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Sei anni dopo il primo atto adottato il piano strutturale di Grosseto

Adottato il piano destinato a governare lo sviluppo della città almeno per dieci anni. Ora 30 giorni per le osservazioni, poi l’approvazione
Una veduta di Grosseto e, nel riquadro, il sindaco Vivarelli Colonna e l'assessore all'urbanistica Fabrizio Rossi
Una veduta di Grosseto e, nel riquadro, il sindaco Vivarelli Colonna e l’assessore all’urbanistica Fabrizio Rossi

GROSSETO. A sei anni dal primo atto, il consiglio comunale, questa mattina, 9 settembre 2023, ha adottato il nuovo piano strutturale della città. Adesso ci sono trenta giorni per la presentazione delle osservazioni, quindi si andrà all’approvazione. Un piano che è destinato a disegnare la città per i prossimi dieci anni. La speranza è che serva a disciplinare l’attuale caos, con un sviluppo che da anni è legato solo al sovrapporsi di lottizzazioni, senza un quadro generale. Visto che il precedente Piano strutturale risale al 2006, quando la città era ben diversa.

«Il Comune di Grosseto è oggi riuscito ad adottare lo strumento urbanistico più importante dei prossimi dieci anni – ha detto il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna -. Uno strumento pianificatorio che getta la sfida per lo sviluppo economico della nostra terra ed in particolare per il turismo degli anni a venire».

«Un plauso dunque ad amministratori e tecnici dell’Amministrazione Comunale che, a distanza di sei anni (il primo atto deliberativo di incarico per la redazione del Piano strutturale risale al 2018) hanno portato in porto un’operazione a dir poco straordinaria. Ed uso queste parole non a caso perché la Regione Toscana ha creato un impianto normativo a dir poco complicatissimo per giungere all’adozione del Piano strutturale».

«Un impianto normativo che proprio in questi mesi è in procinto di essere modificato su richiesta dell’Anci e Ance, oltre che da altri soggetti portatori di interessi generali (stakeholders), rivedendo la procedura di copianificazione con gli uffici regionali e snellendo così fortemente la redazione di un Piano che rischierebbe di nascere già vecchio».

«Non è così però per il Piano strutturale del Comune di Grosseto, che dopo innumerevoli incontri pubblici con i residenti delle frazioni, con i cittadini del capoluogo e soprattutto dopo snervanti confronti in sessione copianificatoria con la Regione Toscana, nasce oggi come vera e propria sfida per la Grosseto del futuro».

«Sei anni di lavoro, fortemente rallentati dal Covid, che oggi trovano la meritata soddisfazione. Una soddisfazione che deve essere condivisa con i grossetani e con quanti hanno contribuito alla redazione del Piano strutturale. A ciò si aggiunga la soddisfazione di aver anticipato una parte delle scelte urbanistiche che trasformeranno la città di Grosseto; è il caso del progetto Pinqua o ancora di tutti quei progetti finanziati dal Pnrr, che da soli potrebbero costituire la “parte pubblica” del futuro Piano operativo».

Turismo al centro del piano strutturale

Tra le principali azioni strategiche previste nel nuovo Piano strutturale, la sezione riservata al turismo cui viene dedicata un’importanza strategica; da ciò la necessità di diversificare il turismo con forme differenti e alternative rispetto a quelle che hanno caratterizzato Grosseto fino ad oggi.

Ecco allora un diverso modo di vivere l’agriturismo legato al benessere o correlato ai parchi ludici che il futuro Piano operativo dovrà poi definire. Ma le azioni strategiche non si limitano a questo.

Ecco allora il potenziamento delle piste ciclabili esistenti che supporteranno in modo decisivo i nostri poli turistici.

È il caso dell’ipotesi di collegamento della rete ciclabile che oggi termina agli scavi archeologici di Roselle e che dovrà prevedere invece un allungamento fino alla frazione di Batignano.

Sviluppo è anche sinonimo di valorizzazione della filiera agricola. Per questo l’azione strategica del terzo settore vedrà un particolare sviluppo anche e soprattutto grazie al neocostituito Distretto Biologico della Maremma. 

Rigenerazione delle aree urbane

Il Piano strutturale si muove anche nella direzione della valorizzazione delle aree pubbliche e della rigenerazione delle aree urbane. Non sfuggirà a questo riguardo la recente operazione legata al Pinqua di via de’Barberi e alla (futura) riconversione della caserma Barbetti, nel  carcere cittadino o ancora la futura previsione di azione strategica nell’ex fornace di San Martino che potrà ospitare nel Piano operativo un punto di riferimento del turismo magari anche ludico.

E sempre in tema di rigenerazione urbana, una particolare attenzione verso forme di recupero turistico dell’Ippodromo del Casalone, dell’ex foro Boario nella città di Grosseto e del Consorzio agrario.

La viabilità comunale

Puntuale anche la previsione strategica di potenziamento della viabilità comunale, soprattutto fuori dai centri abitati. E sempre a proposito dei centri abitati, una particolare attenzione è tesa alla valorizzazione dei centri storici minori con l’obiettivo di catalizzare il turismo senza con questo ricorrere a nuove abitazioni.

Le nostre frazioni saranno quindi oggetto di particolare cura nel futuro Piano operativo, nel quale il turismo ambientale e culturale rivestirà un ruolo fondamentale, coadiuvato da un sistema di viabilità dolce con particolare riferimento alle piste ciclabili.

Importanti azioni strategiche anche nel litorale, dove il Piano strutturale prevede una forte valorizzazione delle strutture ricettive esistenti, coordinate anche in questo caso da una rete di viabilità dolce e adeguata ai futuri sviluppi di un turismo ecosostenibile.

Un riferimento finale all’edilizia residenziale che il Piano strutturale vede residualmente rispetto allo sviluppo della nostra terra. 

Rossi: «Piano strutturale è tassello fondamentale della pianificazione territoriale»

«L’adozione del Piano strutturale è un tassello fondamentale della nostra pianificazione territoriale, non solo perché lo stabilisce la legge regionale 65 del 2014 che regola le norme sul governo del territorio, ma perché rappresenta una pietra miliare rispetto al precedente Piano, approvato dal Comune di Grosseto nel lontano 2006».

Queste la parole dell’assessore all’urbanistica, Fabrizio Rossi.

«Pensate quanti anni sono passati, quanti anni ci sono voluti per arrivare ad un secondo Piano strutturale. L’adozione del nuovo Piano traccia un solco in un complesso articolato di procedimenti e atti amministrativi che, come spesso accade, appesantiscono il lavoro dei Comuni stessi. Importante anche il lavoro partecipativo, rallentato dall’arrivo della pandemia e successivamente ripreso. Nonostante le difficoltà, sono stati oltre 490 i contributi pervenuti da parte dei cittadini, delle associazioni e dagli stakeholder territoriali. Un percorso partecipativo che inizialmente sarebbe dovuto durare 60 giorni e che alla fine è durato fino alla fine del 2021».

Poi il lavoro delle Commissioni e il processo di copianificazione che ha interessato tutti quei contributi che avrebbero potuto portare a un consumo di nuovo suolo al di fuori del territorio urbanizzato. 35 azioni di interventi di privati sono state accolte a testimonianza di come il lavoro dell’Amministrazione comunale da sola non basti.  

«La pianificazione urbanistica non la facciamo da soli, non basta il consiglio comunale, non basta il percorso partecipativo. Con l’adozione in consiglio comunale del Piano strutturale si conclude un complesso e farraginoso iter burocratico stabilito dalla legge».

Rossi: «Un Comune che non ha consumato suolo»

«È stato interessante aver ripercorso quello che è il quadro conoscitivo del nostro territorio che con 473 km quadrati costituisce uno dei territori più grandi d’Italia. Un Comune che non ha consumato suolo, a differenza di altri che il suolo se lo sono mangiato. Con l’adozione di questo Piano strutturale restiamo fedeli alla vecchia massima dello “sviluppo sostenibile”. Tutte le azioni previste dal Piano si muoveranno in questo senso».

«Azioni compatibili con il nostro territorio e con la nostra indole. Il Piano non ha valenza conformativa dell’uso dei suoli e degli edifici, ma individua la cornice dei perimetri stabilita dall’articolo 92 comma 5 che individua il territorio urbanizzato e quello rurale. Il Piano in oggetto, a differenza di quello operativo, ha un orizzonte temporale più lungo; un orizzonte di medio periodo, ponendosi dunque l’obiettivo di azioni di prospettiva relative ai prossimi 15 anni e cercando di trovare all’interno di se stesso dei Piani operativi al passo col tempo e con l’evoluzione del nostro Paese».

«Lo stesso si articola su 4 sezioni: quadro conoscitivo, statuto del territorio, strategie ed infine il quadro valutativo. Lo scenario che abbiamo immaginato nelle nostre strategie è sicuramente uno scenario di sviluppo. Vogliamo che la città cresca, che si investa, che i nostri ragazzi restino qui. Programmiamo una crescita della città, demografica ma soprattutto economica». 

«A ciò si aggiunga, l’aspetto del turismo e mobilità, oltre all’agroalimentare. Siamo consapevoli che manca una viabilità di margine della nostra città, a nord e sud del capoluogo. Manca la viabilità del corridoio tirrenico. Non possiamo stare in attesa che qualche Governo si ricordi della Maremma. Dobbiamo recuperare e il Comune deve fare la sua parte. Per questo il turismo deve essere incentivato e destagionalizzato, anche con la mobilità dolce».

«Oggi programmiamo la Grosseto del futuro. Una sfida per noi difficile, ma che siamo certi si rivelerà vincente».

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