di Jessika Biondi
GROSSETO. Oggi, 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il centro antiviolenza Elisabetta Fiorilli ha organizzato un importante evento per sensibilizzare quante più persone possibili rispetto un tema, doloroso, delicato e quanto mai attuale che è la dipendenza affettiva nell’amore tossico.
«Alla luce degli ultimi eventi accaduti, del perpetuarsi dei femminicidio, non potevamo rimanere inermi di fronte le numerose richieste di aiuto da parte di tante donne che si sentono intrappolate in relazioni malsane e distruttive», racconta Susi Esposito, la presidente del centro.
Questo 2023 è stato un anno particolarmente preoccupante per quanto riguarda i numeri. «Mai come quest’anno il numero delle persone che si sono rivolte a noi è stato così alto e, dunque, preoccupante – dice Esposito – L’anno scorso vennero stese in piazza Dante le coperte simbolo della violenza sulle donne, quest’anno volevamo fare ancora di più, qualcosa che potesse essere un vero e proprio aiuto verso la consapevolezza».
“Amore tossico” e i consigli dell’autore Lazzarano
Questo 25 novembre è anche previsto un corso gratuito di tre ore, tenuto da Damiano Lazzarano, autore del libro “Amore tossico“. In quest’occasione verranno dati gli strumenti per capire se si è o meno all’interno di una relazione malata. Saranno dati anche consigli preziosi sul come liberarsene.
L’appuntamento è fissato per le 16.30 alla sala Eden di Grosseto. Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il numero 3711122387.
Sofi-analista e counselor in antropologia esistenziale, Damiano Lazzarano, da oltre 25 anni si occupa di relazioni e dipendenza affettiva e mostrerà quali sono i segnali da non sottovalutare per capire se quella che stiamo vivendo è una relazione disfunzionale. «Di segnali in realtà ce ne sono tantissimi, primo fra tutti è quando all’interno di un legame si prova il buio esistenziale» accenna Lazzarano.
Quando in una relazione la donna non viene ascoltata, quando il partner non trova il tempo per lei, quando la donna si deve accontentare o addirittura elemosinare delle briciole d’affetto, quando manca la condivisione e la donna è succube di atteggiamenti dispotici e autoritari che minano la sua indipendenza all’interno della relazione, allora, l’amore non è amore ma si trasforma in possesso.
«Il partner in questo caso non è visto come un oggetto d’amore – dice Lazzarano – ma come un mero e semplice oggetto da manipolare, distruggere, riprendere o buttare a proprio piacimento. In questi casi, molto spesso, anche il corpo comunica ed è necessario imparare l’arte di ascoltarsi».
Come prendere coscienza della relazione malata
«Ad ognuno di noi è capitato di trovarsi in casa e all’improvviso scoppia un temporale – dice Lazzarano – Ad un certo punto, scatta la corrente e la luce va via. Ci ritroviamo al buio. A tastoni, cerchiamo una torcia, una candela, un telefono, ma non lo troviamo. Poi, di colpo, un lampo e, per un attimo, la luce, così come se ne era andata riappare, ed ecco che la candela è lì. La accendiamo e tutto è più chiaro. Quella è l’intuizione e la strada da seguire è proprio lì».
Dopo aver preso coscienza di trovarsi all’interno di un rapporto malato, qual è la prima cosa da fare?
«Il primo passo è lavorare sull’autonomia e rendersi indipendenti».
Qual è il problema principale che accomuna le vittime di dipendenza affettiva?
«Il punto debole è l’amore verso se stessi. Non c’è. Ho visto venire in terapia tante persone con una grandissima autostima, imprenditori di successo, ma totalmente carenti sul piano emotivo di amor proprio».
Nel suo libro parla di fame d’amore.
«La dipendenza affettiva si basa su un bisogno insaziabile di affetto e approvazione da parte dell’altro, quella che definisco fame d’amore, che porta ad una mancanza di autenticità e ad una paura costante di essere abbandonati».
Si parla tanto delle vittime, ma anche il carnefice soffre?
«Il carnefice è vittima e carnefice in primo luogo di se stesso. È quel bambino indifeso che non si è sentito amato abbastanza e cresce sviluppando un progetto di odio vendicativo. Nella sua mente, dal momento che non è stato amato, non amerà mai nessuno».
C’è anche un altro mito da sfatare.
«Anche la vittima è carnefice di se stessa».
Una verità scomoda da accettare
«Come tutte le verità. È assolutamente necessario, però, prendere coscienza del fatto che nella dipendenza affettiva avviene un patto inconscio tra due persone che vogliono farsi reciprocamente del male. Mentre il carnefice ha tratti sadomasochistici, la vittima è affetta da masochismo esistenziale. È innamorata della ferita d’abbandono e torna dove ha già sofferto perché soffrire è l’unica esperienza di amore che possiede».
In che modo il corso di questo pomeriggio potrà essere utile a chi si trova in un legame di questo tipo?
«Cercherò di dare gli strumenti necessari per prendere consapevolezza della propria relazione e, in primo luogo, di se stessi. Dopo una prima fase di analisi, ci sarà un vero e proprio botta e risposta con il pubblico. Inoltre, sarà possibile acquistare una copia del mio libro “Amore tossico”, una vera e propria guida per comprendere ed uscire da questa prigione emotiva, ritrovando così la propria bellezza esistenziale».
Ogni lettrice o lettore che acquista questo libro, sia in versione cartacea che e-book, riceve in omaggio anche una video consulenza con Damiano Lazzarano. Analizzerà la situazione problematica che sta vivendo, cercando di capire concretamente cosa si può fare per uscirne. Le istruzioni per accedere alla video consulenza gratuita si trovano all’interno del libro.
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