GROSSETO. La storia di Irene Frosolini va a pari passo con la sua carriera e la sua passione. Inizia tutto quando aveva circa sei anni nella palestra di via Meda e al palasport di via Austria, dove ha iniziato ad appassionarsi alla pallacanestro.
Dopo qualche anno ha avuto un infortunio al ginocchio che le ha fatto intraprendere un’altra strada: l’arbitraggio.
Nel tempo è cresciuta molto nella sua professione, fino ad arrivare ad arbitrare per la Fiba, la Federazione internazionale di pallacanestro, nel biennio 2023-2025. Per questo dal 5 all’8 settembre era a Zagabria al raduno degli arbitri internazionali.
La passione per il basket le è stata donata dalla sua famiglia. «Vengo da un mondo di sportivi – dice la ragazza- entrambi i miei genitori e molti dei miei parenti giocavano a pallacanestro e hanno trasmesso questa passione a me e ai miei fratelli».
Il training camp della Fiba
Irene è arrivata a questo punto grazie alla Federazione italiana che l’ha proposta come arbitro internazionale. «Sono ancora molto emozionata per questo traguardo – dice la ragazza – devo ancora metabolizzare tutto quello che ho provato. Sono stati giorni molto impegnativi dove ci hanno illustrato cosa si aspettano da noi, il percorso da seguire, la meccanica, le segnalazioni e tutto quello che c’è dietro».
Prima di essere selezionata dalla Fiba ha lavorato sodo per 4 anni e ha fatto tanti test fisici e scritti. «Ho avuto la fortuna di arbitrare dei tornei europei non riconosciuti dalla Fiba – continua – lì mi hanno visionata e poi la Federazione italiana mi ha proposta alla Federazione internazionale».
«È un mondo veramente molto vasto, ci sono tante persone che ne fanno parte – conclude Irene – che ci seguono in ogni particolare, sia a livello tecnico sia psicologico. Gli istruttori ci hanno fatto capire da subito che erano lì per aiutarci e per farci crescere».
La scelta della carriera
Irene a 12 anni si è rotta il ginocchio. «A causa di un infortunio ho dovuto smettere di giocare – dice la ragazza – ma in quel momento un arbitro grossetano, ovvero Manuel Mazzoni, mi spronò a provare con questo lavoro, per questo gli devo molto e gli sarò sempre grata, è un ottimo modello da seguire».
Mazzoni, arbitro grossetano che è arrivato fino alle olimpiadi di Tokyo del 2020, e che ha arbitrato anche ai recenti Mondiali, è molto contento dei risultati che ha raggiunto la ragazza. «Quando Irene aveva circa 18 anni – dice Manuel – le dissi di continuare con questa strada, perché la vidi arbitrare e aveva il potenziale per diventare un’arbitra a livello internazionale».
Irene ha scelto questa carriera per una questione di possibilità. «Ho fatto il corso per arbitri nel 2009 – dice – dopodiché ho iniziato ad arbitrare le partite dei bambini. Poi per un periodo ho giocato ancora in una squadra, ma mi hanno chiesto di scegliere fra le due strade. Ho scelto l’arbitraggio perché mi dava più possibilità di mettermi in gioco, di crescita e perché Grosseto a livello di gioco non offriva molto per il femminile».
Irene è un’appassionata di basket e questo la sprona a continuare con questa carrirera . «Adoro questo lavoro – dice – mi fa sempre superare i miei limiti e mi mette a contatto con persone che mi lasciano sempre qualcosa in più nel mio bagaglio personale e lavorativo. Infine mi consente di viaggiare sempre, prima solo in Italia e ora in tutto il mondo».
Il futuro di Irene
Irene ha molte aspettative per il futuro e sa che per farcela dovrà impegnarsi anima e corpo. «Spero di arrivare sempre più in alto – dice – e di far crescere sempre di più la mia professionalità. Mi aspetto tante novità, non so fino a dove arriverò ma ci metterò tutta me stessa».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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