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Giù l’inceneritore di Scarlino. 150 milioni per altri 4 impianti

Il vecchio inceneritore di Scarlino sarà demolito. Al suo posto Iren Ambiente realizzerà quattro impianti per la gestione di vari tipi di rifiuti
Due immagini dell'inceneritore di Scarlino che sarà demolito
Due immagini dell’inceneritore di Scarlino che sarà demolito

SCARLINO. Giù il vecchio, obsoleto e inquinante inceneritore di Scarlino, protagonista di tante battaglie ambientaliste: sarà demolito. Al suo posto sorgeranno altri quattro impianti, con un investimento di 150 milioni da parte di Iren Ambiente. Il gruppo Iren ha  acquisito il controllo di Sei Toscana e di tutte le società partecipate, compresa Futura Spa che in provincia di Grosseto gestisce l’impianto delle Strillaie dove viene prodotto Css e compost. 

Oggi, 28 agosto, in consiglio comunale, c’è stato un atto decisivo. Il parlamentino cittadino di Scarlino ha approvato la presa d’atto del progetto di Iren Ambiente Spa e l’impegno al recepimento della variante urbanistica contestuale alla chiusura positiva della conferenza dei servizi.

A favore hanno votato la maggioranza, i gruppi consiliari Per Scarlino (Mauro Biagioni), Scarlino Insieme (Marcello Stella) e Pensiamo Scarlino (Roberto Maestrini) mentre il voto contrario è arrivato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Raspanti.

«Oggi – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica, Cesare Spinelli – si conclude dopo anni la vicenda dell’inceneritore di Scarlino ed entriamo in una nuova fase che si fonda sull’economia circolare. È un momento importante per ciò che questo progetto rappresenta per il nostro territorio: la parola fine all’incenerimento non è mai stata scontata, tant’è che subito dopo il nostro insediamento i primi colloqui avuti con chi gestiva l’impianto erano incentrati sulla rimessa in funzione dell’impianto di incenerimento».

«Lo abbiamo sempre detto, i rifiuti rappresentano una criticità con la quale è impossibile oggi non fare i conti, e il riciclo è una soluzione plausibile, se ben strutturato. Abbiamo valutato approfonditamente il piano proposto da Iren Ambiente Spa: grazie al supporto del tecnico esterno Maurizio Galasso abbiamo potuto constatare che gli impianti proposti non risultano impattanti per l’ambiente e, soprattutto, per la salute dei cittadini».

«Continueremo chiaramente a vigilare sul rispetto di tutte le norme, perché la fase progettuale è certo importante ma è fondamentale il controllo successivo all’avvio degli impianti. Non da meno il progetto prevede la creazione di ulteriori posti di lavoro». 

Quattro impianti al posto di uno

Il Gruppo Iren si occuperà della progettazione, della realizzazione e della gestione del nuovo Polo. 

Il progetto di Scarlino parte con tre obiettivi propedeutici all’avvio della struttura: il primo step riguarda la progettazione di nuovi impianti a servizio dell’area grossetana e della Toscana, segue la demolizione del termovalorizzatore di Scarlino WTE (il cosiddetto “Waste-To-Energy” che prevede l’incenerimento dei rifiuti) e infine la bonifica del sito.

I nuovi impianti sono stati pensati per creare nuova materia dagli scarti.

Gli impianti che lo andranno a costituire sono quattro, ciascuno con un preciso funzionamento: 

  • ITL, impianto di trattamento del legno;
  • HTC, impianto di trattamento fanghi mediante «hydro thermal carbonization»;
  • I.BLU, impianto di trattamento pulper e plastiche;
  • Depuratore, impianto di depurazione per il trattamento di rifiuti liquidi.

L’impianto di trattamento del legno utilizza in ingresso legno da raccolta differenziata e, mediante attività di selezione e trattamento, produce in uscita prodotti finiti (pallet pressati) o componenti per la produzione di pallet (blocks).

Il processo parte dalla selezione della materia prima e triturazione, con successiva essiccazione e miscelazione con colle termoindurenti per ottenere i prodotti finiti. L’impianto genera significativi benefici ambientali in termini di mancato utilizzo di legno vergine, impiegato per la produzione dei pallet tradizionali.

L’impianto di trattamento fanghi mediante «hydro thermal carbonization», invece, utilizza le matrici organiche in ingresso (ossia fanghi della depurazione civile e frazione organica stabilizzata) e, mediante un innovativo processo di carbonizzazione idrotermale (HTC) che non prevede incenerimento, produce in uscita un bio-carbone: quest’ultimo potrà essere utilizzato direttamente come combustibile oppure come materia prima equivalente per numerosi altri processi industriali o come fertilizzante.

Il processo avviene in acqua all’interno di reattori chiusi che consentono il mantenimento della temperatura e della pressione necessaria. Successivamente il materiale organico viene sottoposto a un processo accelerato di carbogenesi che sottrae al rifiuto il carbonio (fino a >98%), concentrandolo e producendo la materia prima equivalente al bio-carbone.

A costituire il nuovo polo sarà anche I.BLU, impianto di trattamento pulper e plastiche capace di generare quattro tipi di nuovi prodotti: BLUAIR® per le industrie siderurgiche; densificato polimerico da applicare in ambito civile e infrastrutturale; CSS, ossia combustibile solido secondario e frazione cellulosica utilizzata nell’industria cartaria.

Un esempio concreto di circolarità che si lega alle attività del depuratore previsto per il trattamento dei rifiuti liquidi: l’ampliamento dell’impianto esistente di trattamento chimico-fisico, con l’aggiunta della sezione di trattamento biologico, sarà in grado di depurare flussi contenenti metalli e componenti organiche e ammoniacali.

Il progetto di Iren Ambiente prevede anche la realizzazione di un sistema integrato di tri-generazione energetica (fotovoltaico-calore-termico) a servizio del comparto produttivo. 

150 milioni di investimento

150,1 milioni di euro è l’investimento previsto per il progetto, il cui iter autorizzativo è partito nel settembre 2022: entro la fine 2023 saranno avviate le pratiche di demolizione e bonifica che porteranno all’avvio dei cantieri di realizzazione degli impianti dal secondo semestre del 2023.

Il progetto sarà diviso in due fasi e impiegherà nel corso del tempo fino a un massimo di 118 unità di personale nella gestione dei vari impianti (ITL, HTC. I.BLU, depuratore). Un’occasione per la creazione di importanti sinergie con soggetti istituzionali e industriali del territorio toscano, nel segno della circolarità e della sostenibilità. 

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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