GROSSETO. La sanità deve restare pubblica, accessibile a tutti, altrimenti si rischia una deriva pericolosa. E i tagli del governo Meloni, che tendenzialmente porteranno il rapporto fra spesa sanitaria e Pil al 6%, metteranno in ginocchio gran parte del paese. Il modello Usa, con la sanità accessibile solo a chi ha una ricca carta di credito in tasca, è davanti agli occhi di tutti.
Lo dice con forza Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Partito Democratico, di fronte a una sala Pegaso gremita. E non solo di simpatizzanti Pd, perché il tema è caldo e trasversale.
Il politico di Campogalliano illustra la proposta di legge presentata dall’Emilia Romagna, e poi anche dalla Toscana, che prevede una spesa al 7,5% del Pil e lo stop ai vincoli per il personale.
L’incontro era organizzato dal segretario del circolo Pd Gorarella, Mariano Genovese, accanto a lui i vertici del Pd provinciale, da Giacomo Termine a Alberto Bertinelli. E all’incontro è arrivato anche Eugenio Giani, governatore della Toscana. La battaglia sulla sanità tiene insieme l’asse dell’Appennino.
«Non lo diciamo solo noi – ha spiegato Bonaccini – ma anche voci dentro al governo Meloni lanciano l’allarme. Anche il ministro Schillaci (Salute, ndr) ha chiesto di incrementare il fondo sanitario nazionale di oltre 3 miliardi di euro, poiché l’attuale stanziamento è insufficiente e mantiene il rapporto tra pil e spesa in sanità sotto il 7%».
«I problemi della sanità non nascono oggi, ma la Meloni ha scelto la strada peggiore: entro tre anni il rapporto tra pil e spesa pubblica in sanità scenderà al 6%, tra i peggiori tra i paesi dell’Unione europea».
I dati parlano chiaro: la Germania impegna il 9,9% del Pil al finanziamento della spesa sanitaria pubblica; la Francia il 9,3%; il Regno Unito l’8% (dati Ocse). E in Italia le previsioni del Def del 4 novembre 2022 prevedono un livello di spesa sanitaria sotto al 6% nel 2025.
La proposta di legge dell’Emilia Romagna e della Toscana
La proposta di legge dell’Emilia, a cui si è affiancata la Toscana, prevede due punti fondamentali: il primo punto è l’incremento del finanziamento al sistema sanitario nazionale, su base annua, dello 0,21% del Pil dal 2023 al 2027, fino a raggiungere il 7,5%. Quindi da un fabbisogno del 2023 di 128 miliardi di euro si salirebbe a 149 miliardi.
Il secondo punto è il superamento per le Regioni dei vincoli di spesa per il personale, oltre al superamento dei limiti del trattamento accessorio. Serviranno 4 miliardi in più ogni anno, per cinque anni.
Bonaccini: «Serve una mobilitazione generale»
Serve quindi una mobilitazione generale a sostegno della proposta di legge: «Stiamo rischiano che si cada in una sanità pubblica sempre più impoverita a favore di quella privata. Abbiamo il dovere di batterci in ogni modo: non possiamo tollerare che il diritto alla salute venga garantito solo in base al portafoglio che si possiede».
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