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Il Mangialibro: “Giallo Antartide”

Il romanzo della giornalista e scrittrice grossetana Irene Blundo e un thriller ad alta tensione tra i ghiacci del Polo Sud. Da leggere tutto d’un fiato
Giallo Antartide
Il mangialibro – Giallo Antartide

GROSSETO. Dodicesimo appuntamento con la rubrica quindicinale “Il Mangialibro”. Ogni due venerdì, MaremmaOggi regala uno spazio dedicato a tutti coloro che amano leggere, proponendo un libro scritto da un autore maremmano o legato alla Maremma.

Protagonista di questa “puntata” è il romanzo “Giallo Antartide”, di Irene Blundo, appena pubblicato ad aprile 2023 per i tipi dell’editore Effigi. Giornalista, scrittrice, blogger e infaticabile animatrice culturale, Blundo si è occupata anche di editing per l’editore Stampa Alternativa. Si è cimentata con generi diversi, dai racconti, alla biografia, alla cronaca storica con un libro sull’alluvione di Grosseto del 1966. La sua ultima fatica la riporta al giallo, che aveva già sperimentato in un racconto dell’antologia, “Giallo di Maremma” edito da Laurum

Irene Blundo e la copertina del libro
Irene Blundo e la copertina del libro

Irene Blundo e la copertina del libro

Laureata in lingue e letterature straniere, Irene Blundo ha collaborato con il quotidiano La Nazione. Attualmente collabora con riviste e web magazine, tiene un blog (Oblò sulla cultura) su libri, cinema, musica, arte e spettacoli. Nel 2015 ha pubblicato il Millelire di Stampa Alternativa “Bianciardi d’essai”. Nel 2016, per Laurum editrice, ha scritto “Grosseto nel fango. 50 anni dall’alluvione dei dimenticati”. Dello stesso anno è “L’alambicco e la bambina”, dedicato al maestro distillatore Priscilla Occhipinti. Nel 2019 è uscito la racolta di racconti “Mare di conchiglia”con cui ha vinto il premio speciale Cultura del territorio al concorso letterario nazionale “Amori sui generis”. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La ragazza con il vento tra i capelli” e ne 2022 è uscito il sguito, “Il sale addosso”.

Nel 2019 a Pisa le è stato assegnato il Premio Europa per l’ attività di promozione della cultura e della letteratura.

“Giallo Antartide”, in mezzo al bianco della neve

“Giallo Antartide” è ambientato in una base scientifica statunitense Glorysun, al Polo sud. Qui si snoda la vicenda della protagonista, Kate, una ricercatrice italo-americana che abita con il marito Carlo e due gatti a Washington. Tra i “secondi arrivi”, della base, mesi dopo tutti gli altri componenti del gruppo di lavoro, la donna deve combattere con la diffidenza e, in alcuni casi, l’aperta ostilità.

Ha solo due vie di fuga: l’amicizia con la collega Ilaria, che finirà per deteriorarsi, e la lettura, attingendo alla biblioteca della base. Ma anche in questo caso, la sua tenuta psichica, già provata dal clima e dall’ambiente estremo, è messa a prova da qualcuno che si diverte a spoilerare la fine dei romanzo che sta leggendo. 

La situazione è resa ancora più pesante dall’atteggiamento del capo spedizione James Osmond.

In attesa del seguito

 “Giallo Antartide”, come ogni giallo che si rispetti chiude d’improvviso, senza appello. Il lettore non ha modo di farsi un’idea di quello che potrà succedere nelle ultime pagine. Ecco perché si ha la sensazione che ci debba essere un seguito. È inevitabile chiedersi cosa succederà a Kate, cosa ne sarà di Osmond, (che peraltro è una citazione letteraria) ma anche di Ilaria e di altri colleghi. Quali risvolti potrà avere la spedizione, che si configura più come un esperimento sociale e di tenuta mentale, che di natura scientifica. 

L’immensa distesa bianca, totalmente priva di punti di riferimento, il clima estremo, la mancanza di privacy e di distrazioni, la convivenza forzata in spazi ridotti rendono Kate e i componenti della spedizione sempre più guardinghi, quasi paranoici, subiscono la pressione del capo spedizione, non si amalgamano tra loro. 

La situazione è racchiusa nelle parole che Kate vorrebbe dire al marito in una delle loro chiacchierate via Skype, ma che non riesce a pronunciare: «Amore, sono un ratto consapevole per gli studi della Nasa. Ho un capo di merda che si diverte a portarmi al punto di rottura. Mi spoilera i finali dei libri che sto leggendo, qui dove la lettura è l’unica evasione possibile. Sono pervasa dalla nostalgia, immobile nel luogo più inospitale della Terra. Vorrei uscire fuori senza tutto questo armamentario addosso, vorrei correre sui viali del parco che ci ha fatto incontrare, sdraiarmi sull’erba con te mentre mi cola il gelato sulle mani e tu ridi prendendomi in giro». 

Irene Blundo si è divertita a giocare con la psicologia dei personaggi, senza trascurare una vena ecologista nella descrizione della finalità della spedizione tra i ghiacci dell’Antartide.

 


Casa editrice Effigi: www.cpadver-effigi.com

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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