PORTO SANTO STEFANO. È arrivata gli scorsi giorni davanti a Porto Santo Stefano Tara, la goletta di 36 metri del 1989 che naviga in tutto il mondo per missioni scientifiche di studio della biodiversità marina.
Lo yacht costruito per il ghiaccio
Racconta il comandante Busetto che l’ha subito documentata per l’Archivio storico dello Yachting all’Argentario di Artemare Club, che Tara è uno yacht unico costruito per il ghiaccio, progettato da Luc Bouvet e Olivier Petit in collaborazione con Michel Franco, è stato concepito per navigare intorno ai poli.
Il suo scafo “a forma di nocciolo d’oliva” è realizzato per essere spinto verso l’alto quando la pressione del ghiaccio è troppo forte. Dal 1990 al 1996 è stata di proprietà di Jean-Louis Etienne con il nome di Antarctica, prima di diventare Seamaster dal 1999 al 2001, sotto il comando di Sir Peter Blake, il famoso velista nato ad Auckland, una delle massime figure dello yachting.
Vincitore con Team New Zealand di due ultime edizioni della Coppa America, è stato anche uno degli eroi riconosciuti delle regate oceaniche, essendo stato lo skipper del mitico Steinlager, il ketch neozelandese che dominò la Whitbread.
La barca assaltata dai pirati
Peter Blake aveva lasciato Team New Zealand per diventare presidente della Fondazione Jacques Cousteau, con cui era impegnato in giro per il mondo in progetti scientifici e ambientalisti ma a causa di alcuni dissapori con gli eredi del grande oceanografo francese, aveva fondato successivamente la Blake Expeditions, associazione scientifico naturalista coordinata con le Nazioni Unite rivolta proprio alla salvaguardia delle acque e degli ecosistemi più a rischio del Pianeta.
Lungo il Rio delle Amazzoni il 6 dicembre del 2001, un gruppo di sei pirati armati e incappucciati salì a bordo del Seamaster e uccise per rapina Sir Peter Blake. Dopo l’assassinio del grande velista neozelandese la sua imbarcazione è stata ribattezzata Tara e da allora svolge missioni scientifiche ed educative, su iniziativa della stilista Agnès Troublé, nota come Agnès B e da suo figlio Etienne Bourgeois con l’obiettivo di continuare il lavoro di Sir Peter Blake per promuovere la protezione degli oceani.
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