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Coldiretti: «In prefettura per salvare gli allevamenti dal lupo»

Mercoledì 22 novembre un nuovo incontro. Sul tavolo della prefetta le proposte di zone hot spot per gli interventi mirati e quelle per i danni indiretti
Lupo predazioni
Lupo
GROSSETO. Coldiretti Grosseto parteciperà all’incontro in prefettura mercoledì 22 novembre. Si discuterà delle predazioni Ci sarà anche la Regione Toscana, e farà parte di un tavolo che intende dare frutto al grande lavoro di ascolto e condivisione con gli allevatori.
 
Queste le proposte che Coldiretti porterà in prefettura:
  • Interventi mirati di contenimento nelle zone a maggiore intensità predatoria di lupi ed ibridi,
  • più risorse per consentire di risarcire, oltre al danno diretto per l’uccisione, il danno indiretto causato dalla perdita di latte e dagli aborti,
  • meno burocrazia e revisione di alcuni vincoli per tutelare gli allevamento ovicaprini.

L’incontro arriva dopo l’ennesima predazione

L’ incontro in prefettura arriva a poche ore di distanza dall’ennesima predazione, questa volta avvenuta nella campagna di Roccastrada, dove due capre sono state attaccate nella notte.

 

Un episodio che bene definisce i contorni di una emergenza che sta mettendo a rischio il ricambio generazionale ed esponendo il territorio all’abbandono di tante aree marginali e pascoli. «La Maremma è un case-history a livello nazionale – spiega Simone Castelli, presidente Coldiretti Grosseto – Partono da qui, dalla nostra organizzazione e dai nostri allevatori, una serie di soluzioni agricolo-ecologiste che tengono conto di entrambi gli animi».
 
«Il pastore è il primo ecologista e spesso l’unico guardiano di terreni collinari e montani che senza le adeguate cure possono diventare un problema per le comunità a valle ed i territori circostanti – sostiene Castelli – È un elemento che dobbiamo tenere sempre in considerazione».
Simone Castelli alle elezioni di Coldiretti
Simone Castelli alle elezioni di Coldiretti
 
Castelli ricorda che le predazioni sono aumentate del 40% negli ultimi cinque anni. «Mentre – prosegue – gli allevamenti chiudono, i nostri pascoli diventano boschi e gli avvistamenti in ambienti urbani si moltiplicano rappresentando, a nostro avviso, un problema di pubblica sicurezza».
 
«Crediamo – conclude il presidente di Coldiretti Grosseto – che sia necessaria una catalogazione delle aree a maggior incidenza di eventi predatori con identificazione di vere e proprie zone hot spot per quali servono interventi mirati. Per riportare l’equilibrio la strada obbligata è quella del contenimento che non significa abbattimenti ma anche l’opzione catture».
 

Maremma tra le aree più critiche

La via istituzionale è quella scelta da Coldiretti Grosseto per sondare tutte le strade percorribili che guardino anche oltre al piano nazionale lupo in discussione nella Conferenza Stato-Regioni. Una via che cerca di dare risposte vere ai 1.200 allevatori ovi-caprini che ogni giorno vedono predati le loro greggi.
 
La Maremma è tra le aree più critiche e interessate dal fenomeno delle predazioni in Italia: più di una al giorno. L’iperbole crescente delle predazioni nelle campagne maremmane ha contribuito, insieme ad altri fattori, alla perdita dell’8,3% della superficie agricola utilizzata in gran parte concentrata proprio nelle aree montane e collinari.

 

Dai numeri divulgati da Coldiretti Grosseto, risultano 2.500 gli eventi di predazione nella sola regione Toscana a danno delle aziende zootecniche in un quinquennio.
Due terzi tra Grosseto e Siena e secondo lo studio dell’Ispra il 95% delle predazioni riguardano le pecore.
Tutte cifre e casi che certificano una presenza, quella del lupo di sempre più di ibridi, che non è più confinata alla sola montagna.
 

«L’aumento del numero di predatori è inversamente proporzionale a quello degli allevamenti»

«Nel 1973 il lupo era una specie gravemente minacciata, gli esemplari censiti erano solo 100. l’ultimo censimento dell’Ispra, nel 2022, ha contato 3.300 animali nelle regioni della zona peninsulare con una probabilità di presenza molto elevata in Maremma dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei – analizza Coldiretti Grosseto – Il progetto di ripopolamento ha funzionato talmente bene che oggi gli esemplari hanno portato ad uno squilibrio. L’aumento del numero di predatori è inversamente proporzionale a quello degli allevamenti». 
 
Proprio nelle scorse ore il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida ha incalzato il Consiglio Ue per dare seguito alle iniziative annunciate sullo status del lupo come specie protetta con la revisione della direttiva Habitat. «Declassare il lupo dal suo attuale stato di protezione è sicuramente un pezzo di strada da percorrere – conclude il presidente Coldiretti Grosseto – Serve più coraggio nell’attuare ciò che la legislazione permette già oggi di fare attraverso la direttiva Habitat».

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