MARINA DI GROSSETO. Il sistema, come scritto più volte, era collaudato: fingersi carabiniere per farsi consegnare i soldi per il figlio o la figlia che avevano avuto un incidente e che, se non avessero pagato, sarebbe stato arrestato.
E il bottino, questa volta, era stato ricco: quasi 300.000 euro di lingotti d’oro.
A finire in carcere, un uomo e una donna, che sono stati arrestati dai carabinieri di Grosseto insieme alla polizia stradale di Cassino.
La truffa: «Hanno arrestato sua figlia e suo genero»
Il furto è avvenuto nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 settembre, in un’abitazione nella zona di Marina di Grosseto.
La tecnica usata dai due malviventi è ormai nota: i due hanno infatti intercettato un’anziana donna residente a Marina di Grosseto, dicendole telefonicamente di chiamare dal comando dei carabinieri di Grosseto e di avere una brutta notizia: la figlia avrebbe avuto un incidente in automobile, per il quale un motociclista sarebbe morto dopo essere stato investito. A bordo dell’auto viaggiava la figlia col marito, ed entrambi sarebbero stati arrestati.
A questo punto, il sedicente “maresciallo” avrebbe detto alla donna che sarebbero occorse diverse migliaia di euro per il loro immediato rilascio. La donna prima titubante, si è fatta infine convincere per una telefonata passatale dal truffatore, dove dall’altro capo una donna piangente, che si era spacciata per la figlia, avrebbe chiesto alla madre di «dare tutto al maresciallo», per farla uscire da quella situazione.
La donna pertanto spaventata dalla situazione ha aperto la porta di casa al falso maresciallo, che subito, dal racconto fornito dalla vittima, ha iniziato a rovistare ovunque, alla ricerca di denaro ed altro. Dopo una ricerca durata diversi minuti, ed alla presenza della anziana in confusione e presa dal panico, il malvivente riesce a trovare un sacchetto con oro e preziosi, per un altissimo valore economico, oltre che affettivo. Tra questi c’erano anche diversi lingotti d’oro.
Fuga interrotta da carabinieri e polizia stradale
L’uomo, insieme ad una donna – sua complice ed autrice della seconda telefonata alla vittima – si dà infine alla fuga con il bottino. Alla signora non resta che avvisare parenti e carabinieri dell’accaduto.
I militari però si sono dati immediatamente da fare alla frenetica ricerca di ogni possibile indizio che li mettesse sulla strada dei truffatori, e in breve sono risaliti all’auto utilizzata dai due.
Inizia quindi una sorta di inseguimento da remoto, dove oltre a provare a tracciare la macchina, i carabinieri hanno tenuto stretti contatti con vari comandi di polizia che hanno competenza sulla strada che verosimilmente stavano percorrendo i due ricercati.
All’altezza di Cassino, i due, in viaggio lungo l’autostrada A1 in direzione sud, vengono finalmente intercettati e fermati da una pattuglia della polizia stradale del posto, che li blocca dopo un breve quanto inutile tentativo di fuga. A bordo, l’uomo e la donna non danno spiegazioni di quel sacchetto pieno d’oro, e la donna inizialmente rifiuta anche di dare le sue generalità.
L’oro è stato recuperato ed è stato sequestrato mentre per i due si sono aperte le porte del carcere.
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