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C’è tanta Maremma nei biscotti firmati Loacker

Due tenute, a Fonteblanda e a Roccastrada, 275 ettari di noccioleti e i progetti integrati di filiera con gli agricoltori. L’azienda altoatesina produce nocciole 100% made in Italy tostate in “casa” e con un occhio alla sostenibilità ambientale
Nocciole, noccioleto Loacker
A sinistra un noccioleto Loacker a Corte Migliorina, a destra alcune fasi della posa delle piante

GROSSETO. Sono circa 275 gli ettari di noccioleti in Maremma che portano il marchio Loacker. Si tratta della Tenuta Corte Migliorina (Fonteblanda) e Tenuta Collelungo (Roccastrada). Dal 2011, la nascita del programma “Noccioleti italiani” ha superato quota 1.200 ettari di piantagioni, con l’obiettivo di garantire e accrescere la sicurezza dell’approvvigionamento di una materia prima tracciabile e di qualità.

Derivano dai contratti diretti con 83 agricoltori locali di Veneto, Umbria, Toscana e Marche che aderiscono al progetto integrato di filiera. Oltre a questi numeri, ci sono gli altri 400 ettari su cui Loacker può contare dal 2022 grazie alla partnership con Bonifiche Ferraresi.

L’azienda nata a Bolzano, insieme al partner storico Stelliferi & Viconuts è recentemente divenuta socia della Cooperativa produttori di nocciole dei Colli Cimini e Sabatini (dal 2013 Coopernocciole), rafforzando così la collaborazione con gli agricoltori del viterbese (sono circa 400 i produttori associati).

In Toscana Loacker continua a coltivare l’ambizioso progetto di poter contare su piantagioni di proprietà. Un progetto nato con i primi studi di fattibilità del 2011 e ampliato nel 2017 con le analisi di suolo e sottosuolo realizzate grazie al supporto dell’università degli studi della Tuscia. Una collaborazione che ha favorito un’approfondita raccolta e analisi di dati sulle colture più adatte ai terreni e sull’adozione delle pratiche agronomiche da sostenere per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale.

Nel 2019 le prime nocciole “made in Toscana”

Il rapporto che Loacker ha instaurato con la Maremma è a lungo termine. Basti pensare che il nocciolo, una volta piantato, ha bisogno di almeno cinque anni per dare i suoi frutti. Il programma toscano ha infatti potuto celebrare la sua prima raccolta nel 2019.

Nelle sue piantagioni, l’azienda vieta l’uso di erbicidi chimici e, per proteggere le piante dagli attacchi degli insetti, abbatte l’uso di insetticidi grazie alla pratica dello “shake test”. «Alcune specie di insetti possono rappresentare un problema per la qualità delle nocciole, in quanto riescono a morderne il guscio e causare danni interni che rendono il sapore molto amaro – dice Maurizio Furlan, direttore tenute nocciole Loacker – Per questo motivo, da metà giugno in poi, scuotiamo le nostre piante una volta alla settimana al mattino e solo quando cadono almeno sei insetti interveniamo contro di loro».

Nocciole, noccioleti Loacker
Noccioleti

Loacker pone attenzione anche al metodo di raccolta delle nocciole. Una fase sempre delicata, che può incidere sulla maggior o minor formazione di muffe e quindi sulla qualità della materia prima. I frutti vengono infatti raccolti direttamente dal terreno solo dopo essere caduti naturalmente dai cespugli (abitualmente tra la fine di agosto e l’inizio di settembre). In questo modo le nocciole presentano un’umidità di circa il 6% che riduce la possibilità di sviluppare muffe

-91,34% di CO2 con la fertilizzazione fogliare

L’impegno di Loacker sul lato della sostenibilità nel programma Noccioleti Italiani è stato certificato anche nell 2019 con l’attestato EcoMethod, conferito dalla Bms MicroNutrients, azienda belga leader nella concimazione fogliare delle colture.

La Bms ha misurato che nelle tenute Corte Migliorina e Collelungo, Loacker è riuscita per quell’anno a ridurre le emissioni di CO2 del 91,34% rispetto al metodo di concimazione tradizionale (come da disciplinare di produzione integrata Emilia Romagna-Lazio), evitando lo spargimento di fertilizzanti nel terreno e quindi nelle falde acquifere.

All’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 concorrono anche le misure per il risparmio idrico, con l’adozione della subirrigazione a goccia. Tramite una gestione computerizzata dell’acqua, ne viene inviata alle piante quanta ne serve, evitando gli sprechi. 

Nocciole

Le tenute maremmane a marchio Loacker, Corte Migliorina e Collelungo Estate, possono contare anche su due impianti fotovoltaici, rispettivamente di 50kWp e 75kWp. Per Corte Migliorina, tutta la domanda di elettricità è coperta dalla produzione di energia rinnovabile. A Collelungo saranno realizzati ulteriori investimenti aziendali, con l’obiettivo di ampliare l’impianto (progetto da fine 2023) e raggiungere in entrambi i noccioleti il 100% di elettricità rinnovabile.

Il territorio e Loacker

L’azienda altoatesina, grazie ai progetti integrati di filiera e alla diffusione di precisi protocolli agronomici, supporta l’agricoltura locale e l’adozione di pratiche agricole che guardano al minor impatto ambientale.

Attraverso contratti di collaborazione pluriennali, Loacker collabora con 83 agricoltori di Veneto, Umbria, Toscana e Marche e mette a loro disposizione una serie di servizi, tra cui: 

  • la trasmissione di conoscenze, esperienze e buone pratiche; 
  • la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati; 
  • il supporto tecnico all’avviamento delle piantagioni (fornitura piante certificate da vivai abilitati, preparazione del terreno, servizio di tracciatura impianto e messa a dimora delle piante); 
  • il ritiro del prodotto garantito da contratti a lungo termine, basati sul prezzo di mercato vigente al momento del conferimento.

Il recente rafforzamento della collaborazione con Coopernocciole è una ulteriore dimostrazione di quanto l’azienda altoatesina intenda consolidare e dare solidità all’agricoltura locale. Garantendo allo stesso tempo la qualità di una materia prima che dalle regioni italiane comincia il suo viaggio verso gli stabilimenti produttivi di Loacker ad Auna Di Sotto (BZ) e Heinfels (Austria). Divenendo così uno degli ingredienti principali delle specialità Loacker, amate ed esportate in tutto il mondo.

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  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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