GROSSETO. «Stiamo vivendo ancora una volta un momento di grande difficoltà a livello sanitario: se non arriva nuovo personale i servizi non si aprono e, in molti casi, non si mantengono nemmeno». Questa, in sintesi, l’analisi di Nicola Draoli, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto, sulla mancanza di personale sanitario legata anche ai pensionamenti e alla mancanza di ricambio generazionale.
Pochi professionisti disponibili
«Non sta arrivando nuovo personale dall’estate del 2023 – spiega Draoli – mentre continuano a uscire professionisti per via del pensionamento, spesso anche anticipato, e per le mobilità verso altre Asl o per la vittoria di concorsi altrove. A questo si aggiunge un calo demografico generale, come testimoniano i dati dell’Agenzia regionale di sanità: anche in provincia di Grosseto abbiamo un’età media di 49,3 anni e sono 5,4 in nuovi nati, a fronte di 14,6 decessi all’anno. Dati che non contribuiranno ad aumentare il numero di professionisti nel futuro e in particolare di infermieri, ma anche di Oss, come certificano i vari studi che si succedono durante l’anno. Anche noi recentemente abbiamo dichiarato il calo di iscrizioni ai corsi di infermieristica. Temiamo inoltre che la graduatoria per infermieri già pronta da quest’estate rimanendo ferma così a lungo si svuoterà prestissimo per il fatto che molti dei professionisti idonei intanto hanno assunto altri incarichi nella sanità privata o in centri di eccellenza di grandi città nella sanità pubblica».
L’appello di Draoli: «Creiamo una consulta»
Il presidente di Opi Grosseto fa anche una riflessione e un appello: «Il dibattito pubblico e politico orientato solo ai servizi (quelli da mantenere, quelli da non chiudere e quelli da aprire), da solo e senza fare il conto con i professionisti che servono, rischia di generare frustrazione anche nella cittadinanza e a rimetterci, oltre ai cittadini, sono i professionisti che si trovano a fare da parafulmine in questa situazione e che sono chiamati a mantenere l’esistente senza numeri. Dobbiamo pensare a come trasformare quello che abbiamo, lavorando su nuovi percorsi, nuove competenze, sull’utilizzo di nuova tecnologia, di nuove modalità di prese in carico precoci. Vogliamo anche approfittare dell’imminente tornata elettorale per avviare una riflessione, un approfondimento, che non sia basato su riduzioni semplicistiche ma che, in modo onesto e trasparente, parta da dati oggettivi e da risorse effettivamente spendibili – conclude Draoli – per proporre soluzioni concrete nell’interesse di chi ricorre ai servizi sanitari e di chi li eroga. L’Opi Grosseto è disponibile, come richiesto ormai da tempo, a fare parte di una consulta che metta insieme azienda sanitaria, ordini professionali e parti sociali».
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