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Ordinanza di sgombero dei tavoli a Egg. Parte la battaglia legale

Multa e ordinanza di sgombero per i tavoli a fianco dell’edicola di piazza Albegna. Parte il ricorso al Tar della proprietaria
Egg Street Food in piazza Albegna
Egg, l’edicola di piazza Albegna trasformata in punto di street food

GROSSETO. Tavoli da sgomberare, un’attività economica privata messa in ginocchio: ci sono storie difficili da spiegare, soprattutto quando al governo della città ci sono forze politiche che si definiscono liberali e certo non contrarie, almeno sulla carta, all’iniziativa imprenditoriale.

Storie che si basano su presunte esigenze di tutela della concorrenza, quando il commercio ormai è liberalizzato da oltre 15 anni e non esistono più, se non per esempio per le farmacie, criteri di distanza fra un esercizio e l’altro. Pensate a piazza del Sale, o a via Ricasoli: i bar sono uno accanto all’altro e nessuno ha niente da ridire. In via Aldobrandeschi due ristoranti sono fianco a fianco, ma gli esempi sarebbero moltissimi. A Grosseto e in ogni altra città italiana.

La concorrenza stimola la creatività e, talvolta, tiene i prezzi più bassi.

Storie che si basano su precedenti avvenuti in città, dove ancora non è stata dimenticata la vicenda dei gazebo fuori dai locali, gestita così male da tutti i protagonisti che peggio non si può.

Il grande pasticcio delle edicole trasformate ha fatto la prima vittima. O forse, a guardare bene, l’unica. A Egg, l’edicola di piazza Albegna trasformata in punto di street food, ma che comunque continua a vendere giornali (pochi, ma non è colpa loro, ma del mercato dell’editoria) è stata notificata l’ordinanza di sgombero di tavoli e sedie sul fazzoletto di suolo pubblico adiacente all’edicola stessa. 

Provvedimento che la proprietà impugnerà al Tar chiedendo la sospensiva. Se ne parlerà fra qualche mese, ma si prospetta una lunga battaglia legale. E non dall’esito scontato. Perché nella gestione di questa vicenda i lati oscuri sono tanti.

Sopralluogo dei vigili, ordinanza di sgombero

Tutto nasce da un sopralluogo della polizia municipale fatto l’8 maggio scorso, pochi giorni dopo l’approvazione in consiglio comunale del nuovo regolamento, con tanto di foto. È scattata una multa, da questa l’ordinanza di sgombero. Che, come detto, verrà impugnata.

Ma tutta la vicenda merita di essere ricostruita, perché le edicole, che da tempo non stanno più in piedi con la vendita dei giornali, sono state acquistate e trasformate, da alcuni imprenditori, sulla base di un regolamento che consentiva certe cose. Regolamento che poi è stato cambiato in corsa (approvato nel consiglio comunale del 28 aprile scorso) modificando i presupposti su cui i privati avevano investito

Il nuovo regolamento, di fatto, non rende più conveniente l’operazione. Al punto che, chi ha chiuso e ha messo in vendita il chiosco, come nel caso di quello in via Michelangelo, non trova più acquirenti. 

Egg, un anno senza certezze

Nel caso di Egg la vicenda è surreale e va avanti quasi da un anno, con domande, richieste di integrazione e colloqui informali. Arrivando alla modifica del regolamento e poi all’ordinanza di sgombero.

Elena Marchetti, la titolare, apre il 30 maggio del 2022. Ha una concessione per il suolo pubblico fino alla fine dell’anno, compresi tavoli e sedie a fianco. Fa street food e vende i giornali. Pochi, ma li vende. Il regolamento in vigore le consente di farlo: investe tanti soldi, apre, inizia a lavorare. Insomma, fa l’imprenditrice, nel contesto di regole certe, pagando le tasse come qualunque altra attività analoga.

Ad agosto 2022, con una semplice email chiede il rinnovo della concessione, con tavoli e sedie, ma non ha alcuna risposta.

A settembre  chiede spiegazioni e dal Comune le dicono che non hanno ricevuto nulla. La email si sarà persa nell’etere.

Quindi ripete la richiesta, a settembre, stavolta via Pec.

La risposta del Comune è quantomeno curiosa: “è troppo presto per fare la richiesta, avete la concessione fino al 31/12. Fatela dopo”. Quindi, facendola dopo la scadenza, Elena si sarebbe trovata dal 1° gennaio a lavorare senza concessione. Alla fine, parlando con gli uffici, concorda di farla a dicembre, ma senza tavoli e sedie, che possono comunque essere chiesti dopo.

In Comune, intanto, si sta lavorando al nuovo regolamento. E il tempo passa.

A marzo il Comune chiede un’integrazione: vuole sapere quanta superficie viene adibita alla vendita dei giornali. La titolare manda le piantine, ma ancora non basta. Con una nuova richiesta di integrazione, a inizio aprile, il Comune chiede quanti e quali giornali vengono venduti. E Elena manda anche la nuova integrazione.

In Comune, intanto, si sta lavorando al nuovo regolamento. E il tempo passa.

Il 23 aprile ecco la conferenza dei capigruppo in consiglio comunale nel quale viene presentato il nuovo regolamento, che con tutto il tempo che è passato è adesso pronto, che va in consiglio il 28 aprile. Lo stesso 28 aprile, via Pec, Elena manda la richiesta di concessione anche per i tavoli e le sedie. Quindi mentre è ancora in vigore il vecchio regolamento.

Poi il Comune manda la polizia municipale a fare le foto, scattano la multa e l’ordinanza. Al tempo stesso dal Comune, via Pec, arriva il preavviso di rigetto della domanda per i tavoli e le sedie. Sulla base del nuovo regolamento.

Una norma che vale solo per un caso

Alla fine, però, solo Egg ed Elena Marchetti pagano per questa vicenda, anche se ora parte la battaglia legale. 

Perché in via Michelangelo Pangiusto ha chiuso.

La gelateria di via Inghilterra è concessionata dal 2016 e quindi, per sua fortuna, è fuori da questo caos.

L’ex edicola di Marina non ha bisogno di tavoli.

A Rispescia è stato lo stesso titolare a comunicare di non vendere i giornali, quindi ha avuto un’ordinanza motivata da questo. Visto che vendere (anche) i giornali è sempre stato obbligatorio. Anche con il vecchio regolamento.

Infine il titolare dell’edicola all’inizio di corso Carducci al momento ha solo ritirato il permesso a costruire. Vedremo cosa ci farà.

Intanto, come in via Abruzzo, altre edicole chiudono e vengono demolite. E magari qualcuno pensa anche che sia giusto così.

 

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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