CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Ogni paese ha i suoi personaggi storici e Florindo Capecchi, in arte “Banana”, e Maurizio Giovannelli, per tutti solo “Cavicchi”, sono però molto di più: delle vere istituzioni. Due colonne d’Ercole.
Entrambi hanno avuto qualche problema fisico, entrambi alla gola, e la loro voce è diventata così ancora più inconfondibile.
Ma di certo si fanno capire, e sentirli raccontare qualche storia e le loro avventure è un piacere enorme. Un piacere che non ha prezzo. Due persone fantastiche che nel loro lavoro hanno dato e danno lustro al paese e tutti ne nutrono un affetto sincero e un insegnamento da tramandare.
Florindo “Banana”: «Cuoco sopraffino»
“Banana” ha passato la sua vita nella cucina del suo ristorante al camping Maristella, poi diventato Santapomata. Un vero e proprio luogo di culto perché Florindo, originario di Buriano, è stato uno dei primi veri “chef” di Castiglione: un vero sperimentatore, fra piatti di pesce e di carne senza scordarsi di quanti ragazzi e ragazze, molti suoi compaesani, sono letteralmente cresciuti da lui, imparando il mestiere anche a suon di ramanzine.
Ora molti di questi hanno aperto locali e continuano a raccontare di come hanno imparato a cucinare dal mitico Capecchi.
Il soprannome Banana nasce proprio quando Florindo ha iniziato a lavorare nella ristorazione, anche come lavapiatti e con il suo ciuffo a “banana” (all’epoca spopolava Little Tony), gli fu affibbiato il soprannome che non lo ha più abbandonato. La carriera di Capecchi iniziò così, rubando con gli occhi il mestiere ai cuochi con esperienze a Riva del Sole, all’Hotel David e Prato Nevoso ma anche a Pavia.
Andare a mangiare al camping alle Rocchette, dove vennero realizzate anche le magliette con il logo delle banane che spopolavano, marchio diventato inconfondibile e inimitabile, è sempre stata una vera esperienza di vita. E a distanza di decenni chi ha avuto il piacere di andarci per un pranzo o una cena preparata da Capecchi, ancora ne parla. E gli occhi brillano. Senza scordarsi la simpatia e l’allegria contagiosa di “Banana”, uomo dalla battuta pronta, con la passione per la caccia al cinghiale e anche per la pesca con la canna: un suo piatto storico erano con le “cieche” che all’epoca si potevano pescare. Inoltre Florindo è sempre stato un giocatore di carte, dalla classica briscola ai pokerini all’ora di chiusura.
Maurizio “Cavicchi”: «Una vita sulla spiaggia»
Il bagno Balena è il suo regno, l’Inter e il calcio la sua passione, oltre alla moglie Licia e ai figli, che oggi continuano insieme a lui la gestione della spiaggia e dello stabilimento.
Cavicchi è sempre stato un uomo mite, che ha cercato di aiutare, in primis la sua amata Castiglionese calcio, magari senza che Licia lo venisse a sapere. Una miriade di giocatori, in particolare gli ex rossoblù lo adorano, e magari qualche consiglio lo hanno sempre accettato volentieri.
Raccontare aneddoti sul Cavicchi è impossibile. Tanti anni fa però uno in particolare è rimasto storico, o almeno è diventato nel tempo leggenda. All’epoca era in voga il torneo dei bar al Valdrighi, e il bagno Balena vista l’affluenza di giocatori che affollavano la struttura fu costretto a fare due squadre.
Maurizio decideva le formazioni e un giovane attaccante finì nel gruppo B, con la sentenza, emanata da Cavicchi: «Ancora non sei pronto per la squadra A». Beh, quel ragazzo era Lamberto Piovanelli, appena acquistato dalla Juventus dal Pisa, e poi girato all’Atalanta.
La lettera-omaggio dell’associazione Ristoratori Castiglionesi
Delle volte un’emozione viene data dall’attimo, la situazione, una particolare circostanza. Altre volte il momento si prolunga perché ciò che viene trasmesso è come una linea continua, che non ha inizio e non se ne vede la fine. Come quando a scuola insegnano geometria; quel tratto infinito di due parallele che non hanno mai termine. O magari si spera che non lo abbiano mai. Una storia che inizia per caso o per necessità, anni addietro, un calpestio di spiagge e ombrelloni, fuochi accesi e sapori.
Sono loro, Banana e Cavicchi, che come il Big Bang hanno fatto nascere dalle loro mani, fatte di volontà e sacrificio, ciò che oggi è chiamato talento, tradizione. I sapori di sentirsi sempre come a casa, mai ospiti ma amici.
Chi non ha mai detto vado dal Cavicchi. E tutti pensano che trovare il nome Cavicchi sia facile, un semplice cognome. Cercarlo sulla rubrica telefonica però non da risultati. In realtà è un soprannome di una persona certo non eccelsa nel ring, ma inarrivabile nel suo stare con la gente, regalare emozioni e amicizia, farti sentire insomma sempre a proprio agio.
Stessi pensieri e parole per Banana. Per i clienti seduti al suo ristorante era sempre come essere a casa, anzi meglio perché erano coccolati e amati. O forse è meglio definirli amici di un uomo che con i suoi occhi sgranati ha saputo creare pranzi e serate incantevoli, cene luculliane di cui tutti ancora si ricordano, ma pochi sanno di quanti aneddoti fatti e battute dette ci sarebbero da dire.
Così un giorno te li ritrovi al tavolino insieme: i due Tenori, e due voci che scandiscono con la loro sola presenza la serata. Ma loro, per le peculiarità ed eventi sopravvenuti, non fanno della voce, certo inimitabile, la loro arte. E’ con il loro sudore e passione che hanno scritto la storia di Castiglione, di cui tutti ne siamo stati partecipi, anche solo chiacchierando fra un ombrellone o un tavolino, magari accompagnati da un bicchiere di vino.
E poi parliamoci chiaro: il significato di “Tenore” altro non deriva dal termine tenere, sostenere, crescere e far crescere ciò che è in loro e chi in loro crede.
Ecco che persone come noi di fronte a simil giganti, rimaniamo piccoli: e con quelle briciole d’esperienza raccolte, annaffiandole giorno per giorno, cerchiamo di coltivare quel modo di essere. Perché non sia un punto di arrivo, ma bensì quella linea retta che ancor continua a dare luce in quel di Castiglione.
Un orgoglio smisurato quello di essere seduti con i nostri maestri, magari ignari di una dedica, ma consapevoli che gli siamo grati e che per loro, per noi e per il futuro, continueremo a far correre quelle righe parallele. Perché non abbiano mai una fine».
Per festeggiarli al bagno Balena è stata organizzato un conviviale in onore dei due “Tenori”. Chissà quante ne avranno ancora da raccontare.
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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