FOLLONICA. Il riscaldamento globale porta l’innalzamento dei mari. Più l’acqua sale, più costa scompare, anche in Maremma.
«Secondo lo studio dell’agenzia nazionale Enea, tra 80 anni alcune zone costiere saranno allagate per via dell’innalzamento del livello del mare e quindi di riduzione in profondità dell’arenile – dice il vicesindaco Andrea Pecorini – Anche la nostra costa sarà oggetto di questo innalzamento ma a Follonica le soluzioni adottate per contrastare l’erosione, stanno dando effetti tangibili a difesa dell’arenile e dell’abitato».
Lo studio che Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha pubblicato ha lo scopo di effettuare una proiezione che guarda il futuro sull’innalzamento del Mar Mediterraneo e la inevitabile erosione costiera che ne consegue.
In questi giorni sono state pubblicate le nuove mappe che fotografano l’innalzamento del mare nei prossimi ottanta anni e i suoi effetti, con particolare preoccupazione per il Mar Mediterraneo, dove i cambiamenti climatici pare corrano in modo più significativo.
L’effetto dell’innalzamento, stimato pari a 100 centimetri medi da qui alla fine del secolo (a interventi zero) ha ovviamente come conseguenza l’erosione costiera, che già da anni si sta verificando, con interi tratti di costa sommersi negli anni a venire.
Follonica contro il cambiamento climatico
Ad oggi non è ancora stato approvato un piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico e gli interventi di mitigazione degli effetti dell’erosione costiera sono puntuali e non generali.
Nello studio di Enea sono state approfondite ed evidenziate 4 zone particolarmente critiche nelle quali il Mar Mediterraneo sta già creando una importante erosione: due in Toscana (tra Follonica e Piombino – Isola d’Elba), una in Sardegna e una nel Lazio.
Tra i quattro casi studiati, che rappresentano oggettive criticità riscontrate da Enea, Follonica spicca per aver messo in campo azioni lungimiranti che stanno generando conseguenze positive importanti, seppur la situazione di criticità non sia ovviamente risolta ma solo attenuata.
«Già da oltre dieci anni – dice il vicesindaco Andrea Pecorini – grazie a interventi di pianificazione con gli altri enti coinvolti (Provincia, Genio Civile della Regione Toscana), sono state posizionate barriere soffolte per 6 Km sul litorale follonichese. Questo ha permesso un maggiore allungamento dell’arenile con conseguente tutela del centro abitato».
Gli obiettivi dell’amministrazione contro l’erosione costiera
Per il prossimo futuro l’amministrazione si è posta due obiettivi. «Il primo è quello di completare l’opera di difesa della costa posizionando le barriere soffolte a nord della città per circa 800 metri – dice il vicesindaco – in questo modo tutta la città sarà protetta dal fenomeno dell’erosione costiera. Il secondo obiettivo riguarderà un cosiddetto intervento più “dolce” e prevede un progetto generale di riprofilatura e ripascimento per tutta la spiaggia sia libera che in concessione».
A questi interventi, direttamente legati al mare e all’arenile, si aggiungono le azioni di adattamento alla crisi climatica che coinvolgeranno tutta la città. Azioni che sono previste negli strumenti di pianificazione come il Paesc (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima) di cui l’amministrazione si è dotata. «Abbiamo, infatti, aderito al patto dei sindaci dal 2017 riconoscendo la centralità dei temi ambientali rispetto alle agende urbane», conclude Pecorini.
Come evidenziato dallo studio, quello di Follonica può rappresentare un esempio di come l’azione di tutela, seppur puntuale, possa fare la differenza in termini di efficacia e funzionalità rispetto alla limitazione delle conseguenze dell’erosione sulla costa, sulle case e sulle strade.
Alzano le temperature e sale il livello del mare
Le cause dell’innalzamento del livello del mare, già note, risiedono nel riscaldamento del pianeta, che avviene soprattutto per l’uso di combustibili fossili e le emissioni di anidride carbonica. Questo impatta sullo scioglimento dei ghiacciai, sull’espansione degli oceani per il calore assorbito e sul successivo innalzamento del livello del mare.
Così lee zone costiere più basse, le coste sabbiose, si allagano. Spariscono metri di spiagge, mettendo a rischio stabilimenti balneari, infrastrutture e aree abitate.
Per allontanare il rischio di erosione con conseguenze anche sull’abitato, le azioni ipotizzate vanno dall’uso di vegetazione marina ad azioni per smorzare l’energia del moto con ripascimento morbido (sabbia riportata sull’arenile, con caratteristiche similari) e barriere rigide.
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