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Salvano il Limonio etrusco dal rischio estinzione

Il Crisba, il centro ricerche dell’Istituto tecnico agrario Leopoldo II di Lorena di Grosseto, ha messo a punto un protocollo che sta dando i primi fiori
Lorenzo Moncini propagazione del Limonio in laboratorio
Lorenzo Moncini durante la micropropagazione del Limonio etrusco in laboratorio. A destra, la foto del fiore.

GROSSETO. Chi arrivasse in Maremma dal mare troverebbe sì la spiaggia e le dune ma anche, sulla costa, il Limonio etrusco. Non dappertutto però.

Il Limonium etruscum è una delle piante più interessanti in fiore in questa stagione nel Parco regionale della Maremma. Si tratta infatti di una specie costiera endemica: la si trova quasi esclusivamente in poche stazioni del Parco (Colle Lungo e Marina di Alberese).

È una specie erbacea perenne con fiori viola, considerata specie “in pericolo” per il numero limitato di esemplari in natura e i rischi che incombono su di lei. Come quello della perdita di habitat, che avviene per cause naturali e per la presenza dell’uomo. A mitigare gli effetti di questi rischi ci ha pensato il Crisba, il centro ricerche dell’Istituto tecnico agrario Leopoldo II di Lorena di Grosseto.

Limonio etrusco in fiotirura, fiori
Limonio etrusco in fiotirura

In casi come questo si è infatti rivelato importante fare interventi a salvaguardia della pianta. Interventi fatti sia nel suo ambiente (la cosiddetta conservazione in situ) sia al di fuori del suo habitat naturale, con azioni di propagazione in laboratorio (ex situ, come le attività portate avanti dal Crisba).

Limonio: moltiplicazione in vitro e ambientamento in vaso

Recentemente il laboratorio maremmano ha messo a punto un protocollo per la moltiplicazione in vitro e l’ambientamento in vaso della pianta. Il programma sarà utile sia per la conservazione del germoplasma della specie (una sorta di sua “copia di sicurezza”) sia per l’eventuale reintroduzione in natura della pianta a seguito di eventi avversi.

L’iniziativa è stata avviata due anni fa con la raccolta in natura di pochi fiori della pianta. Oggi, grazie agli steli, il Centro ha ottenuto centinaia di cloni in vitro e piante in vaso su terreno naturale. Alcune sono già in fiore.

Una tecnica che ha salvato anche altre specie

Da anni il Crisba utilizza la micropropagazione per la salvaguardia della biodiversità naturale, come le orchidee spontanee, o coltivata, come le varietà autoctone di patata a rischio di estinzione che conserva per conto di Ente terre regionali toscane.

La tecnica utilizzata consente di creare vaste collezioni di piante allevate in camere climatiche, su substrati artificiali sterili: un’altra freccia all’arco della tutela della flora costiera.

Questo settore vede impegnato il Centro ricerche del tecnico agrario grossetano da più di un decennio, con azioni di propagazione e reintroduzione in natura di specie vegetali dunali. Ne sono un ottimo esempio gli interventi svolti in collaborazione proprio con il Parco della Maremma a Marina di Alberese, dove l’area dunale è stata riqualificata, delimitata da elementi naturali e arricchita poi da centinaia di piante dunali propagate in laboratorio.

Anche il Limonio etrusco, che vegeta poco distante da quella stazione, da oggi godrà del protocollo di moltiplicazione in vitro e di salvaguardia sviluppato dal Crisba del Leopoldo II di Lorena.

Autore

  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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