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I cuccioli della scuola per cani-guida cercano casa

Addestrati a Scandicci, diventeranno accompagnatori per i non vedenti e per i diabetici. Ma nel primo anno si scuola dovranno stare in una famiglia affidataria. Ecco come candidarsi ad accoglierli
Cuccioli scuola cani guida di Scandicci
Due dei cuccioli della Scuola nazionale cani guida per ciechi

GROSSETO. Arrivano alla Scuola per cani-guida di Scandicci quando hanno appena compiuto due mesi e subito sono affidati alle famiglie che, per circa un anno, li accompagnano nella crescita e li aiutano a prendere confidenza con il mondo.

Sono i cuccioli destinati a diventare cani guida per non vedenti (e non solo) della Scuola nazionale cani guida per ciechi, l’unica pubblica in Europa e la più antica al mondo insieme alla statunitense “Seeing Eye”, nata nel 1929, regionale dal 1979. La Scuola, come accade spesso durante l’anno, sta cercando famiglie disposte a condividere questo importante percorso.

I primi cuccioli (di razza labrador e golden retriever) arriveranno già la prossima settimana, ma da qui a febbraio 2024 ce ne saranno altri: servono almeno una quindicina di famiglie. Per chi vuole farsi avanti, questo è il momento giusto.

«La Scuola cani guida di Scandicci è un’istituzione di cui siamo fieri ed orgogliosi come Regione. Sono necessarie famiglie disponibili ad accogliere i cuccioli» afferma il presidente della Toscana, Eugenio Giani

Come diventare una famiglia affidataria

Chi ama gli animali e desidera mettersi al servizio degli altri può rivolgersi alla Scuola cani guida per avere informazioni: telefonando allo 0554382850 dalle 7 alle 13 dal lunedì al sabato oppure inviando una mail a scuola.cani.guida@regione.toscana.it.

È preferibile che le famiglie interessate ad aderire al progetto di affidamento siano residenti a Firenze e provincia, ma è comunque possibile collaborare anche con chi abita più lontano. L’importante è che le famiglie siano disponibili a frequenti spostamenti per raggiungere la scuola, per le opportune verifiche e controlli. Gli istruttori della scuola sono a completa disposizione per ogni tipo di supporto e di aiuto.

Tutte le spese di mantenimento e di cura veterinaria del cucciolo sono a carico della Regione. Occorre però avere tempo a disposizione da dedicare e vivere in un contesto che permetta la socializzazione del cucciolo. Non tutte le famiglie sono dunque idonee e per questo vengono prima effettuati dei colloqui con il personale addetto della scuola.

Alcuni saranno addestrati anche per l’allerta medica

Da quest’anno, novità assoluta, alcuni cuccioli selezionati (quattro in arrivo a gennaio) saranno istruiti anche per diventare cani da allerta medica. Si tratterà di amici a quattro zampe capaci di fiutare crisi glicemiche e saranno messi a disposizione di bambini diabetici nell’ambito di un progetto in cui è coinvolto direttamente l’ospedale Meyer di Firenze. Una funzione salvavita, ma anche un aiuto per una maggiore autonomia e indipendenza della persona.

Il programma di educazione e socializzazione è scandito dalle varie fasi di sviluppo fisico e comportamentale del cane. I cuccioli diventati adulti, dopo il periodo in famiglia, seguiranno un percorso diverso a seconda che siano destinati a svolgere il ruolo di cani da allerta medica o quello di cani guida. Nel primo caso saranno inseriti direttamente all’interno della famiglia nella quale vive il bambino diabetico, mentre nel secondo rientreranno alla scuola per iniziare il vero e proprio percorso di istruzione che durerà sei mesi e al termine del quale saranno affidati ad una persona non vedente.

 

«Con l’impiego dei cani da allerta medica potenzieremo gli interventi per migliorare la qualità della vita dei pazienti diabetici» aggiunge l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini. «Si tratta di una nuova attività – dice l’assessora regionale alle politiche sociali, Serena Spinelli – che và ad aggiungersi a quelle già svolte da un’eccellenza della Regione Toscana come la Scuola cani guida per ciechi di Scandicci. Una realtà aperta alla comunità e che con il suo personale qualificato coinvolge attivamente le persone e le famiglie».

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