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Stile Cappiello, la rivoluzione è un manifesto

Da sabato 18 maggio l’apertura al pubblico alle Clarisse dell’esposizione dedicata ad uno dei padri della grafica pubblicitaria
Una delle opere in mostra

GROSSETO. Al Polo Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura inizia un viaggio alla scoperta della nascita della grafica pubblicitaria attraverso i manifesti d’arte. Un viaggio appunto, che parte dalle opere di uno dei padri del moderno “cartellonismo”, Leonetto Cappiello, con un focus particolare sui manifesti della collezione di Federico Guidoni creati negli anni venti del 900, quando i primi poster pubblicitari arrivarono a Grosseto.

Sabato 18 visita guidata con il direttore Mauro Papa

La mostra “Stile Cappiello. La rivoluzione dei manifesti d’arte”, promossa grazie al sostegno della Fondazione CR Firenze, aprirà al pubblico sabato 18 maggio: per l’occasione alle 18 è prevista una visita guidata del direttore del Polo Le Clarisse Mauro Papa.

Per partecipare occorre prenotarsi al numero 0564 488066 (dal giovedì alla domenica, ore 10-13 e 17-19) o scrivere a prenotazioni.clarisse@gmail.com: il costo della visita è quello del biglietto di ingresso (5 euro) che comprende anche la visita al Museo Luzzetti.

La mostra “Stile Cappiello. La rivoluzione dei manifesti d’arte”, a cura di Mirko Morini e Mauro Papa, resterà nelle sale di via Vinzaglio fino all’8 settembre. Le opere originali di Cappiello (manifesti, ma anche bozzetti e altri oggetti) sono esposte insieme ai manifesti di Dudovich, Ballerio, Hohenstain, ma anche di Depero, Sironi, Nizzoli e Marangoli in un percorso che va dalla réclame Liberty alla perdurante influenza di Cappiello su autori del secondo dopoguerra, da Armando Testa agli anni Settanta.

«Nel 2023 – spiega Mauro Papa – grazie al progetto “La rivoluzione della modernità” sostenuto dalla Fondazione CR Firenze, il Polo culturale Le Clarisse aveva dedicato due mostre agli anni Sessanta in Maremma (una delle quali intitolata a Ico Parisi) che rivolgevano un’attenzione particolare agli oggetti di design. Il nuovo progetto “Specchi del progresso: manifesti d’arte ed estetica della strada a Grosseto tra anni Venti e Settanta” individua invece nella grafica pubblicitaria dei manifesti d’arte la disciplina espressiva da riscoprire e indagare. Indagare l’arte del manifesto, oggi, vuol dire indagare la storia del costume e dei rapporti sociali e, allo stesso tempo, indagare il concetto stesso di arte. In altre parole, non è più la critica d’arte a giudicare il linguaggio pubblicitario ma l’analisi storica del linguaggio pubblicitario a fare critica sulla definizione di cosa è giudicato “arte”».

A curare la mostra insieme a Mauro Papa è Mirko Morini.  «L’arte pubblicitaria di Leonetto Cappiello, uno dei padri del moderno cartellonismo italiano, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione – spiegano i curatori – non solo per la bellezza che esprimeva, ma perché sovvertiva il modo di vedere e quindi la sensibilità, e la percezione della realtà, del pubblico che la osservava. Le vere rivoluzioni sono sempre, prima di tutto, rivoluzioni estetiche. Creano progresso e creano linguaggi nuovi, a prescindere dai contenuti che trasmettono. E questa rivoluzione toccò anche Grosseto».

Dagli anni Venti agli anni Settanta

Il nuovo codice figurativo proposto da Cappiello a Grosseto visse tre momenti topici: negli anni Venti, quando si diffusero in città i manifesti d’arte di Marcello Dudovich, Achille Luciano Mauzan, Aldo Mazza ed Emilio Malerba; negli anni Cinquanta, quando lo stile “francese e italiano” dei manifesti pubblicitari era rappresentato da Federico Seneca, Giovanni Mingozzi, Romolo Castiglioni, Nico Edel e Alfredo Lalia, e infine – dopo la crisi dei manifesti d’arte negli anni Sessanta – negli anni Settanta, quando il volterrano Aulo Guidi fondò la prima agenzia grafica e pubblicitaria di Grosseto e dette nuovo impulso a questo tipo di produzione artistica.

Accanto alla sezione dei manifesti originali, nei numerosi monitor in dotazione di Clarisse sono esposte fotografie – provenienti dagli archivi fotografici Gori, dell’agenzia BF e Innocenti – che documentano scorci urbani con manifesti pubblicitari a Grosseto dagli anni Venti agli anni Settanta. A completare il percorso della mostra, una sezione espositiva è dedicata ad Aulo Guidi (Volterra 1939 – Grosseto 2012). Aulo Guidi, originario di Volterra, negli anni Settanta portò nel capoluogo maremmano nuove tecniche e nuove visioni di creatività.

Il collezionista innamorato dei cartelloni pubblicitari

E gran parte delle opere provengono da una collezione privata, quella di Federico Guidoni.
«Il collezionismo per me  – racconta Guidoni – non è solo un hobby ma una profonda passione che pervade la mia vita sin da quando ero ragazzo. La curiosità, la voglia di conoscere, la costante ricerca e lo studio mi hanno permesso di arricchirmi culturalmente, ma soprattutto di conoscere persone con le quali ho potuto instaurare rapporti profondi e sinceri. In questa occasione non posso non ricordare l’amico Aldo Ciabatti, recentemente scomparso, colui che, oltre trenta anni fa, mi ha trasmesso la sua passione mettendomi in contatto con un mondo che non conoscevo».

I manifesti, la grafica pubblicitaria e le arti applicate del Novecento. «Da allora non ho mai smesso la ricerca affiancata da uno studio costante di autori, tecniche, stili e correnti artistiche che mi hanno portato ad allargare il mio interesse anche alle produzioni fuori dell’Italia – dice Guidoni – Collezionare per se stessi non è mai stata la mia ambizione, ma collezionare per gli altri, collezionare per far conoscere, collezionare per mettere in contatto amici, conoscenti o un grande pubblico con qualcosa che non hanno mai visto, per suscitare emozioni e far nascere curiosità o più semplicemente per evocare ricordi. Così come mi sono sempre dato l’obiettivo di conservare e proteggere i manifesti d’epoca comprando pezzi in cattive condizioni per salvarli dal tempo. La conservazione è essenziale per preservare non solo il loro valore artistico e storico, ma anche per garantire che le generazioni future possano continuare a godere di queste preziose testimonianze del passato».

Il sostegno di CR Firenze

Questa mostra rientra perfettamente nel ciclo progettuale sostenuto da Fondazione CR Firenze dedicato all’estetica della strada, cioè allo studio delle realtà urbane come palcoscenici per l’affermazione dell’arte pubblica e, in particolare, dell’arte dei manifesti pubblicitari. Un’arte effimera, che riflette in tempo reale i cambiamenti della società, del costume e della moda, come fosse un vero e proprio “specchio” della contemporaneità e del progresso.

La presentazione della mostra Sile Cappiello alle Clarisse

Dopo aver fatto irruzione nell’orizzonte visivo della città, diventando parte integrante dell’arredo urbano, questi “specchi del progresso” erano destinati alla sostituzione e alla distruzione. Molti di loro, però, una volta strappati al circuito del consumo visivo e musealizzati, hanno smesso di invitare all’acquisto di un prodotto commerciale per diventare straordinari documenti del tempo in cui sono stati prodotti e dello spirito dell’epoca che li ha recepiti e assimilati. Documenti preziosi, ancora più utili se ammirati e studiati in contesti insoliti e particolari, come quelli legati alla storia di un piccolo borgo rurale che vuole diventare città.

«È una mostra che valorizza questa particolare forma espressiva – dice il presidente di Fondazione CR Firenze Bernabò Bocca – e che, molto opportunamente, non è concentrata in un’unica sede ma si apre al centro storico con altre due sezioni. Ringraziamo il collezionista Federico Guidoni per avere messo a disposizione la sua ricchissima raccolta e rinnoviamo il nostro apprezzamento per l’attività svolta dal Polo Le Clarisse anche per la costante attenzione alla contemporaneità. È davvero importante il ciclo che hanno dedicato allo studio delle realtà urbane, al cui interno si inserisce “Stile Cappiello”. Sono infatti preziose l’ esperienza e la capacità che hanno le città di leggere le trasformazioni in atto, per aiutare una Europa in affanno a elaborare le soluzioni più efficaci per migliorare la vita dei propri cittadini». 

 

 

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