Vivarelli Colonna: la sanità maremmana cenerentola in Toscana | MaremmaOggi Skip to content

Vivarelli Colonna: la sanità maremmana cenerentola in Toscana

Il sindaco di Grosseto attacca la Regione per la situazione dell’assistenza sanitaria a Grosseto e provincia. E chiama in causa anche la direzione dell’Asl sudest. Il dg D’Urso tra i nomi in lizza per guidare l’Asl centro
L'ospedale di Grosseto e, nel riquadro, Vivarelli Colonna
L’ospedale di Grosseto e, nel riquadro, Vivarelli Colonna

GROSSETO. Da una parte arrivano in redazione i ringraziamenti dei pazienti al personale sanitario degli ospedali maremmani. Dall’altra l’allarme dei sindacati sulla mancanza di operatori socio-sanitari, che si aggiunge ai problemi legati alla carenza di medici ospedalieri e di base sul territorio.

Dunque, anche a fronte dell’impegno di chi lavora in sanità per rendere un servizio migliore possibile agli utenti, ci sono i limiti oggettivi dell’organizzazione del lavoro. Che in estate peggiora, sia per l’aumento del bisogno di assistenza per la presenza dei turisti, sia per le meritate ferie del personale.

Per fare un esempio, non è del tutto tramontata l’ipotesi di accorpare i turni di guardia notturna per l’area medica dell’ospedale di Grosseto, che doveva partire il 1° luglio ma che poi è stata congelata, almeno fino al 1°di settembre. Ovvero un solo medico di notte, per 79 posti letto dei reparti di medicina interna, nefrologia e malattie infettive. Peraltro dislocati su 6 piani.

Il sindaco attacca la Regione: «Cosa succede alla sanità grossetana?»

Questa volta è il sindaco di Grosseto, Vivarelli Colonna a dire la sua, rivolgendosi direttamente alla regione Toscana, in un video sul proprio profilo facebook

«Una comunità ha il dovere di tutelarsi – dice – con tutta la forza che può mettere in campo. Soprattutto quando si tratta di sanità. Il carico di lavoro del personale ospedaliero è divenuto insostenibile, con un rapporto tra medici e pazienti giunto a livelli di guardia. I medici, in particolare, sono chiamati a far fronte a turnazioni pesantissime che nel periodo estivo, con il gran numero di turisti che arriva nella nostra Maremma, acuisce ancora di più una situazione di difficoltà ormai giunta al limite».

 

Il fenomeno “Lavora e fuggi”

«In più, si sta assistendo al cosiddetto “lavora e fuggi”. Un fenomeno che porta i medici a prendere servizio al Misericordia di Grosseto, per poi cercare altre destinazioni. In questo modo non è possibile far fronte ad alcuna programmazione, anche e soprattutto a livello di risorse umane. E quel che è peggio è che si rischia di non poter programmare percorsi virtuosi nella sanità», riprende.

«I tempi di attesa al pronto soccorso di Grosseto si stanno allungando, anche a causa della pressione di utenti che proprio in estate affollano le sale del nostro ospedale con comprensibili, inevitabili conseguenze, in termini di qualità nell’assistenza sanitaria. Il fragile equilibrio raggiunto tra l’assistenza ospedaliera e gli utenti, si basa su strutture sanitarie che oggi debbono necessariamente far fronte a nuovi fenomeni: turismo estremizzato, soprattutto nei fine settimana, flussi migratori sempre più importanti, invecchiamento della popolazione e richieste di assistenza sempre più frequenti. Parametri questi che hanno scardinato un equilibrio già troppo estremizzato».

Serve anche l’impegno della direzione sanitaria dell’Asl

In questa situazione, le prospettive della sanità grossetana rischiano di apparire davvero grigie, secondo il primo cittadino di Grosseto. «Occorre una ferma presa di posizione da parte della Regione e, in particolare, della direzione sanitaria dell’Asl sudest. Grosseto merita un’assistenza ospedaliera come nel resto della Toscana. Grosseto ha il dovere di garantire un percorso professionale ai propri medici. Grosseto deve difendere con ogni mezzo le proprie eccellenze professionali, soprattutto quelle nella salute.

Abbiamo liste d’attesa per esami clinici e oncologici con cadenza più che mensile e spesso molti grossetani sono costretti a rivolgersi ad ospedali di altre regioni.

Dobbiamo difendere quegli standard sanitari che avevamo faticosamente raggiunto. Oggi abbiamo il dovere di tutelare con forza quei medici che stanno sopportando carichi di lavoro estremi, rischiando ripercussioni nella qualità dell’assistenza sanitaria. Sulla salute non ci possiamo più permettere di abbassare ulteriormente la guardia!», conclude Vivarelli Colonna.

La risposta dell’Asl

Immediata la risposta della direzione dell’Asl sudest.

«Al pronto soccorso, a fronte di oltre 7000 accessi stimati nell’ultimo mese, i tempi medi di attesa sono inferiori in genere a un’ora per tutti i codici. Nei casi di gravità maggiore, si stimano 12 minuti per i codici 2 e accesso pressoché immediato per i codici 1.

Analogamente non è corretto parlare di “tempi di attesa” per i controlli oncologici, dal momento che una volta preso in carico dal polo oncologico, ogni paziente viene inserito puntualmente all’interno di un percorso strutturato, consolidato da anni e fluido. Infatti, un gruppo multidisciplinare di professionisti pianifica dettagliatamente ogni step del percorso di cura, stabilendo anche il calendario di visite e controlli diagnostici. In tal modo, il paziente non dovrà mai preoccuparsi di prendere appuntamento tramite le agende Cup, ma avrà un canale “preferenziale” pensato sui suoi bisogni di salute specifici.

Sempre più persone si rivolgono al polo oncologico grossetano, tanto che la proiezione per l’anno 2023 contempla 1400 nuovi pazienti, quindi altrettante diagnosi, che vanno ad aggiungersi a quelli già in cura, per un totale di circa 9000 pazienti assistiti dal servizio. Tecnologia moderna, organizzazione snella e professionalità di alta specializzazione, i tre pilasti che rendono sempre più attrattiva l’oncologia medica del Misericordia».

Antonio D’Urso all’Asl Centro?

E potrebbe esserci presto un cambio della guardia alla guida dell’Asl sudest, la più grande della Toscana e una delle più grandi d’Italia. Nelle scorse settimane Paolo Morello Marchese, a questo punto ex dg dell’Asl centro, è stato nominato al vertice dell’ospedale pediatrico Meyer, al posto di Alberto Zanobini.

Nella corsa alla successione sulla poltrona più alta di piazza Santa Maria Nuova a Firenze, si riaprono i giochi delle nomine, nei quali D’Urso (in carica fino al 2025) rientra a pieno titolo. Nel caso partisse per il capoluogo regionale, si riapre la partita per Simona Dei, di succedergli alla guida della sudest.

 

 

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