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Maremmadakar dà spettacolo in Turchia e rientra con il sorriso

Dopo 7 giorni di gara, 15 speciali cronometrate e 2.350 km di duro percorso, Giulio Ciabatti e David Stefanucci i due portacolori del team si raccontano con entusiasmo, mai venuto meno nonostante l’infortunio
Maremmadakar, David Stefanucci, Giulio Ciabatti e Monica Faenzi
Da sinistra David Stefanucci, Giulio Ciabatti e Monica Faenzi

GROSSETO. Sabato 9 settembre si è chiusa anche per la corsa di Maremmadakar la tredicesima edizione del Transanatolia Rally. Gara internazionale partita il 2 settembre dalla splendida e piovosa città di Samsun, sul Mar Nero, ed è terminata a İzmir, la perla dell’Egeo.

La corsa di Ciabatti e Stefanucci

Molto soddisfatto Giulio Ciabatti ha terminato il percorso insieme alla sua Husqvarna 450 cc. ottenendo il 26° posto nella classifica generale ed un ottimo 5° posto nell’ambito della speciale classifica Castrol Power-Rookie Cup.

Ottimo anche l’andamento di gara di David Stefanucci che ha avanzato fino a metà della terza tappa. Purtroppo, la sorte gli ha girato le spalle alla 6ª speciale dove, a causa di una caduta durante il sorpasso di Ssv, ha accusato una forte contusione alla spalla sinistra. Imperterrito il pilota maremmano si è rialzato e, risalito in sella ha terminato l’ultima speciale del giorno incurante del dolore.

Maremmadakar in Turchia
Maremmadakar in Turchia

All’arrivo il pilota maremmano è stato preso in cura dai dottori dell’organizzazione del Transanatolia Rally e dopo i primi esami qualsiasi ipotesi di frattura è stata esclusa. Questo ha fatto ben sperare per una eventuale ripresa e quindi una ripartenza di Stefanucci.

Anche a costo di subire forti penalità, la volontà era rimasta quella di tagliare il traguardo conservando un posto in classifica. Venerdì 8 settembre il pilota è stato nuovamente visitato per ottenere il via alla ripartenza da parte degli organizzatori. La volontà del pilota maremmano però non è bastata: un verdetto negativo seguito dello stiramento dei legamenti della spalla sinistra, ha dato lo stop definitivo alla prosecuzione della corsa.

Al di là degli inconvenienti però, entrambi i piloti hanno apprezzato la gara turca, dall’organizzazione all’accoglienza. Un parere talmente positivo da confermare già da ora la loro partecipazione per l’edizione del prossimo anno, la 14ª.

Il Transanatolia rally, sia per i piloti che per le case costruttrici, rappresenta una delle tappe indispensabili e fondamentali per la preparazione a gare top come la Dakar e l’Africa Eco Race, gare che si svolgeranno il prossimo gennaio.

Questa tredicesima edizione del Transanatolia Rally, ha visto ben due piloti italiani sul podio finale dove ha primeggiato lo spagnolo Pol Tarres su Yamaha, secondo Alessandro Botturi, sempre su Yamaha e terzo Jacopo Cerutti sulla italiana Aprilia, all’esordio su questo tipo di gare ed in ottica di test decisivo per la prossima sfida africana della Africa Eco Race prevista per il prossimo gennaio.

Maremmadakar, Ciabatti: «Bella gara, David, vero eroe»

Per Ciabatti e per Stefanucci di Maremmadakar è stata una gran competizione quella in Turchia. «Bellissima gara, organizzata perfettamente. Road-book, disegnati dal dakariano Jordi Arcarons, con percorsi e scenari meravigliosi – descrive Giulio CiabattiL’unica nota spiacevole è stata l’incidente del mio compagno David che ha concluso egregiamente la speciale facendo 75 km con una spalla lussata, un vero eroe. Oltretutto usando solo la navigazione manuale, avendo la strumentazione satellitare fuori uso».

Stafanucci: «Mi si è chiuso l’avantreno e sono stato sbalzato nell’iperspazio»

La caduta di Stefanucci non ha intaccato il suo entusiasmo, simbolo tanto quanto il coccodrillo rosso, di Maremmadakar. «Siamo arrivati in Turchia io, il mio amico Giulio, che conosco da una vita e Luca, compagno di avventure conosciuto a maggio in Tunisia, un compagno che sembra di conoscere da lunga data – racconta Stefanucci – Le nostre aspettative erano quello di terminare il rally turco, per noi una novità sia come terreno, che come paesaggi. Alla fine eccoci alla partenza motivatissimi e pieni di adrenalina. Prima e seconda tappa, perfette».

«Partiamo per la terza tappa – prosegue – Tutto bene per tutti, fino al settantacinquesimo km e poi a me succede quello che nessuno vorrebbe: mi si chiude l’avantreno della moto e vengo sbalzato nell’iperspazio terminando con uno schianto a terra. Mi riprendo dall’attimo di confusione e mi rendo conto che qualcosa non va. Non ci voglio credere, riaccendo la moto senza tanto pensare risalgo e parto, ma subito sento che la spalla proprio non va».

Stefanucci fa qualche km ma il dolore cresce. «Mi rimanevano da fare circa 70 km ma tra l’adrenalina, lo sconforto e la paura che sia qualcosa di grave da dovermi far abbandonare il rally tanto sognato, ho dato ancora più gas. Passano i km e finalmente arrivo alla fine della prova speciale, i 70 km più lunghi della mia vita. Appena fermato la realtà si riaffaccia: spalla lussata con stiramento dei legamenti. Devo alzare la bandiera bianca! The-end».

Stefanucci e il suo secondo rally

Dallo stop alla gara parte il secondo rally di Stefanucci, quello come accompagnatore e continuo aiutante del team Maremmadakar. «Ho fatto quello che ho potuto, per miei due compagni di avventura e con il team Solarys che ci garantisce, sul campo, la continua ed indispensabile assistenza tecnica. Non è tanto quello che ho potuto fare, ma quel poco mi ha fatto sentire ancora dentro questa macchina, il rally, che fa sentire giovani anche i meno giovani come noi».

«Quindi ho mantenuto le sveglie all’alba, la lettura costante dei comunicati della direzione gara e ho cercato di aiutare a mettere a punto il road book – dice Stefanucci – Ho pienato i camel bag (borracce) dei miei amici, controllato se era tutto ok tutto prima della partenza. Ma appena sentivo i motori accendersi, è lì che arrivava il pugno al cuore, la testa partiva e arrivava lo sconforto. È stata una nuova avventura stimolante – conclude – ma mai paragonabile a mettersi il casco allacciarlo ed essere catapultati in modo parallelo dove tutto è bello e viaggia ad una velocità diversa dalla vita normale, dove tutto è fantastico anche quando cadi, come è successo a me».

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