SANTA FIORA. Clima avvelenato per le elezioni che avrebbe portato il consigliere d’opposizione Riccardo Ciaffarafà a pronunciare la frase che cinque anni fa gli è costata una condanna a 8 mesi e al risarcimento dei danni, per oltraggio a pubblico ufficiale, nei confronti del sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi e degli allora consiglieri di maggioranza.
Clima avvelenato che – sostengono invece i giudici della Corte d’appello – ha scatenato la reazione del consigliere, che è stato ora assolto dai magistrati fiorentini.
«Vittoria della maggioranza si basa sul voto di scambio»
I fatti risalgono al 2014, quando, durante la seconda seduta del consiglio comunale di Santa Fiora, l’allora consigliere di minoranza Riccardo Ciaffarafà dichiarò pubblicamente che i consiglieri di minoranza non riconoscevano agli altri componenti del consiglio «il ruolo, morale e politico, per stare seduti sui banchi della maggioranza poiché la loro vittoria si basa, probabilmente, su un voto di scambio».
Parole che portarono il consigliere in tribunale, con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
Difeso dall’avvocato Alessandro Antichi, Ciaffarafà, che in primo grado era stato condannato, ha fatto ricorso in appello e lo ha vinto.
«L’espressione offensiva pronunciata dall’imputato è risultata connessa alla dura competizione elettorale tra la persona offesa candidato alla carica di sindaco e la sua maggioranza e l’avversario», scrivono i giudici.
Balocchi e i consiglieri comunali, assistiti dall’avvocato Alessandro Risaliti, si erano costituiti parte civile.
I motivi dell’assoluzione
Ciaffarafà, nel 2014, non era diventato sindaco per un pugno di voti. Le elezioni erano state vinte da Federico Balocchi che, ancora oggi, guida il Comune di Santa Fiora.
L’avvocato Antichi, già tra i motivi di ricorso, aveva sottolineato come quelle parole non fossero state pronunciate contro le persone singole. Ma erano state dette all’intera assise. «La vittoria di Balocchi – scrivono i magistrati fiorentini nella sentenza – era stata connotata da una serie di vicende, non contestate neppure dallo stesso Balocchi».
Vicende che erano state vissute come scorrette da parte degli avversari «perché – si legge nella sentenza – avrebbero potuto influenzare il voto». I giudici si sono riferiti «al concorsone per le assunzioni dell’acquedotto, che fu annunciato e poi ritirato o l’affidamento dei servizi pubblici a un soggetto privato del luogo con un centinaio di dipendenti».
Le frasi del consigliere quindi, erano state la «manifestazione di una libera valutazione negativa in merito alla legittima partecipazione dei rappresentanti della maggioranza al consiglio».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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