GROSSETO. Tracce di pelle sotto le unghie. Piccoli frammenti che potrebbero dare la soluzione finale del giallo di Istia d’Ombrone. Giallo che, dal giorno del ritrovamento del cadavere di Giuseppina Di Francesco, ha cominciato ad essere svelato pezzetto dopo pezzetto.
Benedetta Marzocchi, la figlia della 76enne uccisa nella villa di Istia d’Ombrone, è in carcere a Sollicciano, con l’accusa di omicidio volontario. I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, sono arrivati a lei pochi giorni dopo la scoperta del cadavere.
Dopo che la donna aveva raccontato ai militari che “tre ombre” erano entrate nella villa e avevano aggredito e picchiato sia lei che la madre.
E ora, dall’ospedale di Careggi dove i genetisti hanno analizzato le tracce di pelle che sono state trovate sotto alle unghie di Benedetta e di sua madre, arriva un’ulteriore – se pur ancora parziale – conferma: non ci sono, in quei frammenti, profili di terze persone.
Attesa per le risposte del Ris
I risultati delle analisi del Dna che erano stati richiesti al personale dell’ospedale fiorentino, sono arrivati sulla scrivania del sostituto procuratore qualche giorno fa. In quel referto ci sarebbero i profili genetici delle due donne e alcune “tracce miste”, ma non ci sarebbe la presenza di Dna di terze persone.
Quei risultati, però, da soli non bastano: andranno confrontati con quelli dei campioni prelevati dai carabinieri del Ris di Roma, che saranno consegnati alla Procura una volta terminati gli accertamenti.
Risultati che verranno poi anche messi a confronti con la ricostruzione di quello che è successo la notte tra il 7 e l’8 giugno, fatta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando di Grosseto, quando è stato dato l’allarme e i militari sono entrati nella villa di via Circonvallazione dove viveva la famiglia Marzocchi.
In casa, quella notte, c’erano solo Benedetta e sua madre. Il padre della donna, marito di Giuseppina, il notaio Alessandro “Duccio” Marzocchi, era rimasto a casa a Grosseto.
Benedetta, secondo l’accusa della procura, avrebbe ucciso sua madre colpendola più e più volte. Pina, quella notte, aveva cercato di difendersi, graffiando il suo aggressore.
Slitta il deposito della perizia psichiatrica
Slitta di qualche settimana anche il deposito della perizia psichiatrica, affidata al dottor Romano Fabbrizzi. Il perito, incaricato dal giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna, di rispondere alla domanda del pm, ovvero se Benedetta fosse stata in grado di intendere e volere la notte in cui avrebbe ucciso sua madre, si era preso due mesi di tempo.
Ma pochi giorni fa, ha chiesto una proroga che il tribunale gli ha concesso.
La cinquantenne, dal giorno del suo arresto è rinchiusa nel carcere di Sollicciano, dov’è stata tenuta in osservazione psichiatrica.
La risposta sulla capacità di intendere e volere di Benedetta servirà soprattutto a capire se la cinquantenne potrà essere processata. Se la risposta è sì, la donna sarà giudicata in Corte d’assise.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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