In Maremma, oltre 100 insegnanti rinunciano alla cattedra | MaremmaOggi Skip to content

In Maremma, oltre 100 insegnanti rinunciano alla cattedra

Succede nell’assegnazione delle supplenze annuali, ma l’algoritmo non se “accorge” e sfuma la possibilità di incarico per chi si trova subito dopo il rinunciatario. 922 i posti da assegnare. La rabbia di Flc-Cgil
Un insegnante in classe e, nel riquadro, Cristoforo Russo
Un insegnante in classe e, nel riquadro, Cristoforo Russo

GROSSETO. Anno scolastico nuovo, problemi vecchi. Entro il 1° settembre il ministero avrebbe voluto coprire il numero più alto possibile delle cattedre vacanti, con l’assegnazione anche delle supplenze annuali dalle graduatorie provinciali (le Gps).

In Maremma, sono 922 quelle che mancano all’appello del 15 settembre, primo giorno di scuola. 

Ma, come ricorda l’antica saggezza popolare, “la gatta frettolosa fece i gattini ciechi” e la corsa all’assegnazione degli incarichi, prima che in neo-immessi prendessero servizio ha sortito gli effetti opposti ai desideri del ministro Valditara. 

Inoltre, anche questa volta, per le chiamate dalle Gps è stata utilizzata la procedura informatizzata, che da qualche anno ha sostituito quella in presenza. Il risultato della sovrapposizione tra tempistica e algoritmo ha comportato le rinunce e la beffa per molti docenti in attesa di incarico.

Russo: «Rivedere il sistema delle chiamate»

È Cristoforo Russo, segretario provinciale della Flc, il sindacato scuola della Cgil, a spiegare l’inghippo.

«Sarebbe bastato fare le nomine da Gps – esordisce – dopo che i neo-immessi erano entrati in servizio il 1° settembre, posticipando di qualche giorno l’assegnazione della cattedre. Almeno una parte delle rinunce, quelle di chi ha avuto il ruolo, non ci sarebbero state. Invece si è avuto fretta e i neo-immessi che ancora non sapevano di esserlo hanno presentato domanda anche per le supplenze annuali. Salvo poi rifiutare quando sono stati chiamati.

In più, l’algoritmo che governa il “sistemone” nazionale non è “intelligente” – spiega Russo – e non permette le distinzioni e gli aggiustamenti che invece sono possibili in presenza, come da tempo segnalato dai sindacati». 

Il risultato è che docenti con punteggi alti che aspiravano a un posto sono rimasti a bocca asciutta. E con il rischio nelle procedure successive, di essere scavalcati, assegnati a scuole indicate come ultime preferenze o perdere del tutto la cattedra.

«E questo è inaccettabile, un inferno per i precari che ogni anno aspettano la nomina», aggiunge Russo.

La soluzione: tornare alle assegnazioni in presenza

Dunque, sarebbe bastato fare la procedura in presenza, perché in quel caso l’assegnazione è contestuale e se un docente rinuncia, la cattedra passa automaticamente al nome successivo. Oppure fare il primo turno di assegnazione dopo che i neo-immessi erano entrati in ruolo. 

«Il risultato della “fretta” e di un sistema che fa acqua da tutte le parti, è un danno ai docenti precari che vedono leso il loro sacrosanto diritto al lavoro. E dei ragazzi che inizieranno le lezioni con ancora molte cattedre vuote, in barba alla continuità didattica», dice il sindacalista.

L’appello della Flc: «Chi ha subito ingiustizie nelle nomine, ci scriva»

«Intendiamo denunciare con forza l’illegittimità di questo sistema di reclutamento. Chiedo per questo, a tutti coloro che hanno subito le ingiustizie di questi primi turni di nomina, di inviare un messaggio whatsapp al numero 3472748870, con testimonianze scritte, audio o video della “fregatura” presa.

La raccolta di tutte le testimonianze andrà all’interno di una sorta di reportage da diffondere ai mezzi di informazione. Allo stesso numero oltre che per rilasciare le proprie testimonianze ci si potrà rivolgere anche per richiedere supporto legale», conclude Russo.

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