ORBETELLO. Da un disastro ambientale all’altro, passando per i meandri della giustizia. Ci sono storie che si assomigliano, ma che rischiano di portare le stesse conseguenze. La vicenda dei Pescatori di Orbetello (Coop Pescatori e Orbetello Pesca Lagunare) ricorda da vicino quanto avvenuto a Cinigiano, qualche anno fa, con la Agri Power Plus di Porrona.
E volendo, anche con l’Agri Energia Perolla, nel Comune di Massa Marittima.
Inchieste che fecero un terremoto, ma che poi sono finite come bolle di sapone, con assoluzioni complete “perché il fatto non sussiste“, in entrambi i casi.
E le conseguenze le paga l’ambiente.
Il caso dei Pescatori e il “non parere” del commissario
Partiamo dal caso dei Pescatori di Orbetello. Perché il prossimo martedì 5 marzo va in scena l’udienza che deve decidere sulle istanze di liquidazione giudiziale (nuovo nome del fallimento, ma di questo si tratta, ndr) sia della Cooperativa Pescatori, sia di Orbetello Pesca Lagunare, di cui Coop Pescatori è socia al 99%. L’1% è di Lindo Bondoni, presidente del Cda.
Cooperativa Pescatori ha presentato, da tempo, richiesta di concordato preventivo.
Il commissario, il dottor Roberto Pellegrini, ha depositato il suo parere. Nel quale si dichiara “impossibilitato a dare un parere”.
E il “non parere” deriva, spiega Pellegrini, da due motivazioni.
- Poiché il concordato si basa sui soldi che Coop Pescatori dovrebbe avere da Orbetello Pesca Lagunare e Opl rischia di fallire per l’istanza della procura, non c’è certezza che quei soldi arrivino
- Mancherebbe un Pef (piano economico e finanziario) almeno quadriennale che chiarisca se, nel tempo, Opl sia in grado di dare i soldi a Cp.
Certo un parere poteva essere espresso sul concordato in sé. In sostanza, il concordato può stare in piedi o no? Il parere, del resto, è stato chiesto prima della sentenza. E nel piano del concordato il Pef c’è, non quadriennale, ma a sei anni.
Intanto, però, con una memoria depositata subito dopo il “non parere”, la procura ha sposato in pieno la tesi del commissario, sostenendo che la mancanza di un Pef dimostrerebbe lo stato di insolvenza di Opl.
Eppure Orbetello Pesca Lagunare ha chiuso il bilancio 2023 con oltre 200mila euro di utile netto.
Al tempo stesso Opl è una società agricola e, per la sua natura giuridica, non può essere messa di liquidazione giudiziale. In sostanza, non può fallire.
Gli scenari possibili e i rischi per la laguna
Il rischio fallimento, però, incombe lo stesso su Orbetello Pesca Lagunare, nel caso il giudice ritenga che, visto che ha anche altre attività, non sia ritenuta una società agricola “pura”.
In caso di fallimento di Opl, a cascata, fallirebbe anche Cp. E si andrebbe a un inevitabile ricorso in appello.
Nel periodo fra la sentenza e l’appello (6 mesi, 1 anno? i tempi della giustizia sono un terno al lotto) la laguna di Orbetello rischia di morire. Perché la convenzione in essere con il Comune fino al 2029 verrebbe a decadere e le macchine che adesso ne consentono la sopravvivenza, gestite da Opl, verrebbero staccate.
Certo, si potrebbe pensare ad un esercizio provvisorio, per il quale sarebbe necessario un nuovo gestore pronto a subentrare. Nuovo gestore che potrebbe essere individuato con un bando o, magari, per abbreviare i tempi, con un affidamento diretto da parte del commissario. Sempre che ci sia qualcuno disposto in tempi brevi.
Ma il nuovo gestore, che sarebbe chiamato a fare investimenti per subentrare, rischierebbe di essere escluso nel caso in appello la sentenza venisse ribaltata.
Il parallelo con Agri Power Plus
Qualche anno fa la Agri Power Plus di Cinigiano, nel podere Camone di Porrona, che aveva presentato una proposta di concordato, sulla quale il commissario, il commercialista Giulio Nicoletti di Livorno aveva espresso parere negativo, è fallita.
Sugli amministratori c’era infatti in corso l’inchiesta penale. Nel settembre del 2014 fu sequestrato l’impianto ma, dopo il passaggio in tribunale, l’inchiesta è risultata totalmente inconsistente, al punto che tutti gli imputati sono stati assolti con formula piena.
Non avevano commesso nessuno dei reati ipotizzati.
Ci sono voluti anni, ma ne sono usciti puliti.
Così un’operazione che, prima del giudizio, pareva fatta nel nome dell’ambiente ha finito per danneggiarlo.
Di conseguenza, infatti, l’attività di Agri Power Plus (agricola, come la destinazione dell’area) si è fermata (producevano biogas, ndr), i campi non sono stati più coltivati. C’era anche una fidejussione con il Comune con il Comune di Cinigiano. E non è detto che possa essere usata per lo smaltimento dell’area.
L’attività non è stata ceduta dal commissario e gli impianti sono andati in malora. Andranno smaltiti, con costi non indifferenti. E i 200 ettari di campi rischiano di essere coperti da specchi di fotovoltaico.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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