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Botteghe in vetrina fa brillare la storica macelleria grossetana

Pasquale Chiti nel 1919 pose le basi di un’impresa che ha saputo tenere testa all’alluvione del 1966 e all’incendio del 2017. Ora la Macelleria Chiti splende in “Vetrina Toscana”
Macelleria Chiti
Roberto Chiti e Lucia Martini

GROSSETO. La Macelleria Chiti di via Adige sarà la protagonista della quinta e penultima tappa del progetto “Botteghe in Vetrina”.

Ideato da Confcommercio Toscana nell’ambito di “Vetrina Toscana” (programma regionale dedicato al turismo enogastronomico) è realizzato con il sostegno di Regione Toscana e Toscana promozione turistica e il contributo di Unioncamere Toscana.

La Macelleria Chiti è stata scelta tra le attività che hanno partecipato con maggior interesse e profitto ai seminari informativi che si sono svolti quest’anno. La storica macelleria grossetana avrà modo così anche di raccontarsi sui profili social di Vetrina Toscana.

Lunedì 20 appuntamento in macelleria

Così, nel pomeriggio di lunedì 20 novembre, una troupe girerà dei video nel locale di via Adige 35. Un adeguato spazio sarà dato anche alle straordinarie produzioni casearie di Graziano Franceschelli, tra i fornitori della macelleria Chiti.

L’impegno che la macelleria ha profuso negli anni per fornire prodotti di qualità ora è messo in evidenza. «Non bisogna arrendersi mai, neanche di fronte a mille difficoltà – preannuncia il titolare della macelleria, Roberto Chiti – Questo mi ha insegnato la vita ed è anche ciò che vorrei trasmettere raccontando la nostra storia».

Una storia davvero straordinaria, fatta di cadute e di ripartenze, di momenti drammatici e di successi, che affonda le sue origini nel 1919, quando il pastore Pasquale Chiti perse l’intero bestiame a causa di una malattia.

La Macelleria Chiti nella storia di Grosseto

Dopo essersi fatto assegnare una porzione di terra da bonificare a Grosseto (conosciuto da tutti come “L’Orto del Chiti”) Pasquale riuscì, in via de’ Barberi, ad aprire il primo emporio cittadino di generi alimentari. Nei primi anni ’50, il negozio si trasformò una salumeria-macelleria, che però venne spazzata via alluvione del 1966. Fatta la conta dei danni la famiglia Chiti ripartì da zero. Arrivando agli anni 2000, quando il negozio venne trasferito in spazi nuovi e più grandi in via Adige, dove si trova attualmente.

Nel 2017 però sopraggiunse l’incendio che ne distrusse i locali e sancì per i Chiti una nuova, ennesima, ripartenza da zero.

Guidato da Roberto Chiti, figlio di Leo e dalla sua famiglia, ovvero Lucia Martini (la moglie), Maria Chiara (la sorella), e i suoi tre figli Leo, Lorenzo e Francesco, il salumificio oggi è una fiorente attività che, come dalle origini, guarda al futuro. Fanno parte integrante dello staff Ludmilla Diachiuk, Simone Temperini e Patrick Mazzi.

L’attività è in continua evoluzione e viene sapientemente modellata per cercare di stare sempre al passo con i tempi.

Macelleria a Km zero, occhio alle intolleranze e shop online

«Accanto alle nostre carni a km zero e ai pollami allevati rigorosamente senza l’uso di antibiotici – spiega Chiti –  le nostre linee sono attente alle intolleranze alimentari. Tutti i nostri preparati sono senza glutine e senza lattosio. Negli anni abbiamo sviluppato anche la rosticceria e, da qualche tempo, in negozio è possibile anche mangiare».

Non finisce qui perché, a proposito di digitalizzazione, fortificati anche grazie al percorso di “Botteghe in Vetrina”, la Macelleria Chiti ha aperto lo shop on line sul suo sito internet, con il quale riesce a vendere i suoi prodotti in Italia e nel mondo.

Confcommercio Grosseto fa un plauso a questo ulteriore passo avanti dell’impresa grossetana. «Creare un legame tra tradizione e innovazione è sicuramente una chiave del successo delle nostre botteghe, che non devono temere il web e le soluzioni digitali – commentano Giulio Gennari e Gabriella Orlando, presidente e direttrice di Confcommercio Grosseto – ma anzi devono poterle sfruttare al meglio, anche solo per farsi conoscere, comunicare e valorizzare i loro prodotti, che spesso sono semplicemente eccezionali, come dimostra la macelleria Chiti».

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