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Sanità, le Colline Metallifere vogliono staccarsi da Grosseto

La “secessione” sostenuta da 2500 firme. Anche il consiglio comunale di Massa Marittima chiede il distretto delle Colline Metallifere
L'ospedale Sant'Andrea di Massa Marittima dovrebbe essere il presidio ospedaliero di riferimento della zona
L’ospedale Sant’Andrea di Massa Marittima dovrebbe essere il presidio ospedaliero di riferimento della zona

MASSA MARITTIMA. Le Colline Metallifere vogliono staccarsi da Grosseto, una sorta di secessione per la sanità. Chiedono un distretto sanitario autonomo.

Per questo i rappresentanti del territorio, sindaci e associazioni, sono stati protagonisti questa mattina, giovedì 8, nella commissione sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd).

Sono stati ascoltati i sindaci dei Comuni di Grosseto, Massa Marittima, Gavorrano, Monterotondo, Montieri, in merito alle ipotesi di riorganizzazione degli ambiti territoriali e delle zone distretto attinenti all’area delle Colline Metallifere, e subito dopo si è svolta l’audizione delle associazioni “Fare per Massa Marittima, le sue frazioni e il suo territorio” e “Tavolo per la salute pubblica di Massa Marittima”.

2500 firme per chiedere il distretto delle Colline Metallifere

Tutto nasce, hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni, da un’iniziativa di “Fare per Massa Marittima”, che dopo eventi e incontri ha promosso una raccolta di firme per staccarsi dall’attuale distretto e per creare un distretto delle Colline Metallifere.

Il documento ha raccolto circa 2.500 firme, che sono state consegnate alla commissione sanità già nell’ottobre scorso.

«Il motivo – ha spiegato Andrea Vinciarelli di “Fare” – è che con il mega distretto attuale non si riesce a garantire servizi sanitari e sociali omogenei in tutte le aree. La nostra zona ha caratteristiche peculiari non paragonabili ad esempio a Grosseto, ci sono situazioni orografiche, epidemiologiche e sociali molto diverse, e un distretto delle Colline Metallifere riuscirebbe a dare risposte più adeguate alle esigenze del territorio».

Andrea Vinciarelli dell'associazione Fare in commissione sanità
Andrea Vinciarelli dell’associazione Fare in commissione sanità

Gli ha fatto eco Luciano Fedeli del “Tavolo per la salute”, il quale ha sottolineato la necessità «di riprendere un percorso partecipato e condiviso» che, in futuro, possa anche affrontare la questione dei presidi ospedalieri.

«Non ci dimentichiamo che nelle nostre zone durante il periodo estivo la popolazione triplica, e la mancanza di risposte sanitarie adeguati ha anche risvolti sull’economia di area» ha aggiunto.

La mozione in consiglio a Massa Marittima: il Sant’Andrea presidio ospedaliero

Il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini, che è anche presidente della Società della Salute, ha spiegato che la questione è stata portata in consiglio comunale e che ne è scaturita una mozione, approvata all’unanimità, che chiede la costituzione di una zona distretto delle Colline Metallifere e che l’ospedale S. Andrea di Massa Marittima abbia la funzione di presidio ospedaliero di riferimento della zona, mentre adesso è accorpato agli ospedali di Grosseto e di Castel del Piano.

Anche da parte degli altri rappresentanti delle istituzioni del territorio è stata auspicata la creazione di un’organizzazione diversa che tenga contro della diversificazione del territorio, magari con la divisione in subaree, senza tornare tuttavia alla situazione precedente alla creazione del distretto allargato, che porterebbe di nuovo i problemi che si erano presentati a suo tempo nell’erogazione dei servizi.

Devono essere studiate soluzioni diversificate per territori diversi, hanno sottolineato gli amministratori, interrogandosi, più che sul contenitore, sulla qualità delle risposte che si riescono a dare, a fronte di bisogni di salute e sociali in continua evoluzione.

Sostegni: «Ospedali integrati nelle zone distretto»

Enrico Sostegni ha sottolineato come «la questione delle zone distretto sia totalmente slegata e indipendente dall’organizzazione dei presidi ospedalieri”. “Siamo laici e aperti – ha aggiunto – diciamo sì all’omogeneità dei distretti e soprattutto al fatto che deve emergere un concetto di comunità, capace di organizzare le politiche della salute e sociali. Questa è la vera rivoluzione. Siamo anche d’accordo sul fatto che gli ospedali debbano essere ovviamente integrati nelle zone distretto».

Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha commentato che «avendo vissuto una situazione simile nel mio territorio, mi sento di raccomandare di non farsi troppe illusioni: il ritorno del distretto non riuscirà a risolvere problemi come la carenza di personale sanitario, che già scarseggia ed è attratto dalle grandi città».

Donatella Spadi (Pd) ha parlato di «un territorio disperso e diversificato, in cui la governance avrebbe bisogno di migliorare e che così com’è presenta problemi di organizzazione».

Andrea Ulmi (Lega) ha ribadito che «2.500 firme segnalano un disagio profondo da parte dei cittadini” e che “una volta diventati protagonisti con il nuovo distretto, non è fuori dal mondo pensare, un domani, a un’interlocuzione diretta con i vertici aziendali per l’organizzazione dei presidi ospedalieri».

Diego Petrucci (FdI) ha spiegato «di non essere contrario alle maxi Asl, a patto che funzionino i distretti. Il fatto che funzionino non è legato al fatto che siano grandi o piccoli, ma che siano omogenei, e in questo caso non lo sono». Per Petrucci è inoltre necessario partire dal fabbisogno ottimale del personale.

Come annunciato dal presidente, il lavoro sulle Colline Metallifere proseguirà nelle prossime settimane, quando in commissione saranno ascoltati anche l’assessora Serena Spinelli (welfare e integrazione socio-sanitaria) e il direttore generale dell’Asl Sud-est Antonio D’Urso.

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