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La Cattedrale gremita per l’addio a Filippo Andretta

Le maglie della Juve e del Grifone e la sciarpa della Castiglionese hanno coperto il feretro dell’ex dirigente Asl e allenatore. Le parole commosse della figlia Chiara: «Un uomo che si è sempre dedicato ai più deboli e che ha sempre cercato di fare il bene di questa città, aiutando chiunque gli chiedesse una mano»
funerali Andretta
Il feretro di Filippo Andretta all’uscita del Duomo

GROSSETO. La Cattedrale gremita, la commozione nelle parole di chi non ha nemmeno provato a varcare la soglia del Duomo e ha affollato la piazza, la preghiera di don Franco, le lacrime dei suoi familiari, degli amati figli Chiara e Raffaele, della “genera” Giada, dei nipoti, della sua Margherita. 

Il funerale di Filippo Andretta, ex dirigente dell’Asl, politico, allenatore, è stato l’abbraccio dell’intera città a un uomo che ha dato tanto alla comunità di Grosseto. Che lo ha fatto grazie al suo lavoro, al suo impegno per una sanità per tutti, garantita da eccellenze con il camice bianco al quale negli anni ha firmato contratti, come direttore del Personale. Grazie anche alla sua militanza attiva nel Psi, grazie alla mano che non ha mai tirato indietro, quando c’è stato bisogno di aiutare gli altri. 

Tutto quello che ha dato a Grosseto Andretta, sabato 26 agosto, gli è stato restituito almeno nei termini dell’affetto manifestato dalla città, in quell’abbraccio ai figli, ai nipoti, alla sua compagna. 

Addio all’allenatore dal cuore grande

Celebrati in duomo da don Franco Cencioni, ai funerari di Andretta c’erano tanti colleghi che con lui hanno condiviso l’amore e l’impegno politico: il parlamentare Marco Simiani, l’assessore regionale Leonardo Marras, il segretario dell’Unione comunale del Pd Demetrio Cozzupoli, il segretario provinciale della Lega Cosimo Pacella, suo amico fraterno. E ancora i tanti socialisti, primo fra tutti il segretario provinciale Francesco Giorgi, che ha preso la parola sull’altare, per salutare una delle colonne portanti del partito, oltre a tanti rappresentanti del sindacato, al personale dell’ospedale dove aveva lavorato a lungo: dirigenti amministrativi e sanitari, primari in carica e in pensione, tanti impiegati, infermieri, operatori sanitari, tecnici di laboratorio.

Assente invece, la dirigenza dell’Asl, quella di oggi e anche quella di ieri. 

«Questo per tutto noi è un momento di irrealtà – ha detto Giorgi, con la voce rotta dall’emozione – per me e per la mia famiglia Filippo era più di un amico, era un uomo che ha sempre dimostrato, in qualunque circostanza, la sua grande passione e la generosità. Era cresciuto affrontando i problemi della strada e questa esperienza se l’è portata dentro sempre, mettendosi a disposizione degli altri. L’ultima volta che l’ho visto, all’ospedale, abbiamo parlato di calcio. Oggi essere qui a salutarlo è devastante». 

Tifoso juventino, allenatore di tante squadre, sul feretro di Andretta sono state sistemate le maglie della Juventus e quella del Grifone, insieme alla sciarpa della Castiglionese. 

«Un pilastro per la sua famiglia e per i suoi amici»

Un lungo applauso ha accolto il feretro di Andretta, morto a 79 anni giovedì 24 agosto, appena fuori dalla Cattedrale, prima di essere accompagnato dal personale della San Lorenzo al cimitero di Sterpeto, dove riposerà nella cappella di famiglia. Un applauso che è seguito a quello scoppiato in chiesa, dopo le parole commosse della figlia Chiara, che ha voluto ringraziare la città per l’amore e l’affetto riservato a suo padre

Vorrei ringraziare tutti voi e tutti coloro che con una parola o con un pensiero hanno partecipato al nostro grande dolore rendendo omaggio all’uomo straordinario e generoso che era mio babbo, come dimostra questo Duomo gremito di persone che sono passate a salutarlo.
Un ringraziamento a nome mio, di mio fratello (il suo Raffo), di mia cognata (che lui chiamava genera) , delle mie nipoti (Laura, Mati, Aury, Bibi) che lui amava follemente, delle mie zie e zii e delle mie cugine e cugini e di Margherita e i suoi ragazzi (Edo e Matilde) con i quale lui amava tanto dire che stava vivendo la sua terza vita. La prima l’aveva trascorsa con la mia meravigliosa mamma Laura , fino a quando lei non ci ha lasciati dopo una lunga malattia, durante la quale babbo è stato un esempio di amore e dedizione.

La seconda disperato ed in solitudine fino all’arrivo di Laura Andretta, la Puffetta di casa, che aveva di nuovo aperto il suo cuore riempiendolo di gioia e amore, la terza come nuova opportunità di felicità.

Un uomo che si è sempre dedicato ai più deboli e che ha sempre cercato di fare il bene di questa città, aiutando chiunque gli chiedesse una mano
Impegnandosi nello sport, nella politica, nella sanità, un pilastro per la sua famiglia e per i suoi amici, che da oggi resteranno senza un ombrello, orfani del suo amore e della sua lealtà e della sua generosità. 
Filippo Andretta è tornato nel vento ed è finita un’epoca.

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Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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