GROSSETO. Una lettera indirizzata al sindaco della città e al presidente della provincia.
A distanza di 57 anni dall’alluvione di Grosseto, l’associazione Grosseto al centro richiama nuovamente l’attenzione di Antonfrancesco Vivarelli Colonna e di Francesco Limatola invitandoli a impegnarsi più intensamente in interventi necessari per difendere le aree costiere dal rischio di nuove alluvioni.
«L’intensità delle piogge cadute negli ultimi anni in provincia di Grosseto non ha precedenti nei 150 anni di storia del nostro territorio, come mostrano i dati registrati dalla rete pluviometrica – dice in una nota l’associazione – A causa della “monsonizzazione del clima” le precipitazioni si concentrano nel periodo autunno-invernale, mandando in emergenza il reticolo della rete fluviale sotto il profilo idrogeologico e idraulico».
L’abbandono delle campagne aiuta le alluvioni
L’associazione fa notare che gli effetti devastanti delle intense precipitazioni in collina si registrano nella pianura alluvionale e litoranea, come con l’alluvione di Grosseto del 1966 e l’alluvione di Albinia del 2012. «L’abbandono dei terreni di collina, rispetto alle coltivazioni, ha portato a un minore assorbimento dell’acqua piovana, che scivola sui crostoni in maniera tumultuosa e torrentizia trasportando le parti solide verso la pianura alluvionale».
Nel caso dell’alluvione del fiume Albegna (2012), riguardo alla fertilità dei terreni «I danni maggiori si sono avuti nel tratto collinare, per via dell’erosione laminare provocata dall’intensità delle piogge – sostiene l’associazione – I dirigenti del Genio civile segnalano che negli ultimi anni le portate solide dei fiumi durante gli eventi estremi stanno superando le portate liquide, mentre tutte le infrastrutture di trasporto nel grossetano sono state progettate con le luci sui corsi d’acqua in funzione solo di portate liquide eccezionali».
«La pianura si difende cominciando dalla collina»
La pianura si difende a cominciare dalla collina. «Operando a monte in modo da abbassare l’onda di piena – dice Grosseto al centro – Per farlo è necessario trattenere, anche per brevi intervalli di tempo, le acque meteoriche in modo che non scendano a valle tutte insieme, acquistando energia cinetica. Ecco perché è necessario realizzare casse di espansione su terreni dedicati alle colture agricole, da indennizzare in caso di utilizzo con il calcolo dei frutti pendenti o delle anticipazioni colturali».
C’è la possibilità di realizzare piccoli invasi
Tra le norme del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Grosseto attualmente vigente ci sono quelle che prevedono la realizzazione di piccoli invasi collinari, laghetti capaci di trattenere a monte e restituire in tempi più lunghi le acque meteoriche. «Nonostante i progetti preliminari prodotti però, queste opere non sono mai state realizzate», dice Grosseto al centro.
I piccoli invasi potrebbero aiutare anche nei periodi siccitosi. «Va sottolineato il fatto che la restituzione alla rete fluviale delle acque trattenute in alta collina consentirebbe di mantenere le portate dei corsi d’acqua a livelli utili anche nella stagione più siccitosa, in modo da mantenere attiva la ricarica delle falde idriche in pianura. Così si ostacolerebbe anche la penetrazione del cuneo salino nei terreni costieri. Inoltre, i laghetti collinari costituirebbero una riserva idrica per le operazioni antincendio».
Per queste ragioni Grosseto al centro invita nuovamente il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna (in qualità di autorità di protezione civile) e il presidente della Provincia di Grosseto Francesco Limatola a portare ad un tavolo la Regione Toscana, le Autorità di bacino ed il Consorzio bonifica Cb6. Gli enti enti territoriali competenti utili, per attivare le fonti di finanziamento e realizzare i progetti esecutivi degli interventi suggeriti. Ovvero le casse d’espansione in terreni agricoli e i piccoli invasi collinari.
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