GROSSETO. La situazione ospedaliera a Grosseto non è cambiata in 3 anni. Manca il personale sanitario, l’innovazione tecnologica e comprendere che dietro ai numeri ci sono persone: lo denuncia Paola Pasqualini, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Grosseto, alla fine della settimana della salute.
Complice della situazione anche la carenza dei medici di famiglia, che punta a far andare molti più pazienti al pronto soccorso, anche per patologie non urgenti. «Occorre superare il concetto di performance sanitaria intesa come efficienza ed efficacia – dice Pasquinelli – sviluppando il concetto di fruibilità della salute da parte del cittadino, dal quale sembra che ci stiamo allontanando».
«Purtroppo si continua a lavorare senza coordinamento tra i vari livelli e si valutano solo i numeri – continua – Ma dietro i numeri ci sono persone con il loro bisogno di salute».
I numeri degli accessi
Paola Pasqualini, è intervenuta con alcune proposte alla giornata finale della settimana della salute, dedicata ai progetti per la sanità grossetana. «La base su cui stiamo lavorando è una carenza cronica di medici e di operatori sanitari – dice Pasqualini – Una situazione particolarmente evidente nel nostro territorio, dove non sembrano esserci attrattive economiche né incentivi professionali. A Grosseto rimaniamo il fanalino di coda nell’area».
«L’assenza di un filtro del territorio obbliga il cittadino a recarsi al pronto soccorso anche per qualcosa di non urgente – continua – creando un sovraffollamento a svantaggio delle patologie più gravi e un aumento dei carichi di lavoro degli operatori sanitari».
Solo a marzo il pronto soccorso del Misericordia ha registrato oltre 6.500 accessi, in media 210 al giorno. «Gli accessi a marzo sono stati gestiti con lo stesso numero di operatori e una riduzione dei posti letto – dice Pasqualini – Se l’ospedale deve essere destinato alle patologie acute è necessario creare un sistema sul territorio che possa accogliere anche le malattie croniche e sociali: spero che l’apertura delle centrali operative territoriali possa migliorare il rapporto tra ospedale e territorio».
Le criticità di Grosseto
Le criticità a Grosseto non si fermano solo alla carenza di medici, visto che anche il blocco delle assunzioni, il tetto di spesa alla sanità, con investimenti sempre inferiori nel tempo, e la carenza di aggiornamento informatico e tecnologico incidono sul disagio della sanità.
«Molti reparti non hanno ancora la cartella clinica elettronica. Sarebbe utile che ogni professionista potesse accedere ai dati dei pazienti attraverso una rete informatica bidirezionale tra ospedale e territorio. Questi erano i temi che segnalavo 3 anni fa – dice Pasqualini – ma ad oggi non vedo grandi differenze».
La dottoressa tocca anche il tema della programmazione integrata dell’area vasta Sud-est 2023, presentata a febbraio. «Si evidenziano programmi, processi, reti e collaborazioni interessanti: certamente dalla condivisione di conoscenze e competenze tra centri Hub, l’azienda ospedaliero-universitaria senese, e spoke, gli ospedali territoriali – dice la presidente – può derivare un miglioramento nell’assistenza dei cittadini. Ma spero che non sia solo un mero spostamento di casi clinici, ma un modo per eseguire certe tecniche anche nel nostro territorio».
Secondo Pasqualini un altro punto da sottolineare nel documento di programmazione sono i percorsi condivisi per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni, con l’obiettivo di ridurre la spesa e le liste di attesa.
«Mi risulta difficile pensare che limitare la possibilità prescrittiva dei medici possa essere un modo per raggiungere questi obiettivi. Come è scritto nel nostro codice deontologico il medico deve avere libertà prescrittiva – dice la dottoressa – per non costringere il cittadino a girare da un ambulatorio all’altro prima di trovare lo specialista giusto».
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