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A 20 anni trucca le stelle della Scala

Nadia Marchese si è diplomata all’Accademia del teatro milanese in “hair and make-up artist”, il trucco scenico. E ha un sogno: gli effetti speciali
Nadia con uno dei suoi make-up speciali

GROSSETO. Se il trucco è una forma d’arte, Nadia Marchese è un’artista. Se una pennellata di fard, un tocco di ombretto, una matita e un rossetto possono cambiare l’aspetto di una persona tanto da renderla irriconoscibile, lei lo sa fare.

Grossetana, 20 anni e un’autentica passione per l’arte del trucco, Nadia si è appena diplomata in “hair and make-up artist“, un corso specializzato in trucco scenico, nientepopodimeno che all’accademia del Teatro alla Scala.

Coltivando le sue passioni, seguendo le sue inclinazioni e la sua vena creativa, la giovane maremmana ha scelto di diventare un’artista, ma in un campo decisamente non convenzionale come il trucco. Perché il make-up non si usa solo per nascondere i difetti ed esaltare i punti di forza, ma per trasformare letteralmente una persona. 

E proprio le “trasformazioni” sono l’aspetto che più intriga Nadia, tanto  che non ha dubbi nell’affermare che questa è l’unica strada che può percorrere. «Ho uno stile alternativo e amo la particolarità – dice – perché è ciò che mi più rappresenta. Per questo ho voluto studiare questo campo decisamente inusuale, confrontarmi con un tipo di lavoro che mi consente di dare gambe alla mia voglia di cambiare. E ora grazie alla esperienza a Milano, ho anche individuato il ramo preciso in cui specializzarmi. Sono stati 9 mesi bellissimi e impegnativi, durante i quali ho avuto modo di confrontarmi con i miei compagni di studi e ho lavorato soso in particolare allArena di Verona e al Teatro la Scala».

Un make-up da effetti speciali

Al teatri milanese Nadia ha potuto approfondire ambiti particolari del trucco, come gli effetti speciali. «Abbiamo imparato molto, tra pratica e teoria, seguendo l lezioni i make-up artist molto famosi e affermati. Un nome per tutti, Crhistina Gall, la truccatrice delle ballerine del Carnevale di Rio, e Michele Magnani di Mac Cosmetics, che mi ha colpita per l’empatia, il talento e l’umiltà con cui si è approcciato a noi», racconta.

Nadia Marchese il giorno del diploma

«Ho visto come si lavora, l’affiatamento e la sintonia fra artisti, costumisti e truccatori – riprende – ho toccato con mano la loro empatia e gentilezza. Per questo, anche anche se dovevamo dare la disponibilità 7 giorni su 7 per truccare gli attori, per me non era pesante, ma lavorare mi rendeva felice».

Un unico limite: «Lavorare nei teatri è bellissimo, ma non lascia libertà d’espressione artistica, perché il risultato del trucco deve corrispondere alla visuale dello sceneggiatore e non del truccatore. Tuttavia, avendo la possibilità di truccare anche alcune modelle per Nasty Magazine, una rivista sulle sub-culture stravaganti, ho potuto creare qualcosa di mio. Così ho capito quale deve essere la mia strada: studiare effetti speciali a Londra, per poi unire le diverse tecniche che ho imparato. Ma intanto spero di trovare lavoro e stabilizzarmi a Milano».

L’ispirazione dal gotico e dal cyber

Nel frattempo, tra una seduta di trucco e una lezione teorica, Nadia ha sviluppato un proprio stile del tutto particolare, che trae ispirazione dal mondo del gotico e del cyber. «Amo i grafismi – spiega – il make-up pittorico e la sperimentazione con forme e oggetti. Uso borchie, glitter, foglie d’argento, plastilina e lattice per i miei trucchi. Vorrei approfondire gli effetti speciali  proprio per sviluppare ancora di più il lato trasformista del trucco».

Un lavoro sottovalutato

Purtroppo, il lavoro di Nadia è spesso sottovalutato. «Molte persone non mi prendono sul serio quando dico che sono una make-up artist, nonostante lo studio e la fatica con cui ho iniziato a costruire questa carriera. Ma io sento che è la mia strada quindi mi impegnerò ancora di più per fare sempre meglio. Ma è un lavoro che si basa sulla fiducia, visto che le persone si affidano ai truccatori per sentirsi a proprio agio con il proprio aspetto», conclude.

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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