di Matilde China
GROSSETO. Dopo il tentativo di protesta delle scorsa settimana, interrotto sull’Aurelia sud a causa dell’impossibilità di proseguire per Grosseto, i lavoratori agricoli della Maremma hanno ripreso oggi (martedì 6 febbraio) la contestazione.
Un corteo di 250 mezzi (trattori e altre macchine agricole e non) è partito questa mattina intorno alle ore 9.30 da Rispescia e ha raggiunto a lentissima velocità, bloccando l’Aurelia, il parcheggio del centro commerciale Maremà poco prima delle 14, stanziandosi in uno spiazzo sterrato adiacente, poco oltre la farmacia comunale.
Tra i presenti anche Fabio Mecarozzi, uno degli organizzatori del presidio e coordinatore del CRA (Comitati Riuniti Agricoli) che si è detto soddisfatto per le numerosissime adesioni. Queste spiega, sono sintomatiche della profonda insoddisfazione di un settore intero, già da anni in crisi, vessato da politiche restrittive e mortificanti, in contrasto con gli interessi e con il benessere dei lavoratori.
Chilometri di coda sull’Aurelia
La manifestazione, vista la ridotta velocità dei mezzi, ha provocato chilometri di code sull’Aurelia ed è dunque riuscita nell’intento prefissato di fare rumore, contribuendo ad attirare l’interesse della popolazione su tematiche che riguardano tutti.
«Oggi stiamo manifestando per noi – spiega Mecarozzi – ma anche per voi, per il futuro dei nostri figli e per tutti gli italiani».
Le proteste, che dal mese scorso divampano all’estero e su tutto il territorio nazionale, hanno notevolmente inciso sull’opinione pubblica, in gran parte schierata a favore dei movimenti di contestazione.
«In tanti sono ora dalla nostra parte – commenta un’imprenditrice agricola tra i presenti – tuttavia, l’informazione riguardo le reali conseguenze delle politiche dell’UE non è sufficiente. È necessaria una maggiore presa di consapevolezza, affinché i consumatori sappiano ciò che li attende se non assisterà a un’inversione di rotta».
La protesta contro l’Unione Europea
Palpabile, in prima istanza, la frustrazione contro le direttive provenienti dall’Unione Europea, a causa della drastica riduzione degli aiuti economici destinati al settore agricolo, a fronte di un vertiginoso aumento dei costi di produzione e allo stallo dei costi di vendita.
Nello specifico, il malcontento generale è rivolto alle linee di condotta stabilite dalla Pac (politica agricola comune dell’Unione Europea), un pacchetto di iniziative finalizzate al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Tra queste, gli agricoltori si dichiarano profondamente contrari all’obbligo di lasciare incolto il 4% del terreno sopra i dieci ettari: una misura, come si legge sul volantino diffuso dal comitato organizzatore (Comitati Riuniti Agricoli) che danneggia le piccole e medie aziende attive a livello locale, forzandole a diminuire la produzione, mentre si rafforza la dipendenza dalle importazioni provenienti dall’estero.
Negli altri paesi, rivendicano gli agricoltori e allevatori presenti, i protocolli igienico-sanitari e le diverse procedure produttive non raggiungono lo standard qualitativo del prodotto coltivato o allevato in Italia, dove la scrupolosa osservazione delle normative vigenti garantisce l’eccellenza agroalimentare.
«Se l’agricoltura italiana si ferma diventeranno introvabili i prodotti della nostra terra, riconosciuti in tutto il mondo per qualità e genuinità», si legge ancora sul volantino.
La protesta si sposta a Roma
La protesta non finisce qui. Gli agricoltori sono infatti intenzionati a continuare il presidio, accampando i mezzi per la notte nell’ottava zona, subito dopo il ponte Mussolini. Nei giorni successivi, anche dalle campagne maremmane ci si muoverà in direzione di Roma, verso cui convoglieranno mezzi agricoli provenienti da tutta la penisola. Gli agricoltori e gli allevatori della provincia non mancheranno all’appello, decisi a far valere le proprie ragioni davanti alle istituzioni.
All’evento anche le forze dell’ordine: presente la polizia stradale che, con otto autovetture e quattro motociclisti, ha garantito la sicurezza sulle strade e un pacato svolgimento della manifestazione per tutta la sua durata, seguendola da vicino anche nel presidio notturno.
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