualificazione del fatto, che in relazione ad una irragionevole sproporzione del trattamento sanzionatorio rispetto alla pena prevista dal codice penale italiano».

C’è poi la questione delle condizioni detentive in Albania. «È necessario verificare – dicono gli avvocati Castori e Brazzi – se le condizioni detentive in Albania siano rispettose del divieto di sottoposizione dei detenuti a trattamenti inumani e degradanti che impedirebbero l’esecuzione dell’estradizione nei confronti dell’assistito, come nel noto caso di cronaca che ha visto coinvolto Gabriele Marchesi, compagno di Ilaria Salis, per il quale non si è dato corso all’estradizione per fatti ben più gravi di quelli ascritti al Pecorelli».

Gli avvocati dell’imprenditore faranno ricorso in Cassazione. «Siamo fiduciosi – dicono –  nella riforma della pronuncia e della fondatezza delle argomentazioni difensive, tenuto anche conto che la consegna del signor Pecorelli inciderebbe pesantemente nella sfera familiare, essendo sposato e padre di quattro figli».

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