GROSSETO. La prefetta di Grosseto ha dato il nulla osta all’intitolazione di una via cittadina ad Almirante e la conseguente (ipocrita, paradossale e antistorica) intitolazione a via Berlinguer, vie che si dirameranno dal viale a cui sarà attribuito il patetico nome di via della Conciliazione!
In nome di una fantomatica pacificazione nazionale si vogliono mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, chi ha praticato l’ideologia fascista ( vietata dalla Costituzione) e chi invece l’ha combattuta.
Una scelta dettata dall’arroganza della non conoscenza
A niente sono valse proteste, contestazioni, prese di posizione da parte dell’opinione pubblica nei confronti del sindaco e della sua giunta che incuranti di tutto ciò hanno continuato il proprio percorso costellato dall’arroganza che deriva dalla non conoscenza della storia. Giorgio Almirante è stato segretario della giunta esecutiva del Movimento Sociale italiano, già redattore capo di “Il Tevere” e della rivista fascista “Difesa della razza” , capo Gabinetto del ministero della cultura popolare della pseudo Repubblica di Salò, è stato deferito alla Commissione Provinciale per il confino quale elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo fascista dimostrato sotto il passato regime e particolarmente in periodo repubblichino, ma più ancora per le manifestazioni politiche di esaltazione dell’infausto ventennio fascista e di propaganda di principi sovvertitori delle istituzioni democratiche. È quanto stava scritto in una nota del 1947 della questura di Roma.
Adesso dopo decenni, un simile soggetto invece merita intitolazione di strade, come deciso dalla giunta comunale di Grosseto. E come non ricordare, tra i trascorsi di Almirante quel manifesto del 17 maggio 1944 con il quale si condannavano alla fucilazione alla schiena gli “sbandati”.
«Decisione che fa a cazzotti con la democrazia»
In tutti questi mesi non si contano le proteste e le azioni messe in campo dall’opinione pubblica cittadina che ha visto noi di Rifondazione insieme alle altre forze antifasciste al centro di tutta questa vicenda.
Il sindaco è stato legittimamente contestato in più occasioni: una figura istituzionale dovrebbe quanto meno essere a conoscenza di ciò che sta scritto nella Costituzione sulla quale ha prestato giuramento.
Di fronte ad un primo cittadino di questo tipo riponevamo la speranza che almeno la prefetta non desse il proprio avallo a questa decisione che fa a cazzotti con la democrazia, con la storia e con il buon senso e invece non è così.
Non si può tacere rispetto a questa decisione che rappresenta un’offesa per i tanti giovani, partigiani, militari, donne, che si sono sacrificati e hanno perso la vita nella Resistenza per una battaglia di libertà. I tentativi in atto di sdoganare il fascismo vanno fermati, non ci arrenderemo e continueremo a denunciare azioni di questo tipo che sono in contrasto con la nostra Costituzione.
Stefania Amarugi, segretaria provinciale Prc Grosseto e Rita Scapinelli, responsabile nazionale Antifascismo Prc.