GROSSETO. Quel concorso per primario di Ostetricia e Ginecologia andrà rifatto. La sezione lavoro della corte d’appello di Firenze, con la sentenza di ieri, 23 novembre, è stata chiara.
Respingendo l’appello della Asl Toscana sud est e condannandola a rifondere le spese, l’organo collegiale presieduto dal dottor Flavio Baraschi, conferma la sentenza di primo grado del 22 febbraio scorso, emessa dal tribunale di Grosseto, che aveva dato ragione al ricorrente, dottor Stefano Tamburro. Confermate dunque le tesi del medico, assistito dall’avvocato Gianfranco Faletti, e invalidato il concorso.
Decade così anche dall’incarico da primario per dottor Filippo Francalanci, che ne era risultato il vincitore.
I dubbi sulla legittimità del concorso
Tamburro, dirigente medico dell’Asl e specialista di Ginecologia aveva partecipato al concorso per il primariato del reparto, poi vinto da Filippo Francalanci.
In seguito all’esito della selezione, si era rivolto al giudice, sollevando diversi profili di illegittimità.
Il bando era stato pubblicato dall’Estar il 27 agosto 2020, con scadenza 29 ottobre dello stesso anno. Il 16 aprile dell’anno successivo però, il concorso era stato sospeso a pochi giorni dal colloquio, a causa della «dichiarata indisponibilità del direttore sanitario», in quel momento Simona Dei.
A quel colloquio, di fatto, avrebbe partecipato soltanto il dottor Tamburro, unico candidato al concorso. I termini erano stati poi riaperti il 28 maggio e altri medici avevano fatto domanda. Infine si sono presentati al colloquio lo stesso Tamburro, Francalanci e Antonios Kenanidis.
«Molteplici violazioni nella procedura»
Il giudice del lavoro del tribunale, Giuseppe Grosso, nella sentenza pubblicata il 22 febbraio dal tribunale di Grosseto (alla quale la Asl si è poi appellata), aveva scritto che il concorso per primario di ostetricia e Ginecologia era da rifare.
Allo stesso tempo rilevò «Molteplici violazioni nella procedura che ha visto prevalere il Francalanci sul Tamburro». «Nella distribuzione dei 100 punti disponibili, Tamburro ha superato Francalanci di 8,96 punti nella valutazione dei dati oggettivi – riportò il giudice nella sentenza – mentre il Francalanci ha ottenuto una valutazione superiore di 10 punti rispetto al ricorrente nella valutazione del colloquio; di qui il ridotto margine di scarto tra i due, pari a soli 1.04 punti».
Per il tribunale di Grosseto, l’Asl avrebbe «Violato i parametri della correttezza e della buona fede nei rapporti contrattuali»: il concorso vinto da Francalanci, quindi, è illegittimo. Il giudice ordina quindi all’Asl di «provvedere alla rinnovazione della procedura selettiva – si legge nella sentenza – nel rispetto delle previsioni normative prima richiamate».
Nulla è valso quindi l’ulteriore appello dell’Asl, la recente sentenza della corte d’appello di Firenze del 23 novembre, infatti, non cambia quanto era già stato espresso dal giudice del lavoro del tribunale di Grosseto.
Morando Grechi (Cimo): «Giustizia è fatta»
Soddisfatto il segretario regionale della Cimo (sindacato dei medici) Morando Grechi. «Questa sentenza sana una profonda ingiustizia commessa nell’esecuzione del concorso e mette fine a un percorso giudiziario che la Cimo ha fortemente voluto e patrocinato – dice Grechi – convinta della ragione del ricorrente .
«Giustizia è fatta, ci dispiace solo di aver perso una professionalità come quella del dottor Stefano Tamburro che ci auguriamo possa tornare presto a Grosseto».
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