Morì a 22 anni nell'incidente, ragazzo condannato a 4 anni | MaremmaOggi Skip to content

Morì a 22 anni nell’incidente, ragazzo condannato a 4 anni

Il giovane che era al volante dell’auto finita nella scarpata aveva un tasso alcolemico di 1,94 e aveva anche fatto uso di cannabinoidi: sconterà la pena ai domiciliari
Il tribunale di Grosseto

ARCIDOSSO. Il 6 febbraio 2021 una Peugeot 208 che stava percorrendo la provinciale Amiatina verso Arcidosso, passati il Monumento ai caduti, finì in una scarpata. Su quell’auto viaggiavano tre ragazzi, tutti poco più che ventenni. Elisa Rossi, 22 anni di Greve in Chianti, morì sul colpo.

Il conducente dell’auto, Mattia Nieddu, 25 anni di Firenze, fu soccorso e portato alle Scotte di Siena in condizioni gravissime, mentre l’altra ragazza che viaggiava con loro, riuscì ad uscire dall’abitacolo: anche lei fu soccorsa e portata alle Scotte con una brutta frattura alla clavicola. 

Il giovane che era alla guida, indagato per omicidio stradale, è stato condannato: dovrà scontare 4 anni.  

Un sorpasso prima della tragedia

Erano le 18.30 quando la Peugeot guidata dal venticinquenne sorpassò una Fiat Panda che viaggiava nella stessa direzione. I tre ragazzi avevano deciso di trascorrere la giornata sulla neve in cima all’Amiata. Avevano approfittato del fatto che era stata dichiarata la zona gialla, dopo mesi di chiusura a causa della pandemia. 

Ma dopo quel sorpasso, il ragazzo che era alla guida dell’auto aveva perso il controllo della Peugeot che aveva deviato verso destra ed era uscita di strada, precipitando in una scarpata. La corsa dell’auto era finita contro un albero dopo essersi ribaltata più volte. Elisa morì sul colpo: era seduta sul lato del passeggero, dove la carrozzeria dell’auto aveva subito le deformazioni maggiori. 

Nieddu fu sottoposto ai test per l’alcol e per le sostanze stupefacenti: positivo a entrambi, aveva un tasso alcolemico di 1,942 grammi per litro e aveva fumato cannabis

«L’uscita di strada dell’autovettura condotta dal Nieddu – scrive il giudice Marco Mezzaluna nel dispositivo di sentenza – è stata determinata dall’avventata decisione di sorpassare la Fiat Panda, ad una velocità senz’altro superiore ai 50 Km/h proprio lungo un tratto di strada caratterizzato da una serie di curve e leggermente in discesa ed in presenza di striscia continua». 

Mix di alcol e cannabinoidi

Il ragazzo, portato all’ospedale di Siena, fu sottoposto subito ai test per l’alcol e per le sostanze stupefacenti: risultò positivo ai cannabinoidi e all’alcol. «Nessun dubbio – scrive ancora il giudice – sul nesso causale tra condotta di guida commissiva dell’imputato e sinistro stradale con conseguente morte della vittima». 

Difeso dall’avvocata Francesca Cima, il venticinquenne aveva incaricato un consulente di parte che ha sostenuto l’esistenza di un concorso di colpa della Provincia per non aver installato in quel tratto di strada protezioni per evitare l’eventuale uscita di strada dei veicoli. Se ci fosse stato un guard rail, l’auto probabilmente non sarebbe uscita di strada. «Ciò pur rappresentando una concausa – scrive ancora il giudice Mezzaluna – peraltro preesistente dell’evento, non ha alcuna efficacia interruttiva del nesso causale tra condotta di guida e morte della vittima». 

Secondo il giudice, che ha celebrato il processo con il rito abbreviato, la causa principale della morte della ventiduenne è stata la condotta di guida dell’amico della giovane che era al volant. «Se l’imputato non avesse guidato in quel modo – si legge ancora nella sentenza – non avrebbe perso il controllo del veicolo e non sarebbe uscito di strada». 

Quattro anni ai domiciliari

I familiari di Elisa, i genitori, i due fratelli e le due nonne, assistiti dall’avvocata Maria Grazia Esposito, si sono costituiti parte civile. Il sostituto procuratore Salvatore Ferraro aveva chiesto una condanna a 3 anni, oltre alla revoca della patente. 

Il ragazzo, che aveva già in parte risarcito i familiari della giovane, dovrà scontare 4 anni oltre al pagamento delle spese processuali: il 25enne è stato anche condannato a pagare una provvisionale di 100.000 euro ai familiari della ragazza, in attesa della pronuncia del giudice civile oltre a 8.000 euro di spese di costituzione. 

Il giudice ha sostituito il carcere con i domiciliari: il ragazzo dovrà però seguire un percorso con gli operatori dell’Uepe di Firenze,  l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna. Oltre alla revoca della patente, al ragazzo è stato anche ritirato il passaporto

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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