GROSSETO. Mai una pacificazione, o presunta tale, ha diviso come a Grosseto. Eppure dell’intitolazione di tre vie a Giorgio Almirante, a Enrico Berlinguer, e alla “Pacificazione nazionale”, se ne parla dall’inizio del 2018 e nel consiglio del 16 aprile 2018 è stata approvata la mozione presentata dai consiglieri Ceccherini (FdI), Pannini (Vivarelli Colonna Sindaco), Pepi (Maremma Migliore) e Ripani (Forza Italia).
Lì è partito l’iter, poi culminato nella commissione toponomastica del 30 gennaio 2023 e dell’atto della giunta del 16 marzo 2023.
Da lì è esplosa la polemica, con le proteste a Maiano Lavacchio e poi in piazza Dante per il 25 aprile e con una mozione, presentata dall’opposizione (Pd, Grosseto Città aperta e 5 Stelle), ritenuta “inammissibile” dal presidente del consiglio comunale Fausto Turbanti, sulla scorta di un parere negativo del segretario comunale.
Polemica andata avanti con l’opposizione in visita alla prefetta, la lettera dell’8/5 della dottoressa Paola Berardino al sindaco, la decisione di quest’ultimo di riammettere la mozione in consiglio comunale. Non si sa se per effetto della lettera della prefetta o perché, novello San Paolo, folgorato sulla via di Damasco.
Certo è che, in un caso o nell’altro, la mozione alla fine in consiglio comunale non ci va, perché il parere del segretario comunale resta negativo.
Al tempo stesso, però, giovedì 25 in consiglio va una mozione, analoga, della maggioranza (presentata dai consiglieri Vasellini, Vivarelli Colonna Sindaco, Bragaglia, Lega, Guidoni, Fratelli d’Italia e Minacci, Gruppo misto di maggioranza) per (testuale) “confermare la volontà della giunta di intestare una via a Giorgio Almirante, una a Enrico Berlinguer e una alla Pacificazione nazionale”.
Quindi alla fine se ne parlerà, ma non per le motivazioni dell’opposizione, contraria all’intitolazione, ma per quelle della maggioranza, che si sente in dovere di confermare una decisione, presa da due mesi, dalla giunta.
Stamani, martedì 23, in commissione di garanzia, per quasi quattro ore si è parlato di questo. A confermare una divisione netta sulla pacificazione che, in fondo, solo a scriverlo così fa sorridere. Per pacificarti devi stringerti la mano, non darti le gomitate nei denti.
La speranza è che, alla fine, sia la prefetta Paola Berardino a mettere una parola di saggezza su tutto questo caos.
Il dibattito in commissione di garanzia
Quasi quattro ore di discussione con principali protagonisti in ordine sparso: Stefano Rosini, presidente di commissione, Carlo De Martis, Giacomo Gori e Davide Bartolini, firmatari della mozione e membri dell’opposizione, Fausto Turbanti, presidente del consiglio comunale, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco, peraltro presente solo all’inizio e alla fine. Ospite non invitato, almeno all’inizio, Simone Cucinotta, segretario comunale, prima zittito e poi chiamato a dare spiegazioni.
Dopo un botta e risposta continuo, come in un Sinner-Alcaraz, fra De Martis e Turbanti, nel quale il presidente del consiglio ha chiamato in causa anche il Var (“sono stato arbitro, ma nel dubbio, sono andato a rivederla al monitor…, chiedendo il parere”), e dopo interventi analoghi di Gori e Bartolini, le posizioni non si sono ammorbidite di una virgola.
Altro che pacificazione.
«Perché la mozione è stata ritenuta inammissibile? Perché ha violato i regolamenti presidente?»
«Non ho violato alcun regolamento. Ho chiesto un parere al segretario comunale, che è stato negativo, e a quello mi sono attenuto».
Non ci siamo mossi, con poche varianti, da qui.
In sala un folto pubblico.
Su cosa verte la questione
Perché si scontrano due modi di vedere la questione.
La maggioranza, sindaco in testa che l’ha ribadito con forza, non ritiene che si debba riportare in consiglio una questione già dibattuta e approvata cinque anni fa: «Se si approva una cosa, non ci si torna sopra. Sennò ogni atto del consiglio può essere ripreso in mano e la macchina amministrativa si ferma».
L’opposizione va oltre il caso specifico e dice: «Prerogativa dei consiglieri è controllare l’operato di sindaco e giunta e le mozioni dell’opposizione servono a questo. Se si dichiara inammissibile una mozione perché contraria alle scelte della giunta si limitano i diritti della minoranza. Che senso avrebbe fare mozioni solo di approvazione? Peraltro il parere del segretario comunale non è vincolante, è stata una scelta politica»
Il segretario comunale: «Le risorse vanno usate al meglio»
Accento siciliano (è di Messina), avvocato, appassionato di tango, ma anche di codice civile e Tuel (testo unico enti locali), il segretario comunale Simone Cucinotta, finalmente invitato dal presidente Stefano Rosini a parlare, spiega la sua posizione, dopo una breve disgressione sulla differenza fra mozione e ordine del giorno.
«La mozione della minoranza chiede di riparlare di una cosa già approvata in consiglio comunale cinque anni fa. Vicenda, peraltro, già ampiamente dibattuta sulla stampa in questo periodo. Bastava una modifica e sarebbe stata ammissibile, però…»
«Però se l’avessimo ammessa sarebbe stata inutile questa commissione e la cosa non è stata accettata».
«Gli atti legittimi sono stati conclusi quasi un mese fa. Ora deve decidere la prefettura».
Il 25, alla fine, se ne parlerà lo stesso. È l’ultimo punto all’ordine del giorno. Sarà una lunga giornata.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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