GROSSETO. Il Movimento 5 Stelle, con Giacomo Gori, chiede una commissione d’inchiesta sulla sanità toscana e maremmana.
Lo chiedono nel momento in cui il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha scritto una lettera aperta all’Asl, alla quale peraltro non è ancora arrivata alcuna risposta, sul taglio di un’automedica a Grosseto.
Giacomo Gori mette l’accento sui tanti disservizi e sulle condizioni lavorative degli operatori sanitari.
«È il momento di indagare – scrive Giacomo Gori – sulle reali condizioni economiche e lavorative, nonché sul livello prestazionale del sistema sanitario toscano, ma anche sulle scelte dirigenziali che hanno determinato l’attuale modello di sanità regionale».
Disservizi che gravano sui cittadini
«Non passa una settimana senza che gli organi di stampa siano chiamati a trattare argomenti legati al mondo della sanità, ai disservizi che gravano quotidianamente sui cittadini, alle condizioni lavorative difficilissime che gli operatori sanitari vivono ogni giorno e che gli impediscono di esaltare le proprie competenze a vantaggio di chi ha bisogno di cure e assistenza sanitaria».
L’aspetto economico filo conduttore di tutto
«Ma prima di tutto c’è l’aspetto economico – fortemente legato a quello organizzativo – dell’intero sistema sanitario toscano, che sembra proprio essere il filo conduttore di tutto e che, di fronte agli occhi di un osservatore attento e ancor di più di un cittadino bisognoso di diagnosi rapide, assomiglia sempre più ad una vera e propria privatizzazione del sistema sanitario».
Scelte politiche e manageriali
«Non mancano neppure precise scelte politiche e manageriali che hanno causato contrasti e prodotto effetti che non possono essere lasciati nella penombra, con il dubbio; ad esempio l’annosa questione che recentemente ha visto coinvolto il fondatore della scuola di robotica, Pier Cristoforo Giulianotti e che ci riguarda molto da vicino».
«Ma perché una commissione d’inchiesta? È evidente a tutti che la colpa è sempre di qualcun altro e tutti esaltano i propri risultati ottenuti. Siamo in presenza di un corto circuito, di una forte contraddizione che non permette l’emersione della verità, l’accertamento delle evidenze, oggettive e indipendenti».
E perché una commissione d’inchiesta estesa ai territori?
«E perché una commissione d’inchiesta estesa ai territori? Perché l’esperienza sul campo è nei territori e da questi occorre partire».
«Una commissione d’inchiesta soltanto regionale correrebbe il rischio di fermarsi a questioni troppo generali e non avrebbe neppure le disponibilità, né gli strumenti efficaci, per affrontare un lavoro davvero importante, correndo il rischio di non porre la necessaria attenzione e le fondamentali risorse sul territorio».
«Ecco perché, con l’ordine del giorno, chiediamo al presidente del consiglio regionale e a tutti capigruppo, di istituire una commissione d’inchiesta sulla sanità toscana, che abbia una struttura ramificata a livello provinciale e che induca almeno i Comuni capoluogo di provincia ad istituire a loro volta commissioni d’inchiesta territoriali e lasciare alla commissione regionale il compito di raccogliere ed organizzare gli esiti delle inchieste locali, nonché a certificare i dati raccolti attraverso Enti terzi, competenti, indipendenti, operanti fuori dalla Regione Toscana, per evitare qualsiasi tipo di conflitto o condizionamento».
«Per risolvere i problemi, prima dobbiamo conoscerli bene e prendere atto della loro esistenza, nonché delle cause che li generano. Le commissioni d’inchiesta servono anche a questo; contribuiscono al miglioramento della vita dei cittadini».
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