GROSSETO. Diecimila km di tubazioni che trasportano l’acqua potabile dalle sorgenti ai rubinetti di casa, come da Grosseto a Pechino, oltre a 1600 km di fognature: sotto ai nostri piedi, dall’Amiata al mare, c’è una rete immensa. Dalle dorsali che partono dalle sorgenti e attraversano il territorio, fino ai tubi più piccoli, la rete di Acquedotto del Fiora pulsa un po’ come il sistema di vene e arterie nel corpo umano. E consente di farsi la doccia e cuocere la pasta, gesti quotidiani che a tutti noi appaiono scontati, ma che necessitano di una regia e di un controllo remoto 24 ore su 24.
Sulle colline di Grancia, fra gli olivi e le viti, dove lo sguardo domina la città di Grosseto, la golena dell’Ombrone e arriva fino al mare, e accanto allo storico serbatoio di Grancia, c’è il cervello elettronico che controlla la rete. Qui ha sede la centrale operativa di AdF, dove tecnici di grande professionalità monitorano ogni giorno dell’anno, anche di notte, il funzionamento della rete. Con l’obiettivo primario di prevenire i problemi e far diventare normali i gesti quotidiani di tutti noi quando apriamo un rubinetto.
L’immensa rete di AdF, dall’Amiata al mare
Acquedotto del Fiora gestisce il servizio idrico integrato in 55 comuni: tutti i 28 in provincia di Grosseto e in 27 in provincia di Siena, nel complesso sono circa 8000 km quadrati, più di un terzo dell’intera Toscana. I 10mila km di rete sono in funzione grazie a 3000 impianti. E tutta la macchina fa capo alla centrale di Grancia, dove decine di schermi, e un monitor grande come una parete, danno agli operatori la situazione in tempo reale.
L’acqua arriva ai rubinetti dei grossetani e dei senesi dalle sorgenti di falda del monte Amiata: le sorgenti di Santa Fiora, che si trovano nel parco della Peschiera, la sorgente dell’Ermicciolo al Vivo d’Orcia, all’interno del Parco della Val d’Orcia, la sorgente delle Arbure e di Bugnano fra Castel del Piano e Seggiano. Il fabbisogno idrico complessivo dei 55 comuni che viene coperto dall’acqua del monte Amiata è di circa il 55%, la restante risorsa proviene da sorgenti locali, campi pozzi, da invasi artificiali, da fiumi o dal mare.
Le condotte di adduzione e distribuzione e i serbatoi
Quindi nella rete capillare che da Grancia tengono sotto controllo 24 ore su 24 ci sono le condotte adduttrici che trasportano l’acqua da sorgenti, pozzi e prese a mare ai serbatoi di accumulo; da questi ripartono le condotte di distribuzione, che trasportano l’acqua ai singoli contatori dei cittadini. I tratti terminali che collegano le condotte di distribuzione ai contatori sono detti “allacci”.
Le tubazioni di adduzione e distribuzione idrica sono collegate tra loro in modo da ripartire le portate e le pressioni dell’acqua in funzione della richiesta.
Tra le condotte di maggior rilievo di AdF, ci sono le dorsali Fiora, Arbure e Vivo, che trasportano la risorsa idrica captata da AdF dalle sorgenti del monte Amiata fino alla costa grossetana o alla provincia di Siena.
Cosa fa la centrale operativa e come previene i problemi
La centrale operativa di Grancia è un po’ come mister Wolf di Pulp Fiction: “Risolve problemi“.
La centrale fa un monitoraggio in continuo e in tempo reale e consente ad AdF di intervenire in modo tempestivo nel caso ci siano anomalie, così da ridurre al minimo i disagi all’utenza finale. Nel tempo, infatti, sono stati aumentati i comandi possibili da remoto, così da evitare, nella maggior parte dei casi, di inviare un operatore sul posto. Da Grancia, intervenendo da remoto sulle grandi dorsali, si possono anche deviare i flussi idrici, in base alle esigenze del momento.
Dalla centrale è possibile anche fare la ricerca delle perdite su tutta la rete. Questo avviene misurando in tempo reali le pressioni e le portate nelle adduttrici, le grandi dorsali. In caso di variazioni non previste il sistema ad altissima tecnologia è in grado di individuare il tratto esatto dove si trova la perdita, così da mandare sul posto gli operatori.
Nella distribuzione il monitoraggio è di due tipi. Da una parte viene monitorato costantemente il livello dei serbatoi, con un allarme che scatta sotto ad una certa soglia.
Dall’altra si controllano pressioni e portate delle distribuzioni, durante le ore notturne di minor consumo; una variazione di questi due valori segnala una possibile perdita e quindi un intervento degli operatori di AdF.
Inoltre, chiudendo piccoli distretti, cioè aree di distribuzione minime, è possibile capire con esattezza dov’è il guasto. In caso di disservizio temporaneo la centrale invia agli utenti un’email e un sms di avvertimento.
In questo modo dal Fiora, attraverso 10mila chilometri di tubi, l’acqua arriva ai nostri rubinetti. Sembra scontato, ma non lo è.
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