GROSSETO. È stata una consegna, nella fede, a Dio, il funerale di Beppe Prevosti, la cui storia di riscatto ha commosso l’intera città. I canti, la preghiera e tanta gente al rito che è stato celebrato lunedì 30 ottobre nella chiesa di San Francesco, dove Beppe aveva trovato accoglienza, amicizia, fraternità.
Assieme al parroco, frate Lorenzo Gemmi, hanno concelebrato l’ex parroco, frate Gabriele Maria Monnanni, e don Franco Cencioni. In chiesa, tra i fedeli, anche gli altri frati del convento francescano cittadino, parrocchiani, volontari della Ronda della solidarietà, rappresentanti degli enti che svolgono assistenza sociale sul territorio. Alla fine della Messa di esequie il coro ha intonato la benedizione di san Francesco a frate Leone: «Il Signore ti guardi, ti benedica, ti custodisca, mostri il suo volto verso di te e ti dia pace. Dio benedica te, frate Leone».
Una bella storia di riscatto
Nell’omelia fra’ Lorenzo ha parlato della vicenda umana di Beppe come di una «storia bella fatta scrivere dalla Provvidenza persona dopo persona». La storia di un «cuore docile e mite, che grazie a chi gli è stato accanto è rinato e ha ritrovato lo sguardo di perdono che Dio aveva sulla sua vita. La vita di Beppe – ha aggiunto – ci parla di Vangelo: è stata una lieta notizia di rinascita e di cambiamento. Una storia che ha molto da dire alla nostra vita, perché anche noi, pur non essendo nella povertà e nell’indigenza, a volte perdiamo la speranza… mentre la vita di Beppe ci parla di una possibilità che accade».
Fra Lorenzo ha svelato anche un piccolo aneddoto: «Beppe è arrivato alla fine felice. Ogni giovedì veniva a pranzo in convento e negli ultimi giovedì ha portato il gelato: era il suo modo di dire che stava bene. In mezzo al dispiacere per la sua mancanza, sentiamo gratitudine, forse la gioia, per una storia vera a lieto fine. E’ bello che, nell’epoca dell’individualismo, una storia così possa realizzarsi».
La gratitudine della famiglia che lo aveva accolto
Tra i fedeli presenti anche la signora Annamaria, che col marito avevano accolto Beppe, dopo il periodo del primo suo soggiorno nel convento di san Francesco, e se lo erano quasi affigliolato. La donna ha preso la parola alla fine delle esequie per esprimere tutta la gratitudine per l’incontro con Beppe.
Padre Stefano Giorgetti, parroco a San Francesco dal 2006 al 2014, ha inviato una lettera, in cui ha scritto: «Ci siamo conosciuti alla porta della chiesa, entrambi a chiedere l’elemosina: io pastore di strada, tu uomo della strada. Chiedevamo un’elemosina non di denaro, né di cibo, bensì di umanità, di affetto, di cuore. Ed è lì che ci siamo incontrati, conosciuti. Sulla porta di una chiesa-comunità che ti ha accolto, coccolato, stimato, voluto bene. C’eri sempre per tutti. E come facevi al san francesco, che aprivi col tuo sorriso i cancelli, adesso apri i cancelli del paradiso a chi chiede di entrarvi. Arrivederci caro Beppe».
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